Le persone che hanno partecipato

Adriano Scaletta

Adriano Scaletta

Si occupa da oltre 10 anni e sotto varie forme di valutazione. Ha collaborato con enti pubblici, università, imprese private e soggetti del Terzo Settore in numerosi programmi e progetti comunitari, nazionali e locali, in particolare sul tema dello sviluppo locale e imprenditoriale e del trasferimento tecnologico dall’università alle PMI del territorio.

Negli ultimi anni si è concentrato specificatamente nella ricerca valutativa. È socio dell’Associazione Italiana di Valutazione e membro del Laboratorio di Valutazione Democratica. È componente dell’OIV di un ospedale pubblico ed è iscritto all’Elenco Nazionale degli OIV istituito dal Dipartimento della Funzione Pubblica.

Dal 2015 coordina le attività del Sistema Nazionale di Valutazione della Performance nel comparto università e ricerca per conto dell’ANVUR.

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Ha partecipato a:

La performance delle amministrazioni pubbliche: tra valutazione interna ed esterna

Roma, 24 Maggio, 2017 | 15:00

Il ciclo della performance è stato introdotto nelle amministrazioni pubbliche dal decreto legislativo n. 150 del 2009. Negli anni successivi il legislatore è più volte intervenuto sul ciclo per cercare di migliorarne l’efficacia. Da ultimo, il decreto legge n. 90 del 2014 ha trasferito tutte le competenze in materia di ciclo della performance, inizialmente assegnate ad una Commissione indipendente (CiVIT, poi diventata ANAC) in capo al Dipartimento della Funzione Pubblica (DFP).

Le funzioni del DFP in materia di performance sono oggi disciplinate dal DPR n. 105 del 2016: il Dipartimento, tra le altre cose, indirizza le attività degli OIV, definisce nuove linee guida per la semplificazione ed il miglioramento delle varie fasi del ciclo della performance e intende promuovere la costituzione della Rete Nazionale per la valutazione esterna delle amministrazioni pubbliche. E’ prevista, inoltre, a breve, l’emanazione di un decreto legislativo, attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari, che apporterà una serie di modifiche al D. Lgs. n. 150 del 2009, rafforzando ulteriormente alcune delle novità introdotte dal DPR.

A poco più di un anno dall’entrata in vigore del decreto n.105, molte cose sono già state fatte e altre sono in fase di realizzazione: è stato istituito l’Elenco Nazionale OIV (che già prevede oltre 1400 iscritti), è stata avviata una stretta collaborazione con la Ragioneria Generale dello Stato per definire le modalità di integrazione fra ciclo della performance e ciclo di bilancio, sono in via di definizione le prime linee guida per una più efficace definizione del Piano della performance, sono stati attivati dei Laboratori di approfondimento con alcuni Ministeri.

La Costituzione della Rete Nazionale per la valutazione delle amministrazioni pubbliche, con l’obiettivo di “valorizzare le esperienze di valutazione esterna delle pubbliche amministrazioni e dei relativi impatti che vengono condotte in specifici ambiti e settori, favorire la condivisione di tali esperienze e definire metodologie di valutazione comuni” (art. 7, co. 1, DPR n. 105 del 2016) è la principale innovazione sul fronte della valutazione esterna, dalla quale potrebbero aprirsi scenari sinora inediti anche i fini della valutazione degli impatti, aiutando a superare uno dei principali limiti fin qui riscontrati nell’attuazione del ciclo della performance.

Partendo dalla consapevolezza che in vari settori della PA sono già stati sviluppati sistemi di valutazione esterna, orientati proprio alla valutazione degli impatti generati (Università, Scuola, Sanità), il Dipartimento vuole valorizzare le esperienze già esistenti per arrivare a costruire una Rete nella quale possano svilupparsi modelli e criteri più evoluti, garantendo una graduale integrazione fra i vari sistemi, salvaguardando le specificità dei singoli settori.

Il convegno si sviluppa dunque in due sessioni: una prima nella quale il Dipartimento della funzione pubblica presenta lo stato di avanzamento delle proprie attività in materia di ciclo della performance e una seconda parte nella quale un panel di esperti si confronta sulle differenti esperienze di valutazione esterna allo scopo di individuare una prima serie di elementi utili alla successiva costruzione della Rete.

Tra i 17 Sustainable Development Goals - strettamente correlati l'uno con l'altro - il focus, in questo evento, sarà sull'obiettivo 16, "Pace, giustizia e istituzioni solide".

La valutazione delle performance della PA: un primo bilancio dopo le riforme

Roma, 22 Maggio, 2018 | 11:45

Nei paesi più evoluti la valutazione, sia nel privato che nel pubblico, assume un ruolo chiave per il conseguimento del benessere economico e sociale. La necessità di assicurare la qualità degli investimenti e il controllo della spesa pubblica ha portato molti stati a varare riforme ispirate in vario modo al cd. New Public Management, che hanno interessato da oltre un decennio anche l’Italia. Alcune riforme si sono alternate e la p.a. deve necessariamente riflettere e capire quali soluzioni applicare ai limiti sin ora riscontrati.

Valutare le performance, organizzativa ed individuale, non significa semplice osservanza di procedure, ma capacità di produrre cambiamento in avanti per tutti, superando anche la cooptazione, tutta italica, che ha da tempo dimostrato nei fatti come in generale siamo più “amici e parenti” che cittadini responsabili.

Le riforme degli ultimi anni hanno permesso di fare passi in avanti, anche se per permettere di elevare la pubblica amministrazione italiana occorre liberarla da pesi che, più che normativi, sono organizzativi e comportamentali.

Non è oggi procrastinabile un tagliando a quanto introdotto dal legislatore in materia di valutazione delle performance della p.a. in Italia, cercando di capire cosa ha funzionato bene e cosa meno, per fare le opportune correzioni per una ripartenza efficace ed equa del Paese.

Per ascoltare la registrazione integrale dell'evento cliccare QUI

Che cosa intendiamo quando parliamo di valutazione

Roma, 22 Maggio, 2018 | 16:30

Il Laboratorio di Valutazione Democratica (LVD) ha avviato una serie di iniziative volte a promuovere il dialogo tra committenti e valutatori e ha prodotti un documento intitolato “Cosa intendiamo con le parole che usiamo? Termini chiave a disposizione di committenti e valutatori”. Nei primi mesi del 2018, con il supporto dell’Associazione Italiana di Valutazione (AIV) ha raccolto una serie di testimonianze, successivamente sintetizzate in un breve documento audiovisivo che mira a stimolare un dibattito sul pluralismo nella valutazione. Rispetto al passato, la valutazione è entrata definitivamente nel linguaggio delle politiche e della pubblica amministrazione, seppur con accezioni e interpretazioni divergenti: committenti, beneficiari e persone variatamente interessate alle politiche possono rivolgere – implicitamente o esplicitamente – domande di valutazione anche molto diverse tra loro. I valutatori, dal canto loro, appaiono divisi da preferenze metodologiche e tecniche, che talvolta li portano a scontrarsi su aspetti specialistici molto distanti dai bisogni di conoscenza di coloro che finanziano, realizzano o beneficiano di programmi di interesse generale. L’ondata di valutazioni di impatto sociale che si prospetta nell’immediato futuro rende necessaria una riflessione per scongiurare l’egemonia di un approccio sugli altri e per promuovere, invece, disegni di valutazione pluralisti e appropriati alle domande sottese e alle caratteristiche degli interventi.

IT GOVERNANCE

Roma, 23 Febbraio, 2018 | 00:00

Il Cantiere IT Governance è il nuovo tavolo di lavoro promosso da FPA che si propone di disegnare i percorsi di razionalizzazione ed evoluzione organizzativa e tecnologica della PA, anche alla luce delle previsioni del Piano triennale per l’ICT.

IT GOVERNANCE

Roma, 31 Gennaio, 2019 | 00:00

Il Cantiere IT Governance è il nuovo tavolo di lavoro promosso da FPA in collaborazione con la Direzione centrale organizzazione digitale di INAIL che si propone di disegnare i percorsi di razionalizzazione ed evoluzione organizzativa e tecnologica della PA, anche alla luce delle previsioni del Piano triennale per l’ICT.

La PA alla sfida dell'Intelligenza artificiale

Roma, 15 Maggio, 2019 | 09:30

La possibilità che la PA possa ricorrere ad algoritmi e a decisioni automatizzate nei procedimenti amministrativi e nella fornitura di servizi è un tema ormai centrale nel dibattito pubblico, sempre molto attento alle implicazioni etiche e all’impatto sui diritti fondamentali dell’individuo. Tra i contributi più rilevanti a livello nazionale, il Libro bianco realizzato dalla task force di AgID nel marzo dello scorso anno: un prezioso contributo volto ad approfondire le opportunità offerte dall’IA per il miglioramento dei servizi pubblici e del rapporto tra PA e cittadini.

Nel giugno scorso, l’UE si è dotata di una Strategia per l’Intelligenza artificiale, a cui ha fatto seguito un Piano coordinato che propone azioni congiunte per una cooperazione più stretta e più efficiente tra gli Stati membri e per promuovere lo sviluppo dell’IA in modo etico e sicuro. L’Italia ha avviato un percorso analogo, con il Ministero dello Sviluppo Economico che nel dicembre scorso ha costituito un gruppo di esperti che avranno il compito di elaborare la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale.

Attraverso il confronto tra gli esponenti delle task force di AgID e MISE ed enti che hanno già avviato alcune interessanti sperimentazioni in ambito pubblico, il convegno intende indagare sulle potenziali ricadute economiche e sociali connesse all’adozione di tali strumenti, nonché sul ruolo della PA nella futura strategia nazionale sull’intelligenza artificiale.

Per ascoltare l'audio della 1° tavola rotonda cliccare QUI

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Un nuovo orizzonte per le performance delle PA: il valore pubblico

Roma, 14 Maggio, 2019 | 15:00

A 10 anni dall’entrata in vigore del d.lgs. n. 150/09 e dalla conseguente introduzione nelle amministrazioni pubbliche del cosiddetto “ciclo della performance” appare ormai evidente come il fine ultimo di tale ciclo sia rappresentato dalla misurazione e valutazione del valore pubblico che le amministrazioni riescono a generare con il loro operato. Il concetto di valore pubblico ha trovato una prima definizione “istituzionale” nelle Linee Guida del Dipartimento della Funzione Pubblica: il vero successo di una PA può essere espresso dalla sua capacità di migliorare il livello di benessere percepito dalla sua utenza o dalla sua comunità di riferimento rispetto alle condizioni di partenza (impatto esterno).

Per conseguire questo traguardo, le PA dovrebbero finalizzare verso il Valore Pubblico: - sia la propria performance organizzativa che la performance individuale (performance di ente), finora perseguite con approccio adempimentale e autoreferenziale, prendendosi cura della salute delle proprie risorse economico-finanziarie, strumentali e, soprattutto, umane (impatto interno). - sia i rapporti multi-livello tra diversi enti e con soggetti privati (performance di filiera), finora gestiti in maniera intermittente e valutati in modo inadeguato tramite indicatori propedeutici (ad es. i finanziamenti alla nascita di Unioni di Comuni o di partnership pubblico-privato) o intermedi (ad es. la capacità di spesa dei finanziamenti europei).

Occorre spostare il baricentro della valutazione della performance di filiera sugli indicatori finali, ovvero sulle ricadute nei confronti degli utenti, delle comunità, dei territori sia in termini di quantità e qualità dei servizi che, soprattutto, di effetti prodotti (ad es. l’infrastrutturazione di un territorio; l’indotto economico o il livello occupazionale dei progetti di sviluppo; il livello di salute professionale; la qualità ambientale, ecc). E ciò, ricordandoci che al cittadino non interessa quale Ente o quale suo ufficio eroghi il servizio, ma solo come si sia modificato il proprio stato di bisogno (se si sta meglio o si sta peggio).

Per generare valore pubblico oggi, aumentando la probabilità di crearlo anche domani a favore delle generazioni future, occorre che le azioni di miglioramento della performance di ente e di filiera siano accompagnate dalla cura delle c.d. condizioni abilitanti quali la digital transformation, la formazione delle competenze, la partecipazione civica, la spinta gentile al cambiamento, la gamification, ecc..

Il Convegno si articolerà in 3 sessioni:

- nella I sessione ci si chiederà che cosa è il valore pubblico? Come si crea? Come si misura? Quale rapporto con la performance?

- nella II sessione si cercherà di declinare il concetto di valore pubblico con riferimento al ciclo delle performance delle PA dei 4 diversi comparti.

- nella III sessione si esploreranno alcune condizioni abilitanti per creare valore pubblico.

Il Valore Pubblico nell'epoca Covid-19: come finalizzare le performance e gestire i rischi delle PA verso l'equilibrio tra salute pubblica, ripartenza economica, tenuta sociale e rispetto ambientale

Roma, 8 Luglio, 2020 | 17:00

Il concetto di Valore Pubblico, ampiamente studiato nel dibattito scientifico internazionale, ha trovato una prima definizione “istituzionale” italiana nelle Linee Guida 2017-2018-2019 del Dipartimento della Funzione Pubblica e nella Relazione CNEL 2019: il vero successo di una PA può essere espresso dalla capacità di migliorare il livello di benessere sia economico, sia sociale, sia ambientale percepito dai cittadini rispetto alle condizioni di partenza delle politiche e dei servizi.

Prima dell’emergenza sanitaria, la creazione di valore è stata una chimera per la maggior parte delle PA italiane.

In epoca COVID-19, reimpostare l’azione delle PA italiane dalla burocrazia difensiva verso il Valore Pubblico diventa una necessità imprescindibile per evitare il crollo del Paese ma anche un’opportunità di accelerazione del cambiamento organizzativo e digitale vissuto durante il lockdown. In epoca COVID-19, le PA creano Valore Pubblico se e nella misura in cui riescano a trovare l’equilibrio dinamico tra salute pubblica, ripartenza economica, tenuta sociale e rispetto ambientale.

Oggi più che mai, per creare Valore Pubblico occorre finalizzare verso esso le performance individuali, organizzative e istituzionali (cioè, gli impatti sul livello di benessere dei cittadini) delle PA.

Oggi più che mai, per proteggere il Valore Pubblico occorre contenere i rischi (es. amministrativi, economico-finanziari, patrimoniali, di sicurezza, informatici, corruttivi, di trasparenza, di privacy, reputazionali, strategici, operativi, di non qualità, ambientali, legati agli andamenti economico/politici esterni e, in epoca COVID-19, soprattutto sanitari) che possano comprometterne o ridurne la generazione o addirittura causarne la distruzione.

Oggi più che mai, occorre costruire una prospettiva integrata di miglioramento delle performance e di contenimento dei rischi verso l’orizzonte comune della generazione di Valore Pubblico: da un lato, il Performance Management (PM) aumenta la probabilità e la misura della creazione di valore, dall’altro lato il Risk Management (RM) diminuisce la probabilità e la misura dell’erosione del valore. Solo attraverso una gestione integrata delle leve di creazione e delle leve di protezione è possibile generare Valore Pubblico.

Si configura la necessità di un innovativo Modello di “Public Value Governance” delle nostre PA che parta dal miglioramento del livello di salute dell’ente (organizzativo, professionale, digitale, ecc.), si affidi a politici con visioni di medio-lungo respiro e a manager trasversali che sappiano portarle avanti, si organizzi per processi semplificati e digitali, governi le performance e i rischi in modo integrato e finalizzato alla creazione di Valore Pubblico, avvalendosi della partecipazione dei cittadini e della collaborazione di filiera con altre amministrazioni pubbliche, imprese private e organizzazioni no profit.

Per approfondimenti www.cervap.it