Le persone che hanno partecipato

Maurizio Ferruccio Del Conte

Maurizio Ferruccio Del Conte

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Le nuove politiche attive del lavoro: il progetto e le istituzioni

Palazzo dei Congressi | Roma, 24 Maggio, 2016 | 15:00

 

Per rispondere alle sfide di innovazione del nostro Paese e rilanciare lo sviluppo dell’occupazione, il Jobs Act ha ridisegnato il quadro delle politiche attive per il lavoro, sia per gli strumenti e le risorse messe in campo, sia per quello che riguarda la governance istituzionale e la relazione tra i soggetti che dovranno collaborare nell’ambito della Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro.

La nuova ANPAL, le Regioni, le Associazioni delle imprese e l’INPS sono alcuni dei soggetti che durante il convegno si confronteranno sul progetto complessivo del Governo finalizzato a rendere sempre più competitivo e attrattivo il mercato del lavoro italiano.

Smart working per una nuova organizzazione del lavoro pubblico

Roma, 24 Maggio, 2017 | 09:30

Ad oggi nel settore privato italiano gli smart workers – ossia quei lavoratori che godono di discrezionalità nella definizione delle modalità di lavoro in termini di luogo, orario e strumenti utilizzati - sono oltre 250 mila e sono cresciuti del 40% rispetto al 2013. Molto meno positivo è lo scenario all’interno della Pubblica Amministrazione nella quale, nonostante alcune positive esperienze, lo smart working è nei fatti assente.

Eppure lo stesso disegno di legge sul “lavoro agile”, inizialmente proposto dal Governo e poi ulteriormente ampliato e migliorato dalla Commissione Lavoro del Senato, fa esplicito riferimento alla possibilità di applicazione ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche.  La stessa riforma “Madia” della Pubblica Amministrazione all’art. 14, nel quadro della “Promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche”, chiede di adottare misure organizzative “per la sperimentazionedi nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa”. Una chiara volontà da parte del legislatore di spingere l’adozione di un’organizzazione del lavoro che coniughi anche nel pubblico impiego stabilità e tutela nei contratti, con una maggiore flessibilità e responsabilizzazione nella gestione del rapporto di lavoro. Quali allora gli ostacoli al cambiamento?

Fondamentale in questo scenario il ruolo dell’offerta. C’è bisogno di strumenti semplici, efficaci e sicuri che abilitino forme avanzate di collaborazione a distanza e in mobilità.  Di conseguenza è fondamentale il confronto tra i player di mercato e le amministrazioni per raccogliere le esigenze e sviluppare le soluzioni più appropriate, in un contesto in cui le tecnologie e i modelli collaborativi stanno letteralmente esplodendo.

LE ISCRIZIONI SONO CHIUSE PERCHE' E' STATO SUPERATO IL NUMERO MASSIMO DI ISCRIZIONI CONSENTITO DALLA SALA

Nuovi modelli e nuovi servizi di welfare aziendale: come creare benessere e salute per i lavoratori e per le comunità

Roma, 21 Settembre, 2017 | 15:00

Le giornate della nostra vita quotidiana sono occupate in maniera importante dal lavoro, inteso come orario in cui svolgiamo la nostra professione e come coda provocata dai pensieri che ci portiamo a casa e dagli strumenti che il progresso ci ha regalato e che hanno dilatato il tempo lavoro (telefono cellulare, posta elettronica, social).

Per fortuna, negli ultimi anni, da parte delle imprese, è cresciuta la sensibilità nei confronti della qualità del lavoro e della vita dei lavoratori. Ciò ha prodotto una maggiore flessibilità e un’offerta di benefici e servizi di vario genere.

Con la legge di stabilità 2016, tale sensibilità è stata recepita dalle Istituzioni e trasformata in sostegni allo sviluppo del welfare aziendale, i cui servizi possono variare da azienda e azienda in base all’analisi delle effettive necessità dei dipendenti: scuola, salute, flessibilità e sostegno alla genitorialità sembrano essere gli interventi più graditi.

Forse si sta colmando il ritardo che l’Italia aveva rispetto ad altri paesi europei, nel riconoscere l’importanza del welfare aziendale e la necessità di fornire questi servizi ai lavoratori.

Si diffondono servizi family-friendly che partono dal conciliare genitorialità e lavoro (soprattutto maternità, visto che per ISTAT il 30% delle donne lascia il lavoro dopo una gravidanza) e arrivano fino a quando i figli crescono: baby sitter e asili nido; flessibilità dell’orario di lavoro, concessione del part time, telelavoro; vacanze studio; testi scolastici.

Ma la prima preoccupazione dei dipendenti è la salute: in particolare l’ambito dei servizi per la prevenzione, la sanità integrativa e il sostegno previdenziale.

Nell’ambito di S@lute2017, approfondiremo le varie misure che si sono diffuse con le politiche di welfare aziendale e ci chiederemo: “per fare ulteriori passi in avanti, quali misure possono entrare nella prossima Legge di stabilità, che inizierà a breve il suo percorso, in termini di agevolazioni fiscali per le componenti delle retribuzioni legate ad incrementi di produttività, le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa e l’erogazione di benefits in senso ampio da parte delle aziende?”

E’ necessario aprirsi a nuovi scenari e prepararsi a attuare modelli innovativi di welfare, evidenziando i molteplici benefici che saranno l’effetto diretto e indiretto all’interno delle nostre comunità di queste forme sussidiarie, spinte dalla crisi dei sistemi di welfare pubblico, divenuti insostenibili per fattori demografici e geopolitici.

Il lavoro che cambia il lavoro

Roma, 23 Maggio, 2018 | 15:00

REGISTRAZIONE VIDEO DELL'EVENTO

A fronte di una disoccupazione complessivamente in discesa e di un incremento sia pure limitato dell’occupazione, che non ha però coinvolto sufficientemente né i giovani né il Meridione del Paese, le politiche attive del lavoro si trovano a fronteggiare sfide importanti. La rivoluzione tecnologica presenta infatti grandi opportunità, ma mette in evidenza anche due gravi problemi: il primo è evidentemente il rischio di uno sviluppo senza incremento dell’occupazione che potremmo semplificare nella “paura dei robot”; il secondo, speculare e in dialettica con il primo è lo “skill shortage”, ossia la carenza di competenze spendibili sul mercato del lavoro da parte di molta parte dei giovani disoccupati o dei disoccupati di ritorno che non sono così in grado di cogliere positivamente le occasioni che pure la trasformazione digitale propone.

Il convegno, a cui sono invitati i principali protagonisti pubblici e privati responsabili della progettazione e dell’attuazione delle politiche per il lavoro (Ministeri del lavoro, dell’Istruzione e dello sviluppo economico, Agenzie, Regioni, Enti Locali, agenzie formative, agenzie di lavoro interinale, ecc.), si propone di fare il punto, all’inizio di una nuova legislatura, di quanto di buono è stato già realizzato e che quindi costituisce un punto di partenza utile, di quanto rimane da fare (pensiamo ad esempio all’incerta situazione dei centri dell’impiego dopo la bocciatura della riforma costituzionale), delle lezioni apprese che possono indirizzarci, anche con l’onesto esame dei fallimenti, verso strade in tutto o in parte nuove.