Le persone che hanno partecipato

Patrizio Di Nicola

Patrizio Di Nicola


Laurea in Sociologia ad indirizzo Economico-politico alla Sapienza nel 1982. Dal 2011 è in ISTAT come 1° Tecnologo operando dapprima nel Monitoraggio del Censimento della Popolazione e quindi presso la Direzione Risorse Umane dell’Istituto ove segue il tema del telelavoro e del Lavoro Agile. Fa parte dei Gruppi di Lavoro per la revisione del Regolamento per il telelavoro e per la definizione dei criteri di misurazione della produttività nel lavoro a distanza. In precedenza aveva seguito le sperimentazioni di telelavoro  della Commissione Europea e di grandi imprese quali Poste Italiane, Telecom Italia, American Express, Renault ed altre. Nel  2001-2004 è stato responsabile della ricerca e-Gap (E-society Gap Assessment Project) e della ricerca BISER (Benchmarking the Information Society: e-Europe Indicators for European Regions) per conto della Commissione Europea. Tra il 1996 e il 2002 ha coordinato le manifestazioni “Settimana Europea del Telelavoro” ed “eWork Week”. Ha pubblicato vari saggi e volumi sul telelavoro, tra cui Il manuale del telelavoro (Roma, Seam, 1997), Telelavoro e disabili, (International Training Center of the ILO, Torino, 2004) e Telelavoro domiciliare, (Ediesse, Roma, 2002)

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Ha partecipato a:

Il progetto "Telelavoro" in Istat

Roma, 24 Maggio, 2017 | 14:00

Il telelavoro in ISTAT  è una forma flessibile di impiego che si realizza su adesione volontaria del telelavoratore e costituisce una variazione organizzativa del rapporto di lavoro, consistente nell’espletamento dell’attività lavorativa presso il proprio domicilio con il prevalente supporto di tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che consentano il collegamento con l’amministrazione. L’utilizzazione del telelavoro a domicilio, a regime dall’anno 2008, ha consentito:

  • una migliore razionalizzazione dell’organizzazione del lavoro;
  • un aumento del benessere organizzativo dei dipendenti coinvolti, con riferimento sia al soddisfacimento delle esigenze connesse alle problematiche familiari e personali e sia al conseguente miglioramento della conciliazione tra tempi di vita e lavoro;
  • un incremento della produttività e un significativo contenimento delle assenze dal servizio;
  • lo sviluppo di una cultura organizzativa orientata ai risultati;
  • l’ideazione, sviluppo e utilizzazione di strumenti web per la gestione del telelavoro e del relativo monitoraggio della produttività delle attività svolte.

Al 1° marzo 2017 le posizioni di telelavoro attive sono 168 (su un massimo di 175 decise dal Consiglio dell’Istituto nel 2016), di cui 113 assegnate a donne e 55 a uomini. Tra i 168 telelavoratori, il 53,6% (90 dipendenti) fanno parte di categorie destinatarie di speciali tutele per patologie personali o per esigenze di cura di familiari.

Nel corso del 2017 è prevista una ulteriore espansione del telelavoro al fine di raggiungere l’obiettivo del 10% minimo fissato dalla Riforma Madia del 2015 e una prima sperimentazione di Lavoro Agile.