Le persone che hanno partecipato

Marco Bentivogli

Marco Bentivogli

Sindacalista italiano (n. Conegliano 1970). Già Segretario Generale della Federazione Italiana Metalmeccanici Cisl dal 2014. In precedenza è stato responsabile nazionale dei Giovani dei metalmeccanici Cisl, tra il 1998 e il 2008 segretario provinciale, prima a Bologna e poi ad Ancona. Dal 2008 è entrato a far parte della Segreteria nazionale.
Ha seguito tutte le grandi vertenze industriali (da FCA, Alcoa, Ilva, Whirlpool) e le trattative del contratto dei metalmeccanici. Nel 2018 ha lanciato con l'allora ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, il "Piano industriale per l'Italia delle competenze". Nel novembre 2016 firma il Contratto Nazionale dei Metalmeccanici di svolta che costruisce un nuovo Welfare integrativo e afferma per la prima volta il diritto soggettivo alla formazione per ogni lavoratore. Nel 2015 e nel 2019 firma gli accordi per Fca-Cnhi-Ferrari. Nell’agosto 2018 lancia con Massimo Chiriatti il Manifesto Blockchain Italia, per estendere l’utilizzo delle blockchain alla sostenibilità, al lavoro e ai nuovi modelli produttivi. Dal gennaio 2019 è componente della Commissione sull'intelligenza artificiale istituita presso il Ministero dello Sviluppo. Collabora con numerosi quotidiani e riviste specializzate, tra cui Il Foglio, IlSole24ore, Il Messaggero, La Repubblica. È autore di numerose pubblicazioni sul rapporto tra tecnologia e lavoro e delle due edizioni di “Abbiamo rovinato l’Italia? Perché non si può fare a meno del sindacato” 2016, 2017. Nel 2019 ha pubblicato “Contrordine Compagni, manuale di resistenza alla tecnofobia, “Europa, non rimanere da sola!” con Pepe Mujica, e “Fabbrica Futuro” con Diodato Pirone. Nel 2020 ha appena pubblicato “InDipendenti. Guida allo smart working.

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Ha partecipato a:

Il futuro del lavoro, Il lavoro del futuro

Roma, 23 Maggio, 2017 | 15:00

La crescita economica ha comportato per secoli l’incremento dell’occupazione e maggiori opportunità di un lavoro stabile. Questo binomio in questi anni si sta spezzando e sempre più spesso vediamo segni di ripresa che non coinvolgono però il lavoro, anzi, a volte lo riducono ulteriormente. Anche lo sviluppo tecnologico è stato visto sino ad ora come crescita di opportunità, ma anche in questo caso il futuro disegna incertezze e paure. Robotica, Intelligenza artificiale, Industria 4.0 vorranno dire minori opportunità di occupazione o solo occupazione diversa e più qualificata? E in questo caso sarà per tutti o le disparità aumenteranno e una fascia sempre più consistente di popolazione si troverà ai margini?

L’amministrazione pubblica è un attore fondamentale, anche se non unico, delle politiche attive del lavoro, ma ancora prima delle misure per favorire l’occupazione è necessario che si interroghi su quale sarà il futuro del lavoro nella società dei dati e dell’informazione.

Questo evento di “scenario” si propone di investigare il tema da tre punti di vista: quello della sostenibilità sociale ed economica di uno sviluppo slegato dall’occupazione; quello della partecipazione dei cittadini e delle forze sociali per disegnare uno sviluppo equo ed inclusivo; quello delle tecnologie che sono insieme fonte di speranza e d’inquietudine.

Tra i 17 Sustainable Development Goals - strettamente correlati l'uno con l'altro - il focus, in questo evento, sarà sull'obiettivo 8, "SBuona occupazione e crescita economica", ma parleremo anche di "Innovazione e infrastrutture".

Il lavoro che cambia il lavoro

Roma, 23 Maggio, 2018 | 15:00

REGISTRAZIONE VIDEO DELL'EVENTO

A fronte di una disoccupazione complessivamente in discesa e di un incremento sia pure limitato dell’occupazione, che non ha però coinvolto sufficientemente né i giovani né il Meridione del Paese, le politiche attive del lavoro si trovano a fronteggiare sfide importanti. La rivoluzione tecnologica presenta infatti grandi opportunità, ma mette in evidenza anche due gravi problemi: il primo è evidentemente il rischio di uno sviluppo senza incremento dell’occupazione che potremmo semplificare nella “paura dei robot”; il secondo, speculare e in dialettica con il primo è lo “skill shortage”, ossia la carenza di competenze spendibili sul mercato del lavoro da parte di molta parte dei giovani disoccupati o dei disoccupati di ritorno che non sono così in grado di cogliere positivamente le occasioni che pure la trasformazione digitale propone.

Il convegno, a cui sono invitati i principali protagonisti pubblici e privati responsabili della progettazione e dell’attuazione delle politiche per il lavoro (Ministeri del lavoro, dell’Istruzione e dello sviluppo economico, Agenzie, Regioni, Enti Locali, agenzie formative, agenzie di lavoro interinale, ecc.), si propone di fare il punto, all’inizio di una nuova legislatura, di quanto di buono è stato già realizzato e che quindi costituisce un punto di partenza utile, di quanto rimane da fare (pensiamo ad esempio all’incerta situazione dei centri dell’impiego dopo la bocciatura della riforma costituzionale), delle lezioni apprese che possono indirizzarci, anche con l’onesto esame dei fallimenti, verso strade in tutto o in parte nuove.

Cambiare la PA per cambiare il paese

Roma, 2 Novembre, 2020 | 09:31

Dopo i momenti dell’emergenza, con la necessità di essere tempestivi per salvare vite, imprese, lavoro e futuro di tanti che si sono trovati in grave pericolo, ora è il momento di costruire su questa esperienza una nuova e diversa solidità del Paese. L’amministrazione pubblica è senz’altro uno dei pilastri di questa costruzione.

Nome primarie, direttive e raccomandazioni, a cominciare dal “Decreto rilancio” e dal “Decreto Semplificazioni” per arrivare alle direttive sui concorsi pubblici, sullo smart working, sulle competenze digitali hanno tracciato una strada che deve però ancora essere percorsa dalle donne e dagli uomini che lavorano e lavoreranno nella PA, che devono ritrovare orgoglio, dignità e fiducia al servizio di tutta la comunità nazionale.

Questa fiducia non si raggiunge senza un profondo cambiamento sia nei modelli organizzativi sia nei comportamenti, ma questo cambiamento deve basarsi su radici profonde: la PA è e deve essere garanzia dei diritti contro gli arbitri, deve abilitare opportunità per tutti a cominciare dai più deboli, deve essere presidio di giustizia sociale ed ambientale. E’ questo ruolo, indicato dalla nostra Costituzione, che detta poi obiettivi strategici e missioni che diventano la bussola di ogni riforma perché non sia fine a sé stessa, ma costruzione di valore pubblico.

In questo convegno, che aprirà il “FORUM PA 2020 Restart Italia” ci rifaremo a questi principi guida per esaminare cosa vuol dire semplificare senza tradire, rendere efficace e tempestivo il processo di procurement senza abbandonare i presidi di legalità, modificare profondamente le modalità di lavoro rispettando le persone e le loro diversità senza dimenticare la misura delle responsabilità e dei compiti di ciascuno, immettere nuove forze e nuove professionalità nella PA senza smettere di interrogarci ogni volta sulla stessa ragion d’essere di ogni unità produttiva e sulla sua missione, rafforzare radicalmente le competenze dell’amministrazione aprendosi a nuove collaborazioni verso un’innovazione realmente aperta.
Per questo apriremo un confronto con la politica, con i lavoratori della PA  e i loro rappresentanti, con gli stakeholder e con chi ha affrontato questi temi nella ricerca e nell’Università.