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L’Intelligenza artificiale per la PA e i servizi pubblici

Roma, 24 Maggio, 2018 | 09:30

L’Intelligenza Artificiale (IA) è un paradigma che va sempre più diffondendosi dentro le aziende in quanto fattore tecnologico incredibilmente abilitante, in grado di sollevare le persone dai compiti più semplici per ricollocarle su task dal valore più alto.

Oltre che all’interno delle aziende, esistono già diverse applicazioni di questa tecnologia nei sistemi pubblici, come quello scolastico o giudiziario, ma anche nel pubblico impiego o nel sistema sanitario, nella sicurezza o nella gestione delle relazioni coi cittadini. Gli ambiti applicativi dell’intelligenza artificiale sono dunque molteplici anche all’interno della PA, che tuttavia non può non tener conto di vizi e criticità portate da una tecnologia così complessa. Su questa consapevolezza si sta muovendo anche l’AgID, che lo scorso 7 settembre ha lanciato una task force sull'Intelligenza Artificiale che a sua volta ha dato vita a un libro bianco e a un osservatorio sul tema.

C’è dunque bisogno di una programmazione e di una pianificazione precisa e concreta al fine di non disperdere tempo e risorse su una tecnologia che presenta molte sfaccettature. Da cosa partire per sviluppare una strategia efficace d’approccio all’IA? Le PA devono certamente tenere ben saldi gli obiettivi da perseguire: lo snellimento burocratico, una rinnovata interoperabilità tra sistemi e una nuova forma di trasparenza attraverso l’implementazione delle pratiche di e-procurement. Ma anche il miglioramento qualitativo dei servizi, la riduzione dei costi, l’accessibilità agli stessi e quindi, di riflesso, la possibilità di sviluppare un nuovo tipo di coinvolgimento della cittadinanza digitale. Perché non va dimenticato che l’IA è una tecnologia abilitante che, come tale, perde di senso se non utilizzata per migliorare la vita dei cittadini.