Le persone che hanno partecipato

Maurizio Bernava

Maurizio Bernava

Ha iniziato la sua attività sindacale nel 1982 come segretario provinciale della Filca Cisl (edili) di Messina. Nel 1994 è entrato nella segreteria nazionale della Filca, dove fino al 1995 ha ricoperto la delega nei settori cemento, laterizi e materiali da costruzione. Nel 1997 è nominato commissario della Filca di Torino e successivamente nel 2000 viene eletto Segretario Generale della Cisl di Messina. Nel 2008 è stato nominato Segretario Generale della Cisl Sicilia, incarico riconfermato nell'aprile del 2013. Dal 31 ottobre 2014 ricopre l'incarico di Segretario confederale della Cisl con delega alla Pubblica Amministrazione, Politiche dell' Istruzione e della Ricerca, Politiche sanitarie e socio assistenziali, dell'assistenza sociale e dell'area dell' handicap psicofisico, dello svantaggio sociale e dell'emarginazione, della famiglia e dell'infanzia, del volontariato sociale.

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Ha partecipato a:

Eā€™ vera occupazione? Jobs act e ripresa del lavoro a tempo indeterminato, cosa ci dicono i dati

Palazzo dei Congressi | Roma, 28 Maggio, 2015 | 09:30

Se il lavoro è la principale preoccupazione di tutti gli italiani, la riforma del lavoro e le politiche per una crescita dell’occupazione sono uno dei principali banchi di prova del Governo. Il convegno partirà dalla legge delega detta “Jobs act” e dai suoi decreti delegati per esaminare i primi risultati della sua attuazione.

Connettere l'Italia

Palazzo dei Congressi | Roma, 25 Maggio, 2016 | 09:30

E' disponibile la registrazione integrale del convegno su FPAtv

Per connettere il Paese non c’è bisogno di grandi o piccole opere, ma di opere utili, utili alla crescita del Paese. Utili a una logistica moderna ed efficiente. Utili a una mobilità rapida, sicura, pulita, comoda e capillare. Utili al recupero e alla vivibilità dei centri urbani. Utili alla difesa e alla manutenzione del territorio. Utili ai cittadini, dunque, anche per cancellare la cattiva abitudine di imporre alle comunità grandi infrastrutture che servivano soprattutto a chi le pensava e a chi le costruiva.

Possono bastare pochi chilometri di strada o di ferrovia, per connettere alle reti nazionali ed europee un porto o un aeroporto finora mal collegati: è il cruciale concetto di “ultimo miglio”, quell’ultimo tratto di collegamento che spesso manca per rendere un’infrastruttura effettivamente funzionale. Può bastare una via d’acqua con approdi moderni, per trasportare le merci lungo i corridoi europei in modo veloce, economico e non inquinante. Ed è sufficiente investire bene, in modo mirato, per potenziare, ammodernare e mettere in sicurezza la rete stradale e autostradale già esistente, una delle più estese d’Europa.

Per questo motivo si è attuata una drastica revisione dell’elenco delle grandi opere destinatarie di finanziamenti pubblici, rimandando le altre opere a una revisione secondo costi e benefici: si cancellano quelle inutili, si ridimensionano quelle faraoniche, si salvano quelle utili, da programmare insieme ai territori.