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Il futuro del Lavoro alla luce dei cambiamenti economici e sociali

Roma, 16 Maggio, 2019 | 09:30

Oltre 3 milioni di lavoratori - ma si arriva a 5.2 se si considera il reddito annuale invece di quello mensile - e 2.2 milioni di famiglie risultano povere nonostante almeno un componente sia occupato. Sono due dati che emergono dal XX Rapporto "Mercato del lavoro e contrattazione collettiva”, elaborato dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro in collaborazione con ANPAL e INAPP.

Il Rapporto analizza le dinamiche del mercato del lavoro dopo la crisi, le novità istituzionali introdotte negli anni recenti con le riforme dei rapporti di lavoro e le misure di contrasto. 

Secondo i dati illustrati nel Rapporto, la diffusione della povertà tra i lavoratori è legata alla persistente bassa competitività del sistema, al minor numero di ore lavorate, alla precarietà dell’occupazione, all’impiego di manodopera poco qualificata e alle scelte di alcune aziende per contenimento dei costi. 

Nel periodo compreso tra il 2014 e il primo semestre 2018, la crescita dell’occupazione, oltre che al part-time, resta ancorata ai lavori a tempo determinato che sono aumentati del +35%, pari a 800mila lavoratori. Crescita moderata si registra per i lavori a tempo indeterminato (+460 mila) mentre risulta un calo deciso del lavoro autonomo (-117 mila). 

Dal punto di vista della qualità del lavoro e dei contratti, il Rapporto rileva come sia cresciuto il part-time involontario (soprattutto per le donne e nel Mezzogiorno) e come sia diminuita la qualificazione professionale e gli occupati con qualificazione medio alta. 

Partendo da questi numeri, appaiono coerenti le misure di sostegno adottate dai Governi negli ultimi anni: dalla social card al Sostegno Inclusione Attiva passando per il REI e arrivando oggi al Reddito Minimo e al Reddito di Cittadinanza. 

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