Le persone che hanno partecipato

Marco De Giorgi

Marco De Giorgi

Marco DE GIORGI, di origini pugliesi, è Capo Dipartimento per le politiche giovanili della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Professore a contratto dell’Università Luiss Guido Carli.

Sul piano della formazione, dopo essersi laureatosi con lode in Giurisprudenza, indirizzo giuridico-economico, presso la stessa Università Luiss di Roma, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca, sempre con lode, in Organizzazione e Funzionamento della Pubblica Amministrazione presso l’Università La Sapienza di Roma con il coordinamento del prof. Sabino Cassese.

Vincitore del primo corso-concorso per la dirigenza bandito dalla Scuola Superiore della Pubblica amministrazione, nel 2000 è stato incaricato di dirigere il Servizio del Preconsiglio e della Qualità del Sistema Normativo presso il DAGL – Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, occupandosi di drafting e della sperimentazione dell’AIR, analisi di impatto della rea lamentazione.

Dopo vari incarichi di Direzione generale, dal 2008 al 2012, è stato incaricato, con decreto del Presidente della Repubblica, di svolgere le funzioni di Segretario Generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dove ha curato tutte le attività di riorganizzazione del dicastero.

Attualmente dirige il Dipartimento per le politiche giovanili della Presidenza del Consiglio ed è vicepresidente dell’AGDP – Associazione nazionale dei Giovani Dirigenti delle Pubbliche amministrazioni.

Autore di vari articoli di Diritto pubblico e Organizzazione amministrativa su riviste giuridiche specializzate, svolge attività accademica e di ricerca in materia di Diritto amministrativo.

Dal 2018 coordina la prima sperimentazione Pa e social impact nell’ambito del Programma per l’innovazione sociale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (dPCM 21 dicembre 2018).

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Ha partecipato a:

Fare ambiente: la PA si tinge di verde

Fiera di Roma | Roma, 17 Maggio, 2010 | 15:00

Come rendere ecologiche e sostenibili le azioni della pubblica amministrazione e come trasformare le nostre città in comunità sostenibile? Quali sono i vantaggi? Cosa sta accadendo in Europa? Ne parlano il direttore generale del Ministero dell’Ambiente Corrado Clini, il presidente di FormezPA Carlo Flamment insieme ai sindaci dei comuni più sostenibili d’Italia come Sluderno (BZ) e Settimo Torinese (TO) in un confronto aperto con i sindaci delle Green Capital europee di Muenster e con rappresentanti della Commissione europea.

Il convegno sarà l’occasione per lanciare la giornata di formazione gratuita, organizzata da FormezPA il 19 maggio dal titolo “Politiche locali in salsa verde. Sostenibilità biodiversità comunicazione: istruzioni per l’uso”.
Le attività didattiche verteranno su:

  • Efficientamento energetico
  • Come progettare azioni di conservazione di lungo periodo per tutelare la biodiversità
  • La tracciabilità dei rifiuti
  • Come scrivere un piano di comunicazione

I partecipanti al corso riceveranno un attestato di partecipazione materiale didattico inedito.

La sostenibilità ambientale in una pubblica amministrazione virtuosa

Fiera di Roma | Roma, 18 Maggio, 2010 | 10:00

Il Green Public Procurement (acquisti verdi della Pubblica amministrazione) conosciuto con la sigla GPP è  un importante strumento a disposizione della Pubblica Amministrazione per razionalizzare e ridurre la spesa pubblica e per ridurre gli impatti ambientali. Il GPP, inoltre, può diventare un volano straordinario per trasformare il sistema produttivo italiano, favorendo piccole, medie e grandi imprese disposte ad investire sulla sostenibilità ambientale.

Seguendo le indicazioni della Commissione europea il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha approvato il Piano d’azione nazionale per il Green Public Procurement con Decreto interministeriale n. 135 del 11 aprile 2008 (G.U. n. 107 dell’8 maggio 2008) è stato approvato il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione (PAN GPP).

Ora dopo la pubblicazione dei primi i criteri ambientali su “ carta in risme ed ammendanti”, sono in via di approvazione anche i criteri ambientali per i prodotti: tessili, arredo per ufficio, illuminazione pubblica, serramenti e apparecchiature informatiche ( personal computer, stampanti…).

Diventa così pienamente il operativo il piano che le pubbliche amministrazioni (centrali e periferiche) sono chiamate ad applicare.

Il  convegno del  18 maggio sarà un’importante occasione per fare il punto sullo stato dell’arte e per discutere delle prospettive.

Regioni Obiettivo Convergenza: la risposta del territorio alla sfida del POI Energia

Fiera di Roma | Roma, 11 Maggio, 2011 | 15:00

Il POI Energia (Programma Operativo Interregionale “Energie rinnovabili e risparmio energetico” 2007-2013 rivolto alle Regioni Obiettivo Convergenza) è ormai entrato nella fase più operativa ed attiva di realizzazione e sempre maggiore è il coinvolgimento delle amministrazioni centrali e degli enti locali nel promuovere interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici e delle strutture pubbliche o adibiti ad uso pubblico e, più in generale, per l’ottimizzazione dei sistemi energetici nel suo complesso.

Gli avvisi pubblicati (rivolti a Edifici Scolastici, Aziende Sanitarie e Ospedaliere e Piccoli Comuni e Borghi Antichi) hanno visto una larga partecipazione degli enti territoriali ed una attiva partecipazione delle Pubbliche Amministrazioni, a dimostrazione dell’interesse e della sensibilità sul tema del risparmio energetico come fattore determinante per una gestione sostenibile e ambientalmente consapevole.

Attraverso questo convegno il MATTM-DG SEC intende porre l’attenzione sugli interventi proposti dalle amministrazioni locali oltre che sull’importanza di una corretta diagnosi energetica delle strutture che consenta di indirizzare la Pubblica Amministrazione verso una gestione sostenibile delle stesse dal punto di vista energetico e verso la formulazione di efficaci piani di investimento.

Valutazione delle performance della PA: prospettive future ed etica

Palazzo dei Congressi | Roma, 24 Maggio, 2016 | 11:45

E' disponibile la registrazione integrale del convegno su FPAtv

La valutazione delle performance della p.a. accende dibattiti ed anche critiche ad ogni presunta novità del legislatore, tesa a favorire il processo di riforma, ad oltre sei anni dal D.lg. n. 150/2009. In attesa dell’attuazione reale della riforma Madia (Legge 7 agosto 2015 n.124) ed in particolare quello di riordino del ruolo e delle funzioni degli OIV, quale destino aspettarsi per una p.a. che ha assoluto bisogno di valutazione? “Etica” ed efficienza devono andare di pari passo per il rinnovamento del sistema pubblico italiano. Sono due facce della stessa medaglia, il nostro paese muore per la mancanza di meritocrazia a tutti i livelli e per il dilagare di una mala amministrazione che spesso sfocia in “corruzione”. Inoltre, l’articolo 11 della Legge 124/15, incentrato sulla dirigenza pubblica, su revoca incarichi e retribuzione, si gira a vite sulla valutazione, senza portare a compimento un’idea precisa, ma solo generiche dichiarazioni d’intenti.

Con l’abbandono del ruolo unico risiede l’ambiguo collegamento tra gestione degli incarichi dirigenziali e la valutazione della performance dei dirigenti, con riferimento alla valutazione dei risultati. Il dirigente pubblico diventa un punto interrogativo dietro la valutazione delle performance pubbliche.

Valutare le performance, organizzativa ed individuale, nella prospettiva futura di medio termine, non significa certo semplice osservanza di “procedure”, ma capacità etica di produrre cambiamento in avanti per tutti i cittadini, interni ed esterni alla pubblica amministrazione.

La performance delle amministrazioni pubbliche: tra valutazione interna ed esterna

Roma, 24 Maggio, 2017 | 15:00

Il ciclo della performance è stato introdotto nelle amministrazioni pubbliche dal decreto legislativo n. 150 del 2009. Negli anni successivi il legislatore è più volte intervenuto sul ciclo per cercare di migliorarne l’efficacia. Da ultimo, il decreto legge n. 90 del 2014 ha trasferito tutte le competenze in materia di ciclo della performance, inizialmente assegnate ad una Commissione indipendente (CiVIT, poi diventata ANAC) in capo al Dipartimento della Funzione Pubblica (DFP).

Le funzioni del DFP in materia di performance sono oggi disciplinate dal DPR n. 105 del 2016: il Dipartimento, tra le altre cose, indirizza le attività degli OIV, definisce nuove linee guida per la semplificazione ed il miglioramento delle varie fasi del ciclo della performance e intende promuovere la costituzione della Rete Nazionale per la valutazione esterna delle amministrazioni pubbliche. E’ prevista, inoltre, a breve, l’emanazione di un decreto legislativo, attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari, che apporterà una serie di modifiche al D. Lgs. n. 150 del 2009, rafforzando ulteriormente alcune delle novità introdotte dal DPR.

A poco più di un anno dall’entrata in vigore del decreto n.105, molte cose sono già state fatte e altre sono in fase di realizzazione: è stato istituito l’Elenco Nazionale OIV (che già prevede oltre 1400 iscritti), è stata avviata una stretta collaborazione con la Ragioneria Generale dello Stato per definire le modalità di integrazione fra ciclo della performance e ciclo di bilancio, sono in via di definizione le prime linee guida per una più efficace definizione del Piano della performance, sono stati attivati dei Laboratori di approfondimento con alcuni Ministeri.

La Costituzione della Rete Nazionale per la valutazione delle amministrazioni pubbliche, con l’obiettivo di “valorizzare le esperienze di valutazione esterna delle pubbliche amministrazioni e dei relativi impatti che vengono condotte in specifici ambiti e settori, favorire la condivisione di tali esperienze e definire metodologie di valutazione comuni” (art. 7, co. 1, DPR n. 105 del 2016) è la principale innovazione sul fronte della valutazione esterna, dalla quale potrebbero aprirsi scenari sinora inediti anche i fini della valutazione degli impatti, aiutando a superare uno dei principali limiti fin qui riscontrati nell’attuazione del ciclo della performance.

Partendo dalla consapevolezza che in vari settori della PA sono già stati sviluppati sistemi di valutazione esterna, orientati proprio alla valutazione degli impatti generati (Università, Scuola, Sanità), il Dipartimento vuole valorizzare le esperienze già esistenti per arrivare a costruire una Rete nella quale possano svilupparsi modelli e criteri più evoluti, garantendo una graduale integrazione fra i vari sistemi, salvaguardando le specificità dei singoli settori.

Il convegno si sviluppa dunque in due sessioni: una prima nella quale il Dipartimento della funzione pubblica presenta lo stato di avanzamento delle proprie attività in materia di ciclo della performance e una seconda parte nella quale un panel di esperti si confronta sulle differenti esperienze di valutazione esterna allo scopo di individuare una prima serie di elementi utili alla successiva costruzione della Rete.

Tra i 17 Sustainable Development Goals - strettamente correlati l'uno con l'altro - il focus, in questo evento, sarà sull'obiettivo 16, "Pace, giustizia e istituzioni solide".

La valutazione delle performance della PA: un primo bilancio dopo le riforme

Roma, 22 Maggio, 2018 | 11:45

Nei paesi più evoluti la valutazione, sia nel privato che nel pubblico, assume un ruolo chiave per il conseguimento del benessere economico e sociale. La necessità di assicurare la qualità degli investimenti e il controllo della spesa pubblica ha portato molti stati a varare riforme ispirate in vario modo al cd. New Public Management, che hanno interessato da oltre un decennio anche l’Italia. Alcune riforme si sono alternate e la p.a. deve necessariamente riflettere e capire quali soluzioni applicare ai limiti sin ora riscontrati.

Valutare le performance, organizzativa ed individuale, non significa semplice osservanza di procedure, ma capacità di produrre cambiamento in avanti per tutti, superando anche la cooptazione, tutta italica, che ha da tempo dimostrato nei fatti come in generale siamo più “amici e parenti” che cittadini responsabili.

Le riforme degli ultimi anni hanno permesso di fare passi in avanti, anche se per permettere di elevare la pubblica amministrazione italiana occorre liberarla da pesi che, più che normativi, sono organizzativi e comportamentali.

Non è oggi procrastinabile un tagliando a quanto introdotto dal legislatore in materia di valutazione delle performance della p.a. in Italia, cercando di capire cosa ha funzionato bene e cosa meno, per fare le opportune correzioni per una ripartenza efficace ed equa del Paese.

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Il Project Management per il miglioramento delle performance nella PA

Roma, 22 Maggio, 2018 | 15:00

Il convegno organizzato dalI'Istituto Italiano di Project Management (ISIPM) intende affrontare il tema della valutazione delle performance, oggetto della recente riforma, attraverso l'esame di esperienze di programmazione, misurazione e valutazione esplorando in particolare il necessario legame con una ottica di gestione progetti .  La recente normativa apre infatti la strada ad un approccio che colleghi la misurazione ed il controllo delle performance con il programma degli interventi, la conseguente pianificazione delle attività necessarie per produrre i relativi risultati/ deliverable attesi ed ottenere i corrispondenti benefici per gli stakeholder.
ISIPM collabora già da qualche anno su questi temi con il Master PERF.ET (Miglioramento delle performance degli Enti Territoriali e altre PA) della Università di Ferrara e con il Master MIMAP (Innovazione e management nelle amministrazioni pubbliche) della Università Roma Tor Vergata ed intende quindi presentare e valorizzare le esperienze che utilizzano le migliori pratiche di project management all'interno del processo di pianificazione, misurazione e valutazione delle performance.

 

#MeritiamocilaPA

Roma, 23 Maggio, 2018 | 11:45

Il modello manageriale pubblico in Italia è frutto di una stratificazione normativa che nel tempo ha aggiunto norme e principi ispirati ad approcci molto diversi tra di loro. Probabilmente è mancata una rivisitazione complessiva della figura, con una scelta di campo chiara dal punto di vista concettuale, prima ancora che normativo.

L’approccio meritocratico è dichiarato in tutte le riforme, ma come coniugarlo con un’efficacia non autoreferenziale che assicuri la reale soddisfazione di bisogni interni ed esterni alla PA? Come vengono conseguiti questi principi nel settore privato?

Nella fase di accesso sembra sia il merito ad assicurare alle PA le persone più idonee, come previsto dalla Costituzione. Ma chi gestisce la selezione? E come? Quali sono i criteri utilizzati, le competenza richieste, il modello di dirigenza di riferimento, qual è lo sbocco della selezione al primo incarico?

Dotarsi di un efficace sistema di valutazione è indispensabile a far emergere e rendere riconoscibile il merito ed il valore del contributo apportato dal dirigente. A cosa serve la valutazione, quali processi richiede di attivare ex ante, come conciliare equità e differenziazione, cosa si valuta? Nella PA si lavora per obiettivi? I diversi modelli succedutisi negli ultimi anni e prospettive evolutive. Che ruolo ha e come è strutturata la valutazione nel settore privato?

Che ruolo ha la formazione in tutto ciò? E’ disponibile l’offerta formativa necessaria alla dirigenza del Paese? Dove si trova il confine tra aggiornamento e formazione in un contesto normativo in continua evoluzione?

Modello hard vs. modello soft: una regolamentazione omogenea dei percorsi di carriera per l’accesso ad incarichi superiori, legati alla valutazione degli incarichi precedenti, assicura il continuo miglioramento della PA? E’ la migliore garanzia di un corretto rapporto tra dirigenza e politica? E’ possibile immaginare modelli alternativi basati su meccanismi di tipo relazionale o su modelli di rete reputazionale? I due sistemi possono convivere? Quale modello garantisce i migliori risultati, quale fornisce maggiori garanzie? Cosa si può apprendere e applicare del settore privato senza violare la Costituzione?

L’associazione allievi SNA promuove una tavola rotonda con interlocutori di prestigio provenienti dal mondo della PA e delle aziende, per stimolare una riflessione sui principali snodi critici della dirigenza, sempre in bilico tra managerialità e burocrazia.

 

La valutazione delle performance della P.A.: la sintesi necessaria a 10 anni dal D.Lgs. 150/09

Roma, 14 Maggio, 2019 | 11:00

In Italia nell’ultimo decennio si sono alternate le riforme sulla valutazione delle performance e la p.a. oggi deve necessariamente riflettere e capire quali soluzioni applicare ai limiti sin ora riscontrati. Proprio in questi giorni è in via di approvazione il disegno di legge delega del Ministro Bongiorno che rivede ulteriormente la disciplina - prevedendo un nuovo sistema nazionale di valutazione delle performance e semplificazioni dei processi, ma l’impianto di fondo è rimasto sostanzialmente lo stesso.

La modernizzazione della p.a. deve favorire la sintesi: condividere un percorso capace di valorizzare le attività già pensate (e parzialmente realizzate) ed individuare il metodo migliore per “come” fare le cose in modo chiaro e possibilmente semplice. Valutare le performance, organizzativa ed individuale, non significa semplice osservanza di procedure, ma capacità di produrre cambiamento in avanti per tutti.

L’occasione sembra quindi giusta per tracciare insieme un bilancio degli effetti prodotti dal ciclo della performance sul funzionamento della nostra p.a., cercando di metterne in risalto i “risultati” più significativi raggiunti ed evidenziare le “sfide” ancora aperte. Le riforme hanno permesso di fare passi in avanti, ma per non vanificare il lavoro svolto occorre fare sintesi come punto di partenza, in un percorso nuovo di semplificazione e accompagnamento.

 

Un nuovo orizzonte per le performance delle PA: il valore pubblico

Roma, 14 Maggio, 2019 | 15:00

A 10 anni dall’entrata in vigore del d.lgs. n. 150/09 e dalla conseguente introduzione nelle amministrazioni pubbliche del cosiddetto “ciclo della performance” appare ormai evidente come il fine ultimo di tale ciclo sia rappresentato dalla misurazione e valutazione del valore pubblico che le amministrazioni riescono a generare con il loro operato. Il concetto di valore pubblico ha trovato una prima definizione “istituzionale” nelle Linee Guida del Dipartimento della Funzione Pubblica: il vero successo di una PA può essere espresso dalla sua capacità di migliorare il livello di benessere percepito dalla sua utenza o dalla sua comunità di riferimento rispetto alle condizioni di partenza (impatto esterno).

Per conseguire questo traguardo, le PA dovrebbero finalizzare verso il Valore Pubblico: - sia la propria performance organizzativa che la performance individuale (performance di ente), finora perseguite con approccio adempimentale e autoreferenziale, prendendosi cura della salute delle proprie risorse economico-finanziarie, strumentali e, soprattutto, umane (impatto interno). - sia i rapporti multi-livello tra diversi enti e con soggetti privati (performance di filiera), finora gestiti in maniera intermittente e valutati in modo inadeguato tramite indicatori propedeutici (ad es. i finanziamenti alla nascita di Unioni di Comuni o di partnership pubblico-privato) o intermedi (ad es. la capacità di spesa dei finanziamenti europei).

Occorre spostare il baricentro della valutazione della performance di filiera sugli indicatori finali, ovvero sulle ricadute nei confronti degli utenti, delle comunità, dei territori sia in termini di quantità e qualità dei servizi che, soprattutto, di effetti prodotti (ad es. l’infrastrutturazione di un territorio; l’indotto economico o il livello occupazionale dei progetti di sviluppo; il livello di salute professionale; la qualità ambientale, ecc). E ciò, ricordandoci che al cittadino non interessa quale Ente o quale suo ufficio eroghi il servizio, ma solo come si sia modificato il proprio stato di bisogno (se si sta meglio o si sta peggio).

Per generare valore pubblico oggi, aumentando la probabilità di crearlo anche domani a favore delle generazioni future, occorre che le azioni di miglioramento della performance di ente e di filiera siano accompagnate dalla cura delle c.d. condizioni abilitanti quali la digital transformation, la formazione delle competenze, la partecipazione civica, la spinta gentile al cambiamento, la gamification, ecc..

Il Convegno si articolerà in 3 sessioni:

- nella I sessione ci si chiederà che cosa è il valore pubblico? Come si crea? Come si misura? Quale rapporto con la performance?

- nella II sessione si cercherà di declinare il concetto di valore pubblico con riferimento al ciclo delle performance delle PA dei 4 diversi comparti.

- nella III sessione si esploreranno alcune condizioni abilitanti per creare valore pubblico.

Ripartire dalle persone per creare valore pubblico: le pari opportunità nella pubblica amministrazione

Roma, 16 Maggio, 2019 | 15:00

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Le azioni per il miglioramento della Pubblica Amministrazione

Roma, 14 Maggio, 2019 | 15:00

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Seconda conferenza nazionale dei Responsabili della Transizione Digitale

Roma, 15 Maggio, 2019 | 10:00

A FORUM PA 2019 AgID riunisce i Responsabili per la Transizione al Digitale: l’incontro dei RTD si svolgerà il 15 maggio prossimo al Roma Convention Center La Nuvola.

Una giornata dedicata al dialogo e al lavoro collaborativo per far emergere fabbisogni, esigenze e indicazioni su alcuni temi chiave della trasformazione digitale del Paese. L’incontro, prevede una sessione plenaria di presentazione del Piano Triennale e delle sfide per la crescita digitale e nel pomeriggio sei tavoli di lavoro paralleli, che richiederanno un contributo dei RTD.

Il dirigente della PA del futuro

Roma, 15 Maggio, 2019 | 11:45

La dirigenza pubblica è stato il pilastro mancante nella, per altro ampia, riforma della PA approvata nella scorsa legislatura. La legge delega di riforma, approvata recentemente dal Consiglio dei Ministri e in procinto di intraprendere il suo percorso parlamentare, riprende il tema, ma con un approccio completamente differente rispetto alla mancata riforma allora proposta. I temi sul tappeto sono gli stessi: l’accesso alla dirigenza, la valutazione, i ruoli e le responsabilità, le competenze anche specialistiche necessarie; differenti però le soluzioni prospettate che vanno, per quanto ad oggi pare di vedere, maggiormente incontro all’esigenza, sentita fortemente dalla maggioranza dei dirigenti stessi, ma molto meno dalla frangia più innovatrice, di stabilità e di riduzione del rischio di dipendenza dalla politica.
Il convegno partirà proprio da questa dialettica e, tenuto conto dello stato dell’arte al momento del suo svolgimento, riproporrà, aggiornandolo all’oggi, ma soprattutto alle esigenze future, il fondamentale confronto tra responsabilità, autonomia e quella corretta e virtuosa dipendenza dai risultati che comporta comunque un rischio, che è connaturato nella stessa funzione dirigenziale.

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Il Valore Pubblico nell'epoca Covid-19: come finalizzare le performance e gestire i rischi delle PA verso l'equilibrio tra salute pubblica, ripartenza economica, tenuta sociale e rispetto ambientale

Roma, 8 Luglio, 2020 | 17:00

Il concetto di Valore Pubblico, ampiamente studiato nel dibattito scientifico internazionale, ha trovato una prima definizione “istituzionale” italiana nelle Linee Guida 2017-2018-2019 del Dipartimento della Funzione Pubblica e nella Relazione CNEL 2019: il vero successo di una PA può essere espresso dalla capacità di migliorare il livello di benessere sia economico, sia sociale, sia ambientale percepito dai cittadini rispetto alle condizioni di partenza delle politiche e dei servizi.

Prima dell’emergenza sanitaria, la creazione di valore è stata una chimera per la maggior parte delle PA italiane.

In epoca COVID-19, reimpostare l’azione delle PA italiane dalla burocrazia difensiva verso il Valore Pubblico diventa una necessità imprescindibile per evitare il crollo del Paese ma anche un’opportunità di accelerazione del cambiamento organizzativo e digitale vissuto durante il lockdown. In epoca COVID-19, le PA creano Valore Pubblico se e nella misura in cui riescano a trovare l’equilibrio dinamico tra salute pubblica, ripartenza economica, tenuta sociale e rispetto ambientale.

Oggi più che mai, per creare Valore Pubblico occorre finalizzare verso esso le performance individuali, organizzative e istituzionali (cioè, gli impatti sul livello di benessere dei cittadini) delle PA.

Oggi più che mai, per proteggere il Valore Pubblico occorre contenere i rischi (es. amministrativi, economico-finanziari, patrimoniali, di sicurezza, informatici, corruttivi, di trasparenza, di privacy, reputazionali, strategici, operativi, di non qualità, ambientali, legati agli andamenti economico/politici esterni e, in epoca COVID-19, soprattutto sanitari) che possano comprometterne o ridurne la generazione o addirittura causarne la distruzione.

Oggi più che mai, occorre costruire una prospettiva integrata di miglioramento delle performance e di contenimento dei rischi verso l’orizzonte comune della generazione di Valore Pubblico: da un lato, il Performance Management (PM) aumenta la probabilità e la misura della creazione di valore, dall’altro lato il Risk Management (RM) diminuisce la probabilità e la misura dell’erosione del valore. Solo attraverso una gestione integrata delle leve di creazione e delle leve di protezione è possibile generare Valore Pubblico.

Si configura la necessità di un innovativo Modello di “Public Value Governance” delle nostre PA che parta dal miglioramento del livello di salute dell’ente (organizzativo, professionale, digitale, ecc.), si affidi a politici con visioni di medio-lungo respiro e a manager trasversali che sappiano portarle avanti, si organizzi per processi semplificati e digitali, governi le performance e i rischi in modo integrato e finalizzato alla creazione di Valore Pubblico, avvalendosi della partecipazione dei cittadini e della collaborazione di filiera con altre amministrazioni pubbliche, imprese private e organizzazioni no profit.

Per approfondimenti www.cervap.it

Il nuovo Servizio civile universale: dall’impatto sociale alla occupabilità dei giovani

Roma, 25 Giugno, 2021 | 09:00

Il Servizio civile universale oggi, sempre di più, risponde e può rispondere ai bisogni della collettività e non solo: da esperienzaindividuale per i giovani, aperta anche ai ragazzi con minori opportunità, a modello di inclusione innovativo di servizio alla collettività e alla promozione del bene comune. Oggi, più che in passato, gli elementi cardine del Servizio civile universale, finalizzato alla difesa non armata della patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica, sono pronti a rafforzarsi e ad evolversi aprendosi a strumenti nuovi volti ad avvicinare i giovani al mondo del lavoro. Lo sviluppo e la certificazione delle competenze, l’impegno sul digitale e la transizione ecologica sono solo alcune delle nuove sfide che il sistema dovrà affrontare e gli enti impegnati nelServizio civile universale avranno un ruolo chiave in questo percorso di evoluzione.