Le persone che hanno partecipato

Francesco Grillo

Francesco Grillo

Francesco Grillo si è laureato presso la facoltà di Economia dell’Università Luiss Guido Carli (Roma) prima di ottenere un MBA dalla Boston University in qualità di Fullbright Scholar. Detiene un dottorato dalla London School of Economics and Political Science.

È stato Visiting Fellow presso l’Oxford Internet Institute e Academic Visitor al St. Antony’s College (Università di Oxford), nonché Consigliere per il Ministero dell’Istruzione, dell’Università, e della Ricerca. Attualmente è Professore Associato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e presso University of International Business Economics (UIBE) di Pechino.

È anche Direttore del think tank Vision e autore di svariati articoli scientifici. I suoi ultimi libri (2019) sono “Democracy and Growth in the 21st century: the diverging cases of China and Italy” pubblicato da Springer Nature e “Lezioni Cinesi” pubblicato da Solferino RCS.

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Ha partecipato a:

Lazio - obiettivo 100%”: il ciclo 2014-2020 dei fondi comunitari - quale modello di specializzazione produttiva

Palazzo dei Congressi | Roma, 28 Maggio, 2014 | 15:00

Il ciclo di fondi comunitari 2014-2020 è lo strumento che permetterà alla Regione Lazio di avviare una politica di sviluppo per uscire dalla crisi, coerente con la propria vocazione produttiva. Spendere bene il 100% dei fondi unendo efficacia ed efficienza si può. Ne parliamo con i protagonisti a partire da un recente lavoro che Uniocamere Lazio ha realizzato sul modello di specializzazione produttiva della regione, che contiene punti di vista inattesi. Ne parliamo nel momento in cui si sta lavorando in modo intenso per poter redigere il Programma Operativo Regionale (POR) del Lazio, che verrà consegnato a Bruxelles il 22 luglio. In tempo per poter portare al tavolo buone idee e progetti.

 

Mobilità sostenibile nelle aree urbane

Fiera di Bologna | Bologna, 24 Ottobre, 2014 | 09:30

Il 70% degli spostamenti in città si fanno con un’automobile privata; le automobili giacciono non utilizzate nei parcheggi per più del 70% della loro vita utile; quando le usiamo ne utilizziamo – in media - non più del 30% dello spazio disponibile; alimentandone con carburanti che per chilometri hanno una resa inferiore ad un terzo da quella offerta da forme di alimentazione alternativa.

È quello della mobilità urbana, il fronte dove più elevati sono gli sprechi, maggiori – in tempo di crisi – l’esigenza di una loro riduzione e più maturi sono i progetti che possono rendere le città più intelligenti. Peraltro, c’è anche da dire che sensibili sono le differenze in termini di inefficienza tra una città ed un’altra: uno studio di qualche anno fa (Vision and Value, 2010) stimava che a Roma, in media, ogni abitante (compreso anziani e bambini) passasse in automobile quasi 250 ore all’anno; a Milano circa 100 ed è, allora, evidente che passano da una migliore mobilità molte delle possibilità di aumentare la qualità della vita e attrarre imprese. Di questo sembra essersene accorto il Governo italiano che stanzia 210 milioni di euro da spendere nei prossimi sette anni in quattordici città italiane per lanciare e valutare sperimentazioni che si possano riusare sul resto del territorio nazionale.

Molti processi e attori si stanno, dunque, muovendo in questa direzione. Si va dalle aziende pubbliche e private che offrono servizi per il carsharing, alle iniziative della cittadinanza organizzata per lo sviluppo della mobilità sostenibile nei quartieri; dalle iniziative di pedonalizzazione dei centri storici, ai sistemi di smart parking; dagli incentivi delle auto elettriche, alla nascita di una vera e propria filiera dei carburanti alternativi; dall’impegno degli operatori per la costruzione di una rete capillare di rifornimento per le auto elettriche, all’offerta commerciale di biciclette pensate appositamente per la città; dai sistemi di telecontrollo ed infomobilità che potenziano il servizio di trasporto pubblico alla sempre più massiccia diffusione di politiche di mobility management nelle grandi organizzazioni.

Gli esempi di visioni politiche strategiche, che sono riuscite ad integrare questi elementi e a renderli parte attiva di una vera e propria rivoluzione del modo di muoversi nell’ambiente urbano, non mancano sia all’estero che in Italia.

Nel corso dell’evento il confronto tra le esperienze nazionali e internazionali aiuterà ad individuare e mettere a fuoco i diversi modelli di governance integrata che sono riusciti a mettere insieme pubblico, privato e iniziativa della cittadinanza organizzata. Perché una città intelligente è soprattutto quella che riesce a valorizzare le forze già presenti sul territorio e a collegarle con quelle che già operano nel resto del mondo.