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Le nuove regole per le "partecipate": tagliare gli sprechi, non i servizi

Palazzo dei Congressi | Roma, 25 Maggio, 2016 | 11:45

 
Con il testo unico sulle società partecipate, che si applica alle società di capitali, si riducono  le società e sono individuati criteri qualitativi e quantitativi attraverso i quali razionalizzare la platea delle partecipate.
E’ quanto previsto dal decreto sulle società partecipate attuativo dell’art. 18 della legge delega di riforma della pubblica amministrazione. Non sono consentite le società prive di dipendenti o quelle che hanno un numero di dipendenti inferiore a quello degli amministratori, quelle che nella media dell’ultimo triennio hanno registrato un fatturato sotto il milione di euro, quelle inattive che non hanno emesso fatture nell’ultimo anno, quelle che svolgono all’interno dello stesso comune o area vasta doppioni di attività, quelle che negli ultimi cinque anni hanno fatto registrare quattro esercizi in perdita e quelle che svolgono attività non strettamente necessarie ai bisogni della collettività. Come si applicheranno queste norme? Che effetti avranno sulla finanza pubblica, sull'occupazione, sulla quantità e qualità dei servizi erogati?

Piattaforme tecnologiche e nuovi approcci organizzativi per un modello "ibrido" di lavoro nella PA

Roma, 17 Giugno, 2022 | 09:30

Dopo gli anni dell’emergenza pandemica, della remotizzazione del lavoro e del home working forzati, le Pubbliche Amministrazioni si confrontano con nuovi modelli e approcci all’organizzazione del lavoro che cercano di tenere insieme, flessibilità, produttività e benessere organizzativo. 

Il lavoro nella PA guarda così all’hybrid work come ad un nuovo modello a supporto dei tempi che cambiano, commistione tra lavoro in presenza e lavoro da remoto, come peraltro ribadito dalle stesse “Linee guida in materia di lavoro agile nelle Amministrazioni Pubbliche” del Dipartimento della Funzione Pubblica e dal nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Funzioni Centrali. 

L’hybrid work nel settore pubblico agisce su diverse dimensioni, tra cui il ripensamento degli spazi di lavoro e delle postazioni, la capacità di stimolare e mantenere l’engagement delle persone, le riflessioni su produttività e livelli di servizio agli utenti. L’azione a livello cultura è fondamentale affinché il lavoro ibrido dispieghi i propri benefici a livello di organizzazione e delle persone. Dall’altra parte questo cambiamento trova un alleato chiave nelle tecnologie. 

Si parla di tecnologie che trasformano la scrivania fisica in un digital workplace, tecnologie in grado di creare ambienti di lavoro positivi, che stimolino innovazione e creatività, in cui le persone possano contribuire attivamente alla vita dell’organizzazione, sposando una nuova cultura del lavoro che si basa sull’employee engagement, ma anche di tecnologie che aiutino a lavorare meglio e che colleghino l’employee experience con la citizien experience. 

Cosa sta accadendo nelle PA? Come si sta configurando questo modello di lavoro ibrido? Quali scelte si stanno affrontando per un equilibrio adeguato di lavoro in presenza e a distanza? 

In questo talk ne parleremo con esperti e referenti del settore pubblico, tra approcci ed esperienze con l’obiettivo di individuare le leve su cui agire e le azioni da mettere in campo per un modo innovativo di lavorare nella PA.