Le persone che hanno partecipato

Roberta De Robertis

Roberta De Robertis

Il direttore Roberta De Robertis si è laureata in Ingegneria Meccanica con abilitazione all’esercizio della professione. Dopo una significativa esperienza nell’industria privata nei settori della logistica e delle tecnologie applicate nella logistica, ha operato quale ingegnere direttore nel settore dei controlli ed antifrode in materia di accise in Piemonte, a contatto con le maggiori aziende nazionali e maturando significativa esperienze in altri Paesi dell’Unione Europea. Dirigente dal 1999, ha vissuto la sua esperienza professionale in diverse realtà operative nazionali, approfondendo la sua conoscenza tecnica nei settori giuridici ed amministrativi, rivestendo incarichi di fiducia ed effettuando docenze presso Università, Associazioni di Categoria ed Enti Pubblici. Dall’inizio dell’anno riveste l’incarico di Direttore Centrale Dogane.

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Ha partecipato a:

Il futuro dei controlli doganali per la tutela e la facilitazione del commercio

Roma, 16 Maggio, 2019 | 16:00

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) esercita la vigilanza ed il controllo doganale presso porti, aeroporti e confini terrestri e - con l’applicazione del nuovo Codice Doganale dell’Unione (CDU), di cui al Reg. UE n.952/2013 - ha consolidato, al pari delle altre Autorità doganali dell’Unione Europea, il proprio ruolo di garante degli scambi internazionali nell’esercizio di competenze istituzionali di doppio profilo:

  • tributario, tipicamente riconducibile alla tutela delle risorse finanziarie della U.E e di quelle nazionali, con la percezione dei dazi e dell’IVA e il contrasto ai relativi fenomeni di evasione/elusione;
  • extra-tributario, riguardante la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini dell’Unione e del mercato, attraverso attività di controllo e contrasto che investono discipline giuridiche e fattispecie operative diverse, quali: tutela dei diritti di proprietà intellettuale (disciplina dei marchi, contraffazione, pirateria); tutela del Made in Italy; tutela dei prodotti alimentari e agro-alimentari (norme di etichettatura, denominazioni protette); disciplina dei prodotti biologici; precursori di droga; beni culturali; disciplina valutaria; Convenzione di Washington (CITES); lotta alla pesca illegale; controlli sulle sostanze chimiche pericolose (sistema REACH); traffico materiali di armamento; prodotti dual-use; traffico di rifiuti pericolosi.

Ogni anno ADM tratta circa 20 milioni di dichiarazioni doganali. Tutte le dichiarazioni sono gestite nel sistema doganale AIDA (Automazione Integrata Dogane ed Accise) ed esaminate dal Circuito Doganale di Controllo.

Nel 2017 le dichiarazioni di importazione sono state pari a circa 6 milioni per un valore statistico di circa 175 miliardi di euro, mentre le dichiarazioni di esportazione sono state circa 13,5 milioni per un valore statistico di oltre 218 miliardi di euro, confermando la vocazione all’export dell’Italia.

LE SEMPLIFICAZIONI IN DOGANA

Nel quadro del Codice Doganale Unionale è previsto che ADM possa prevedere con opportune procedure amministrative di “semplificazione” alcune facilitazioni al commercio pur non sminuendo l’efficacia dei controlli doganali. Oltre alle facilitazioni/semplificazioni in Dogana previste dal Codice, nel quadro normativo nazionale sono previste procedure innovative su cui ADM sta lavorando per migliorare lo sdoganamento e la tracciatura delle merci, ponendo in essere facilitazioni agli operatori che commerciano con l’estero, in considerazione del ruolo di volano dell’economia assunto dall’ADM.

Per ridurre i tempi di attesa per lo svincolo delle merci e migliorare l’operatività dei diversi soggetti che intervengono nel “momento doganale” si sta lavorando per passare dallo “sportello unico doganale” allo “sportello unico doganale dei controlli” volto a:

  • velocizzare il processo di sdoganamento, riducendone i tempi ed i costi per gli operatori;
  • mettere a disposizione strumenti per il monitoraggio delle fasi del processo logistico (one stop shop)
  • finalizzato a offrire alle imprese una "interfaccia" unica che consente la richiesta, il controllo e lo "scarico" delle certificazioni/nulla osta/autorizzazioni per via telematica e la "digitalizzazione" dell'intero processo di sdoganamento, compresi i segmenti di controllo di cui sono titolari amministrazioni diverse da ADM (single window)
  • istituti ed autorizzazioni doganali per favorire la massima compliance con gli operatori.

Inoltre grazie alle applicazioni tecnologiche nel settore della logistica, si stanno implementando progetti innovativi quali i fast corridor (corridoi controllati), il fast truck (passaggio veloce dei mezzi nei porti), che permetteranno sempre più un maggiore snellimento delle tempistiche per lo sdoganamento.

Nel settore della logistica gli interventi da realizzare non possono tuttavia prescindere da un impegno forte e contestuale anche delle altre Pubbliche Amministrazioni coinvolte nei processi del trasporto e dei controlli, nonché dei principali soggetti privati che operano come attori nella catena logistica (compagnie di navigazione, gestori di terminal container, doganalisti, agenzie marittime, interporti, piastre logistiche, ecc.).

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Le Zone Economiche Speciali come laboratori di innovazione e cambiamento per la PA

Roma, 14 Maggio, 2019 | 16:00

Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono state introdotte nell’ordinamento italiano con la legge n. 123/2017 di conversione del decreto-legge n. 91/2017, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (c.d. “Decreto Sud”).

Per ZES la norma intende una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata nell’ambito delle regioni del Sud Italia, costituita anche da aree non  territorialmente  adiacenti  purché presentino un nesso economico  funzionale,  e che comprende almeno un'area portuale collegata alla rete trans-europea dei trasporti (TEN-T).

Analogamente a quanto accade in altri paesi europei ed extra-europei, le aziende già operative e quelle che si insedieranno nella ZES possono usufruire di speciali benefici fiscali e semplificazioni amministrative per stimolare e facilitare l'esercizio di attività economiche e imprenditoriali.

Nonostante alcune difficoltà iniziali nel processo di istituzione e avviamento delle ZES - imputabili prevalentemente al fatto che la riforma ha introdotto uno strumento di politica economica innovativo, specie per il contesto normativo italiano - Governo, Autorità di Sistema Portuale e Amministrazioni regionali rimangono fermamente convinti ed impegnati nell'attuazione della riforma, riconoscendone l’elevato potenziale come strumento per attrarre investimenti e per favorire competitività, crescita e occupazione nel Sud Italia nel suo insieme.

Una delle sfide quindi è definire dei modelli di governance ad hoc che sappiano rispondere ad una duplice esigenza: da un lato, includere le diverse PA coinvolte nella programmazione e gestione della ZES (Ministro per il Sud, Ministero dei Trasporti, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regioni, Autorità di Sistema Portuale, Comuni, Consorzi ASI) per le questioni di propria competenza politica o amministrativa; dall’altro, assumere il concreto funzionamento della ZES come driver e principio guida.

Le esperienze internazionali, difatti, mostrano come la gestione efficace della ZES è uno dei fattori critici per il suo successo e deve intendersi a tutti gli effetti uno dei componenti del pacchetto offerto ai potenziali investitori, al pari di infrastrutture, aree di insediamento, incentivi fiscali e semplificazioni amministrative.

Le ZES quindi non solo possono, ma probabilmente devono essere un “laboratorio” per sperimentare approcci e modelli di gestione pubblica basati sulla collaborazione tra PA, evitando di ridurre la riforma al semplice sfruttamento del "brand" ZES per replicare assetti organizzativi già esistenti e poco adatti alla complessità e alla portata innovativa dello strumento.

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