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Convergenze tra comunicazione di impresa e comunicazione pubblica

Fiera di Roma | Roma, 19 Maggio, 2010 | 15:00

Le pubbliche amministrazioni e la loro architettura comunicativa. Una realtà disuguale. Chi svolge funzioni preliminari, chi più avanzate, chi  strategiche per sé e per la società.

Guardando ad esperienze internazionali si tratta di una architettura a più piani:

  • il piano terra per svolgere servizi di comunicazione elementare e anagrafica (chi sono, dove sto, che competenze tratto);
  • il primo piano costituito dal front line (in Italia quello concepito dalle norme degli anni ’90 e dalla legge 150/2000); servizi puntuali, accesso e accompagnamento alla fruizione di atti e norme; in rete e in realtà fisiche;
  • il secondo piano costituito (poco in Italia) dal presidio pubblico ai processi di democrazia partecipativa, ovvero la gestione procedurale del “dibattito pubblico” in cui il cittadino, in forme associative, interagisce con le istituzioni prima delle decisioni, su temi di interesse generale e nei processi de jure condendo;
  • il terzo piano costituito – in un quadro culturale che permea più le imprese che le istituzioni – dalla gestione dinamica del patrimonio simbolico accumulato ed espresso da ogni singola istituzione in rapporto al suo territorio e alle sue competenze (branding).

Un programma per discutere con sguardo trasversale questo schema. L’asse verticale è logico, interattivo, influenza reciprocamente i piani. Non è difficile dire che lo “schema compiuto” è esperienza rara nelle amministrazioni italiane. Ma non assente. Dipende da come sistema economico e soggetti pubblici convergono sulla utilità di indagare le sinergie necessarie per fare comunicazione di pubblica utilità.