Le persone che hanno partecipato

Paolo Colli Franzone

Paolo Colli Franzone

Paolo Colli Franzone, 58 anni, è co-fondatore e Direttore di Netics.

Da più di 25 anni si occupa di ICT nella Pubblica Amministrazione, con significative esperienze maturate sia sul versante dell’offerta che della domanda.

Strategic Advisor per alcune fra le principali aziende attive sul mercato IT della sanità, coordinatore degli Annual Report dell’Osservatorio Netics sull’innovazione tecnologica in PA e in Sanità e del Rapporto Annuale AISIS (Associazione Italiana Sistemi Informativi Sanitari), in passato ha diretto il Centro Studi “Catalis” di Federsanità ANCI.

Dal 2015 collabora, attraverso la società NetSquare – Osservatorio Netics, alla rilevazione “EMRAM” (Electronic Medical Record Adoption Model) promossa da HIMSS Analytics Europe.

Dal 2015 è Direttore Scientifico del Forum S@lute.

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Ha partecipato a:

Telemedicina: la salute a portata di click

Fiera di Roma | Roma, 20 Maggio, 2010 | 10:00

La telemedicina è ormai pronta per fare il salto di qualità nel nostro
paese. La tecnologia e i sistemi sanitari regionali sono maturi per passare
da una fase di sperimentazione ad una fase operativa dove nuove modalità di
diagnosi e cura a distanza diventino strutturali ai servizi clinici. E'
quindi il momento di fare il punto sulle esperienze portate avanti in
questi anni in Italia ed in Europa in modo da consolidare le conoscenze
acquisite utili a normare il settore, tariffarlo, e definire gli standard
tecnologici e procedurali da utilizzare. Individuare i fattori abilitanti e
costruire una road-map che coinvolga le istituzioni e l'industria portando
alla diffusione della telemedicina in Italia in maniera capillare,
facendola diventare il mezzo per estendere i servizi clinici di qualità
anche in zone distanti dai centri di alta specializzazione in un contesto
sempre più diffuso di democrazia digitale.

Agenda Digitale italiana - Ricerca e Innovazione

Fiera di Roma | Roma, 18 Maggio, 2012 | 15:00

La Cabina di Regia per l'Agenda Digitale Italiana (ADI) istituita il primo marzo 2012 prevede uno specifico tavolo di lavoro sui temi della Ricerca e dell'Innovazione con i seguenti obiettivi che saranno dibattuti e approfonditi nel corso dell'incontro:

  • I. Coordinare ed armonizzare l’intervento pubblico per il sostegno alla ricerca e all’innovazione ICT in una logica di programmazione e gestione integrata dei fondi nazionali ed europei, che favorisca lo sviluppo di iniziative congiunte tra imprese e organismi di ricerca
  • II. Incrementare l’investimento privato in ricerca e innovazione nel settore ICT, prevalentemente attraverso gli strumenti del credito di imposta, e della finanziarizzazione dell’intervento pubblico (credito agevolato, garanzia al credito, finanza di progetto, ecc.)
  • III. Favorire la creazione di start up innovative nel settore dell’ICT
  • IV. Promuovere l’utilizzo dei Data Center, di cui al Progetto Strategico descritto nella sezione Infrastrutture e Sicurezza per lo sviluppo e la sperimentazione di applicazioni e servizi innovativi web-based.
  • V. Coinvolgere player importanti del settore ICT in grandi progetti di ricerca e innovazione derivanti dalla domanda pubblica.
  • VI. Promuovere la partecipazione delle imprese italiane alla realizzazione dei progetti pilota realizzati nell’ambito delle Call for proposals dell ‘ICT Policy Support Programme (PSP) del Competitiveness and Innovation framework Programme (CIP) della Commissione Europea

Presentazione del libro “Tecnology Sociali… in viaggio verso il futuro - FeliCity”

Palazzo dei Congressi | Roma, 29 Maggio, 2014 | 13:30

Questo volume racconta con il rigore scientifico necessario, ma anche con freschezza di un social network, un viaggio nell’Innovazione della Pubblica Amministrazione (PA): dopo decenni passati a discutere e legiferare, milioni di euro spesi per informatizzare servizi pensati per essere erogati allo sportello con moduli di carta, ingenti risorse spese per servizi di eGovernment troppo sofisticati tecnologicamente per essere davvero usati dai normali Cittadini è ormai venuto il tempo di cambiare davvero il passo soprattutto in relazione a quanto ottenuto dal passato: luci e ombre, forse più le seconde che le prime. In questo affresco chiaroscuro c’è questa storia, raccontata in prima persona dai protagonisti, nata nel profondo Mezzogiorno d’Italia, spesso raccontato in chiave negativa, ma in realtà capace e fiero di valorizzare le sue risorse e i suoi figli talentuosi.
Ed ecco che l’occasione dei fondi strutturali (anche questi oggetto di infiniti dibattiti circa il loro utilizzo) e che, per definizione, devono contribuire a fare crescere il “ben-essere” del territorio diventa davvero “occasione” da cogliere per il cambiamento.  In un contesto di Partnership Pubblico Privata (il distretto tecnologico Dhitech) nasce, grazie ai finanziamenti PON-REC, un progetto di ricerca ed il suo corrispondente progetto di formazione, Puglia@Service.
Il tema è quello dell’ingegneria dei servizi, dell’innovazione sociale e della open innovation per le smart communities: titolo altisonante e pieno di “parole magiche” intorno al quale quindici giovani, prodotto ed espressione di importanti e storici atenei meridionali, si cimentano in un percorso di “alta formazione” nuovo, disruptive rispetto all’approccio tradizionale. Ingegneri, economisti, gestionali, markettari affrontano il “servizio della PA” con “spirito di servizio al Cittadino” e con una visione interdisciplinare.
L’ambizione è quella di marcare da subito la differenza nel metodo, nel modello, nello spazio, nei contenuti, negli strumenti, nella comunicazione; ambizione certo, ma anche umiltà, unita alla consapevolezza e al desiderio di provare a fare qualcosa “semplicemente” utile per il nostro Paese.
Il gruppo di ricerca e di formazione cambiano il paradigma tradizionale, andando ad ascoltare chi ha realmente necessità di servizi, e dove il servizio deve essere servito: pensano, progettano e affiancano “la Pubblica Amministrazione che ci serve”. Insieme fanno nascere il living lab PugliaSmartLab che, collaborando attivamente con tutti gli stakeholder del territorio, dimostra con precocità come l’empirismo assuma un rigore scientifico già al termine del primo anno: se alleni la capacità di ascolto, l’efficacia delle azioni sul territorio può essere straordinaria in termini di ricadute (strutturali!).
Queste poche pagine le abbiamo pensate non già come un momento celebrativo ma, al contrario, come una testimonianza da condividere e discutere con quanti stanno affrontando il tema dell’innovazione della PA in generale, e dell’alta formazione in particolare.
I quindici giovani professionisti che hanno realizzato questo percorso insieme a tutti noi, sono pronti per il  mercato del lavoro, ma con quale inquadramento, con quale riconoscimento? Non ci piacciono le etichette, spesso frutto di mode temporanee e vuote di significato ma, nella logica della interdisciplinarietà invocata, la nostra PA ha bisogno di figure professionali tipiche e ditintive del XXI secolo. Tali figure lavorano “con, nella e per” la PA come innovatori del nostro Paese: “Tecnologi sociali” è dunque il termine che meglio si configura con il processo di contaminazione culturale descritto nel seguito.

Salute digitale: spendere meno e curare meglio

Palazzo dei Congressi | Roma, 26 Maggio, 2015 | 15:00

Alla fine del processo che vede ancora al lavoro Governo e Regioni, avremo il Patto per la sanità digitale.

Il risparmio viene da più parti quantificato in miliardi: circa 7. Ma è necessario evitare facili entusiasmi: pur considerando tutti l’e-health un fattore abilitante per l’evoluzione dei modelli assistenziali e organizzativi, dobbiamo constatare, da tempo, una contrazione anno su anno della spesa per la digitalizzazione della Sanità.

Allora come verrà finanziato questo passaggio alla sanità digitale non più rinviabile per garantire al nostro SSN appropriatezza, efficienza nella risposta alle vecchie e nuove domande di salute?

Quale sarà la governance di sistema dell’innovazione del nostro SSN che permetterà di rispettare la tabella di marcia disegnata per raggiungere quegli obiettivi definiti strategici e prioritari?

Quali i momenti e gli strumenti di misurazione dell’avanzamento del programma?

I lavori della giornata punteranno a dare una risposta a questi interrogativi, evidenziando alcune tra le priorità di intervento, e in particolare:

  • i servizi digitali al cittadino, l’empowerment del paziente e l’utilizzo dei social media per la salute;
  • le nuove modalità di interazione multidisciplinare tra professionisti in ambito ospedaliero e territoriale;
  • i servizi per la continuità assistenziale ospedaleâterritorio e i nuovi modelli di cura, tra cui la telemedicina;
  • il procurement dell’innovazione e le partnership pubblico-privato in sanità.

CONVEGNO INAUGURALE - L’innovazione al servizio del Wellbeing

Palazzo Lombardia | Milano, 10 Novembre, 2016 | 09:30

QUI IL VIDEO DEL CONVEGNO INAUGURALE:
L’innovazione al servizio del Wellbeing/pt.1
L’innovazione al servizio del Wellbeing/pt.2

L’innovazione al servizio del Wellbeing. Una moda o un formidabile alleato del SSN alla ricerca di maggiore sostenibilità?

Presentazione del White Paper «Scenari di sanità digitale» dell’Osservatorio Netics.

 

Corso per i giornalisti: Divulgazione scientifica e cyber security nella sanità

Palazzo Lombardia | Milano, 12 Novembre, 2016 | 09:30

S@lute mette a sistema le suggestioni, le analisi, gli spunti e le storie dei protagonisti dell’innovazione nel sistema della salute: innovatori, imprese, istituzioni, università, amministrazione pubblica e, non da ultimo, i media.

Proprio ai giornalisti S@lute dedica un corso di formazione, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e, dunque, valido ai fini dell’acquisizione dei crediti formativi necessari alla permanenza nell’Albo degli iscritti.

I giornalisti  interessati possono iscriversi: https://sigef-odg.lansystems.it/sigef/

 

Il format

Il corso si svolgerà nell’arco di una mattinata, sulla base di queste linee guida:

  • Impostazione didattica: il corso deve consegnare alla platea di giornalisti informazioni utili, spendibili nel quotidiano della loro attività;
  • Struttura modulare, all’interno di un ‘frame’ convegnistico:
  • Lezione introduttiva di scenario
  • Dati, progetti, case histories
  • Spazio alle domande e all’interlocuzione diretta

Aspettando S@lute2017

Roma, 24 Maggio, 2017 | 13:30

A novembre scorso, S@lute2016 si era chiuso a Milano con

* oltre 130 relatori;

* 30 momenti di dibattito e confronto;

* 4 appuntamenti trasmessi in streaming per circa 18 ore di diretta * Oltre 30 ore di registrazioni degli eventi più importanti consultabili qui

* Più di 800 partecipanti e 2.256 tweet totali che, in base ai dati di tweetbinder.com, hanno raggiunto 1.105.278 di persone

Un ottimo riscontro in termini di pubblico, standing dei relatori, qualità del dibattito e proposte avanzate che ci ha indotti a preparare un’edizione 2017, più ampia per temi trattati, idee e esperienze presentate.

Oggi, quindi, trenta minuti per presentare tutte le novità di S@lute2017, che si svolgerà a Roma il 20 e 21 settembre presso il Centro Congressi Roma Eventi (Piazza della Pilotta), che occuperemo interamente mettendo a disposizione dei partecipanti sale dibattito, spazi networking, demo point.

Perché S@lute sarà il luogo di aggregazione e di riflessione unico per tutta la filiera della salute: Istituzioni, mondo della ricerca, imprese, associazioni di cittadini/pazienti. Il luogo in cui ritrovarsi ogni anno per fare il punto sull’innovazione per la salute sotto il profilo più ampio della cura e del prendersi cura; della diffusione di piattaforme digitali abilitante per nuovi processi e servizi; degli strumenti di welfare per assicurare la tutela prevista dalla nostra Costituzione.

Perché l’innovazione per la salute potrà riuscire a moderare e superare quelle disuguaglianze che demografia e crisi strutturale di lungo periodo hanno prodotto e che politiche di tagli lineari rischiano di rendere permanenti.

Si pensi inoltre al volano che per la nostra ripresa economica possono rappresentare le cosiddette silver e white economy, spinte da uno Stato Partner che crea le condizioni per lo sviluppo connettendo università, centri di ricerca delle imprese, distretti tecnologici, incubatori, PMI.

 

Si pensi al beneficio per il nostro SSN di una diffusa responsabilità nell’assunzione e nel mantenimento di corretti stili di vita e nel coltivare la prevenzione (si pensi al caso vaccini) attraverso un’informazione sanitaria intermediata dall’esperienza e l’autorevolezza dei professionisti della sanità rispetto all’ipertrofia, a volte confusa, indotta dal web.

 

Tutto questo sarà S@lute2017 e ve lo presenteremo oggi.

La centralità del dato

Roma, 20 Settembre, 2017 | 15:00

Il dato sanitario rappresenta uno degli aspetti centrali rispetto al tema complessivo della sanità digitale per quantità, dimensioni, tipologia e strategicità. Ogni anno il Servizio Sanitario Nazionale produce centinaia di migliaia di Terabytes di dati clinici ed amministrativi riferibili a milioni di assistiti/pazienti. Questa quantità di informazioni rappresenta un problema tecnologico (la crescita esponenziale del fabbisogno di storage in sanità), ma soprattutto un enorme problema relativo alla sicurezza: gli attacchi a scopo terroristico così come quelli più prosaicamente correlati ad iniziative malavitose finalizzate all’ottenimento di riscatti in denaro colpiscono molto frequentemente le strutture sanitarie in ogni Paese del mondo.

Ma il dato sanitario (soprattutto quello tipicamente clinico) rappresenta anche un’enorme opportunità a livello scientifico: essere in grado di analizzare enormi quantità di informazioni più o meno strutturate, fornendo elementi di supporto alle decisioni cliniche, significa incrementare considerevolmente le capacità “predittive” di una medicina sempre più orientata alla prevenzione secondaria come strumento di contrasto quotidiano all’insorgere ed all’evolversi di patologie in situazioni sempre più complesse di multimorbilità.

Le tecniche di deep e machine learning applicate alla medicina forniscono agli operatori sanitari un supporto insostituibile, potendo fare in pochi minuti quello che l’uomo – forse – potrebbe riuscire a fare in qualche anno di lettura ininterrotta di centinaia di migliaia di documentazione scientifica. In un sistema sanitario sempre più interconnesso e diffuso fra ospedale e territorio, le piattaforme di clinical collaboration rappresentano la “prossima grande sfida” per l’healthcare information technology: si superano i confini del sistema informativo ospedaliero e/o territoriale, garantendo viste in profondità dei dati (e non già dei “documenti”) dei pazienti che possono essere condivise fra tutti gli attori coinvolti nei processi di diagnosi e cura.

Il tutto nel rispetto della riservatezza del dato sanitario, sensibile per definizione e antonomasia, alla ricerca di un equilibrio fra diritto alla privacy e tutela dell’interesse collettivo superiore in un servizio sanitario sempre più determinato alla responsabilizzazione dei pazienti.

L’accountability dell’innovazione in Sanità

Roma, 21 Settembre, 2017 | 11:45

Anche l’innovazione tecnologica di matrice “informatica”, in Sanità, deve seguire logiche e modelli ampiamente consolidati in ambiti come quello relativo ai farmaci e ai dispositivi.
Innovare tanto per farlo o per seguire un trend, non conduce da nessuna parte se non lungo il versante dello spreco di risorse sempre più scarse.
Occorre definire e implementare meccanismi di valutazione ex-ante ed ex-post per tutte le iniziative di digitalizzazione in ambito sanitario, mutuando modelli quali l’Health Technology Assessment.

È anche necessario, ed ormai improcrastinabile, affrontare il tema del procurement innovativo: non è forse più possibile comprare innovazione tecnologica seguendo le regole che governano l’acquisto di beni “ordinari”, in un contesto ad elevatissima natalità di soluzioni e paradigmi rivoluzionari.

Partenariato pubblico-privato, contratti basati sul raggiungimento di performances condivise ex-ante, operazioni di finanza di progetto e affidamento in concessione sono alcune delle “parole d’ordine” più utilizzate in teoria e meno nella prassi quotidiana. Occorre superare la liturgia della parola, passando ai fatti: per farlo, è necessario che tutte le parti in causa (a partire da ANAC e Corte dei Conti) si confrontino con l’obiettivo di giungere in tempi stretti all’emanazione di linee guida capaci di affrancare le stazioni appaltanti dall’ansia del “foglio bianco”, della decisione presa in assenza di punti di riferimento sicuri.

Mobile First! Le app e i servizi di eHealth

Roma, 21 Settembre, 2017 | 15:00

La trasformazione del Servizio Sanitario in chiave digitale rappresenta una delle principali sfide per un vero e proprio “nuovo patto” fra SSN, operatori sanitari e cittadini/utenti: semplificazione, comunicazione, coinvolgimento e responsabilizzazione sono le parole chiave per un nuovo modo di interpretare le relazioni SSN/cittadini, medico/paziente, SSN/operatori sanitari.

Le App diventeranno il principale strumento/canale di comunicazione e interazione per tutto quello che attiene al mondo della tutela e prevenzione della salute e dell’assistenza socio-sanitaria entro pochi anni: non è azzardato immaginare un medico che “prescrive” una o più App a un suo paziente con finalità di monitoraggio dello stile di vita e delle abitudini alimentari, così come saranno d’uso quotidiano App finalizzate a monitorare l’assunzione di farmaci e a comunicare col paziente rispetto a prenotazioni ed esiti di esami diagnostici e visite specialistiche ambulatoriali.
Anche l’integrazione ospedale/territorio passa attraverso l’utilizzo di App o di altri servizi di comunicazione multicanale, così come la presa in carico di pazienti cronici secondo il modello “Chronic Care Model”.

In un futuro neppure troppo remoto le strutture del SSN e i vari operatori coinvolti (pubblici e privati convenzionati) “interagiranno” con gli assistiti/pazienti anche attraverso i social media, specialmente per quanto riguarda le campagne di prevenzione, l’educazione sanitaria e la promozione di stili di vita salutari.

Come governare questo nuovo ecosistema sanitario digitale? Con quali regole e con quali responsabilità?
Quale deve essere il ruolo del SSN nella veicolazione di “buona e scientificamente valida” comunicazione sanitaria, anche con l’obiettivo di contrastare la proliferazione di “cattiva” informazione?
A queste ed altre fondamentali domande verrà data una risposta in questo convegno che vede la partecipazione di tutti i principali attori del Servizio Sanitario Nazionale.

L’innovazione dell’innovazione, domanda e offerta a confronto

Roma, 20 Settembre, 2017 | 11:45

La completa digitalizzazione della sanità pubblica italiana passa inevitabilmente attraverso un piano straordinario di investimenti: credere di poter innovare a invarianza di finanza pubblica significa illudersi, in quanto le risorse necessarie superano di gran lunga le eventuali economie conseguibili sulla spesa corrente.
I privati sono pronti a scommettere sull’efficientamento del SSN e a coinvestire utilizzando strumenti di partenariato e modelli di procurement innovativo.
Serve una governance forte, che non può che passare attraverso le Regioni e le Province Autonome in quanto “titolari” del SSN.
Servono obiettivi precisi e strategie chiare: un piano strategico per ciascuna Regione e Provincia Autonoma.
Serve, soprattutto, un confronto preliminare fra domanda e offerta: le soluzioni disponibili, l’avvio di un’iniziativa per la piena e totale interoperabilità fra i vari silos applicativi, i trend tecnologici; gli obiettivi e le strategie regionali per lo sviluppo di una sanità “full digital”.

I principali vendor di tecnologie e applicativi per la sanità si confrontano coi policy e decision maker a livello regionale e centrale, con l’obiettivo di condividere i possibili scenari di digital transformation del Servizio Sanitario Nazionale.

Razionalizzazione dell'Infrastruttura tecnologica

Roma, 23 Maggio, 2018 | 11:45

Con l’approvazione del Piano triennale di AgID, il percorso di razionalizzazione volto al consolidamento delle infrastrutture digitali delle PA è finalmente entrato nel vivo. Il consolidamento delle infrastrutture IT rappresenta infatti un elemento cardine della complessiva strategia italiana per la crescita digitale, passaggio necessario per garantire maggiori livelli di efficienza, sicurezza e rapidità nell’erogazione dei servizi a cittadini e imprese.

Il percorso evolutivo delineato dal Piano si articola lungo due direttrici strategiche, strettamente connesse tra loro. Da un lato, la razionalizzazione dei data center pubblici, per porre termine alla forte frammentazione delle risorse e alle frequenti situazioni di inadeguatezza tecnologica riscontrate da AgID nella sua attività di ricognizione. Dall’altro, la definizione e la successiva implementazione di un modello strategico evolutivo di cloud della PA, paradigma finora applicato in modo estremamente disomogeneo e limitato all’adozione di pochissime soluzioni.

Alcuni importanti passi sono già stati compiuti: è il caso delle circolari sui criteri per la qualificazione dei Cloud Service Provider (CSP) per la PA e per la qualificazione di servizi Software as a Service (SaaS) per il Cloud della PA. 

Molti sono però i nodi ancora da sciogliere lungo il percorso di attuazione tenendo in considerazione gli obbiettivi di crescita digitale supportati da un'approccio puntuale alla trasformazione digitale.

Durante il convegno, verranno condivise visioni ed esperienze di realtà pubbliche e grandi Aziende in grado di accompagnare le Amministrazioni in tutte le fasi associate alla digital transformation.

Per ascoltare la registrazione integrale delle due tavole rotonde cliccare i seguenti link:

Tavola_Rotonda1 Tavola_Rotonda2

 

 

La trasformazione, la nuvola, il futuro: Cloud Computing e Digital Transformation della PA

On web, 11 Giugno, 2018 | 12:00

Qui di seguito la REGISTRAZIONE VIDEO del webinar

 

FPA organizza, in collaborazione con Microsoft, un webinar dedicato ad approfondire la centralità del Cloud Computing nel percorso di razionalizzazione e consolidamento delle infrastrutture IT delle PA, delineato dal Piano triennale di AgID.

Con l’approvazione del Piano triennale di AgID, il percorso di razionalizzazione volto al consolidamento delle infrastrutture digitali delle PA è finalmente entrato nel vivo. Il consolidamento delle infrastrutture IT rappresenta infatti un elemento cardine della complessiva strategia italiana per la crescita digitale, passaggio necessario per garantire maggiori livelli di efficienza, sicurezza e rapidità nell’erogazione dei servizi a cittadini e imprese.

Il percorso evolutivo delineato dal Piano si articola lungo due direttrici strategiche, strettamente connesse tra loro. Da un lato, la razionalizzazione dei data center pubblici, per porre termine alla forte frammentazione delle risorse e alle frequenti situazioni di inadeguatezza tecnologica riscontrate da AgID nella sua attività di ricognizione. Dall’altro, la definizione e la successiva implementazione di un modello strategico evolutivo di cloud della PA, paradigma finora applicato in modo estremamente disomogeneo e limitato all’adozione di pochissime soluzioni.

A che punto siamo? Quale road map per la Digital Transformation della PA? Un focus in questo webinar, durante il quale verrà presentato il White Paper realizzato da Osservatorio Netics in collaborazione con Microsoft che delinea una proposta per la strategia di trasformazione digitale delle organizzazioni pubbliche attraverso adozione di paradigmi tecnologici basati sul cloud.