Le persone che hanno partecipato

Massimo Centemero

Massimo Centemero

Laurea in Scienze Agrarie (1991), Agronomo (1992), Giornalista Pubblicista (2006).
Ha lavorato dal 1992 al 2005 alla Scuola Agraria del Parco di Monza contribuendo allo sviluppo delle raccolte differenziate del rifiuto organico ed alla creazione di un mercato del compost in Italia.
Dal 2001 al 2014 è stato coordinatore del Comitato Tecnico del Consorzio Italiano Compostatori (CIC). Dal 2005 al 2014 è stato Direttore Tecnico del CIC ed oggi ricopre la carica di Direttore Generale. Ha condotto diversi studi e ricerche sulla qualità dei fertilizzanti organici, sulla digestione anaerobica dei rifiuti organici, sulla compostabilità delle bioplastiche. Esperto di normativa ambientale e di fertilizzanti. Membro della Commissione Tecnico Consultiva per i Fertilizzanti istituita c/o il Ministero Politiche Agricole.
Membro del Board dell’European Compost Network. Membro del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, membro del Comitato Scientifico di Reteambiente e Il Verde Editoriale.
Ha pubblicato più di 250 articoli divulgativi e relazioni scientifiche su riviste di settore e ha partecipato in qualità di relatore a diversi corsi, convegni e seminari nazionali ed internazionali.

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Ha partecipato a:

L'economia circolare nelle politiche urbane: ciclo dei rifiuti, spreco alimentare, energie rinnovabili nei Comuni

Palazzo dei Congressi | Roma, 26 Maggio, 2016 | 15:00

A dicembre 2015 l’Unione Europea lancia la sfida dell’economia circolare un ambizioso“Pacchetto” di indicazioni, che comprende una serie di proposte di revisione delle norme in materia di rifiuti e di stimolo alla transizione dell'Europa verso un'economia basata su una minore intensità di consumo dell’individuo e della collettività, capace di incrementare al tempo stesso la competitività globale e la crescita economica sostenibile, creando nuovi posti di lavoro.
 
Come un sistema economico “lineare”, basato sul consumo di risorse, può essere compatibile con la sostenibilità e la circolarità? La chiave sembra essere nel rinnovamento di prospettiva del modello industriale prevalente oggi e nel contestuale cambiamento del comportamento dell’utenza. Sul primo punto, è necessario intervenire con una serie di innovazioni innanzitutto normative e che riguardino la pianificazione industriale e il ciclo di vita dei prodotti, che consentano di trasformare questi ultimi da volatili e provvisori a solidi nel tempo, di trasformare un settore del sottoprodotto in materia prima di un altro settore, che compensino quindi la mancata entrata dalla vendita con un maggiore impegno nella progettazione, nel design, nel ciclo della manutenzione. Sul secondo punto, occorre invece aumentare la sensibilità lato domanda, il consumatore/utente/cittadino ha un molteplice ruolo attivo: è riusatore, è creatore di oggetti e utilizzi nuovi, è donatore secondo logiche solidaristiche. Dal basso infatti vengono alcune delle principali esperienze in Italia di lotta allo spreco e di riuso di risorse, anche alimentari.
 
Sono tante le famiglie e i comuni, gli esercizi commeciali e le organizzazioni coinvolte in tal senso. Last Minute Market e la rete Sprecozero.net sono due esempi virtuosi, che hanno successo nella logica della sharing economy e dell’innovazione sociale.