Le persone che hanno partecipato

Maria Teresa Salvemini

Maria Teresa Salvemini

Nata a Molfetta (BA) il 10 aprile 1936. Professore ordinario di Politica economica e finanziaria all'Università di Roma "La Sapienza" dal 1975 al 2002. E' stata Consigliere di Amministrazione dell'Ufficio Italiano Cambi dal 1978 al 1984, e dal 1994 al 1999; del CREDIOP dal 1982 al 1990, e dal 1995 al 1996; del Banco Ambrosiano Veneto dal 1985 al 1991; dell'Istituto per il credito sportivo dal 1997 al 2002. Membro della Commissione tecnica per la spesa pubblica. (1981-1993). Presidente dell'ISPE (1986-1989). Membro del Comitato Consultivo del debito pubblico (1988-1989). Capo di Gabinetto del Ministro del Bilancio Andreatta, nel Governo Amato, e poi del Ministro Spaventa, nel Governo Ciampi nel 1993. Presidente dell'Osservatorio per le politiche regionali (1994-1995). Membro del Consiglio tecnico scientifico della programmazione economica (1995-1996). Direttore Generale della Cassa Depositi e Prestiti dal 1996 al 2002. Vice Presidente di Banque Palatine dal 2003 al 2008. Presidente di Europrogetti e Finanza SpA dal 2001 al 2009. Consigliere di Amministrazione della SVIMEZ, e dell'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Componente del Comitato Direttivo dell'Istituto Affari Internazionali. Consigliere di Amministrazione dell'ENEA (2006-2009) e dell'Istituto Poligrafico dello Stato dal 2007 al -2009. Ha scritto e pubblicato soprattutto in materia di moneta, debito pubblico, politica di bilancio e credito agli Enti locali.

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Ha partecipato a:

Oltre il PIL: l’impatto delle misure di benessere, sviluppo e qualità della vita sulle politiche dei Governi, delle istituzioni, delle imprese

Fiera di Roma | Roma, 10 Maggio, 2011 | 10:00

Ormai la necessità di andare “oltre il PIL” per misurare il benessere, lo sviluppo economico e la qualità della vita è un concetto largamente condiviso. Il convegno si propone di approfondire il ragionamento prendendo in considerazione l’impatto che tale diversa politica di misurazione e di valutazione ed un nuovo set di  indicatori potrebbe avere sulle singole policies.

L’incontro si concentrerà quindi su tre focus di analisi:

- il cambiamento degli indicatori per la valutazione delle politiche di coesione. L’idea è quella che per l’allocazione dei fondi comunitari nei vari Paesi non vengano più valutati macroindicatori quali il PIL, l’occupazione, etc., ma sia ogni Paese a definire dal basso i propri indicatori in base ai propri obiettivi di benessere. In questo modo si ridà un ruolo centrale alle comunità locali;

- il tema del “lavoro decente”, come cambia l’organizzazione del lavoro e l’impatto di questa sulla qualità della vita;

- il legame tra gli indicatori macro (PIL) e gli indicatori sulla Responsabilità sociale d’impresa.

Benessere equo e sostenibile: un nuovo strumento per le policy

Palazzo dei Congressi EUR | Roma, 30 Maggio, 2013 | 09:30

Bes 2013, il primo rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia è stato presentato lo scorso marzo da Istat e Cnel. Identificare le dimensioni del benessere e le modalità per misurarle  equivale a riflettere su quali fenomeni sia necessario considerare per migliorare il nostro Paese, come definire obiettivi di breve e lungo periodo e come valutare i risultati dell’azione pubblica. Gli indicatori del Bes aspirano a divenire una sorta di “Costituzione statistica”, un riferimento costante e condiviso dalla società italiana in grado di segnare la direzione del progresso da realizzare. Da questo quadro condiviso, potrebbero muoversi  azioni da parte del mondo  politico, delle parti sociali e degli istituti di ricerca. Guarda il video

Per una ripresa equa e sostenibile

Bologna, 16 Ottobre, 2013 | 11:45

La fine del lungo e drammatico periodo di recessione, che ha attraversato tutto il mondo occidentale e l’Europa in particolare, sembra essere alle porte, anche se per il nostro Paese con un andamento rallentato rispetto ai nostri vicini. Questa ripresa appare pero' spesso sbilanciata e rischia di non andare ad incidere su alcuni aspetti chiave del benessere delle comunita', in primis la disponibilita' di lavoro “buono” per i giovani, per le donne, per quanti sono precocemente usciti dal mondo produttivo.

Dalle misure del benessere, che in Italia hanno portato alla realizzazione del BES (Benessere Equo e Sostenibile) possono venire importanti indicazioni sull’equita' e sulla ripresa che possono essere utili per orientare le politiche economiche.