Le persone che hanno partecipato

Mariella Nocenzi

Mariella Nocenzi

PhD. in “Sociologia della cultura e dei processi politici”, è professoressa associata in Sociologia generale, presso la Sapienza Università di Roma – Dip. di Comunicazione e Ricerca sociale. Componente del Comitato scientifico su Diversità e Inclusione e del Comitato scientifico sulla Sostenibilità dello stesso Ateneo, coordina il gruppo di lavoro della Sapienza “Giustizia sociale e inclusione” per la rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile-RUS. Socia fondatrice dell’Osservatorio di Genere, Parità e Pari opportunità (GIO) istituito dalla Sapienza Università di Roma, Università di Roma Tor Vergata e Università di Roma Tre nel 2009, è segretaria della Sezione Studi di Genere dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS). Dal 2012 al 2015 è stata componente del Comitato per il personale docente con funzioni analoghe al CUG della Sapienza Università di Roma ed ora è membro supplente del CUG. Ha pubblicato più di 130 saggi a livello nazionale e internazionale sui temi della sostenibilità, delle vulnerabilità sociali declinate sui fattori di genere, età, nazionalità, delle politiche ambientali e della cultura giovanile.

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Ha partecipato a:

Innovazione e cultura di genere nell’organizzazione universitaria

Palazzo dei Congressi | Roma, 25 Maggio, 2016 | 12:00

Le tre parole chiave che il seminario intende approfondire – innovazione, università, genere – sono già evidenziate nella loro relazione strategica dal legislatore comunitario quando fra i principali obiettivi dell’Europa entro il 2020 pone la realizzazione di un’economia intelligente, sostenibile e solidale, in cui sviluppo sociale e tecnologico possano contare sul driver della ricerca e sul paritario apporto di donne e uomini. Se i dati confermano finora difficoltà a coniugare ai processi economici obiettivi sostenibili, ancor più esse si manifestano con la sotto-rappresentazione delle donne nelle carriere scientifiche e tecnologiche. Già in passato le donne hanno saputo ridisegnare il senso delle domande in molte discipline delineando nuovi paradigmi e interpretazioni rispetto a quelli ritenuti neutri in campi di indagine che non lo erano di fatto. L’obiettivo Europe 2020, pertanto, può essere meglio raggiunto valorizzando tutte quelle best practices fondate su un’idea di scienza più eterogenea e con nuove scale di valori indispensabili per uno sviluppo socio-economico più equo, quindi anche gender-responsible perché orientata alla crescita della qualità di vita di donne e uomini. Il dibattito verterà su strategie quali l’innovazione nella didattica e nella comunicazione della scienza, sui linguaggi con cui interagisce con la società, su come e quanto la creatività e la conoscenza scientifica e umanistica, non più separate, possano meglio operare in un contesto sociale plurale, in cui agiscono paritariamente molte diversità, a partire da quelle di genere.

 

Partendo dalla considerazione di quanto le dinamiche legate al genere possano influire, anche inconsapevolmente, sull’organizzazione e sull’andamento delle relazioni di lavoro, tanto a livello micro (a partire dal posto di lavoro di ciascuno di noi), quanto a livello macro, nell’ambito delle relazioni tra i diversi attori coinvolti (Amministrazione, lavoratori, organizzazioni dei lavoratori, ecc.), esplorare le diverse proposte concrete  che il sistema universitario può proporre per  favorire nel personale una maggiore consapevolezza per  la costruzione di luoghi di lavoro capaci di “prescindere dal genere”, favorendo così le pari opportunità e l’empowerment delle diversità, in un contesto positivo e performante.

Il tema della conciliazione nasce dall’esigenza di promuovere, attraverso l’individuazione delle maggiori problematiche e delle politiche più opportune, la possibilità per donne e uomini di conciliare la propria vita lavorativa con quella familiare.  Si tratta quindi di verificare a che punto siamo nell’introduzione, oltre al part time, di azioni a supporto della la conciliazione che non dovrà più essere continuerà ad essere delegata solo al genere femminile.
Lo Smart-working è uno degli strumenti che consentono di aumentare la flessibilità sul lavoro e agisce, in particolare, sul doppio fronte dell’orario e della sede. Può essere utilizzato da solo o insieme a Telelavoro. L’obiettivo di tutti questi strumenti è costruire modelli di organizzazione del lavoro innovativi che consentano a donne e uomini di conciliare la propria vita professionale con quella familiare, tema che rientra tra le priorità strategiche della programmazione dei fondi strutturali europei. lavorativo, propugnando l’equazione fra politiche di conciliazione e politiche di genere

Sapienza inclusiva: progetti ed esperienze per un’università della ripresa

Roma, 21 Giugno, 2021 | 11:00

La società contemporanea si presenta ancor più che le precedenti caratterizzata dalla complessità e da un elevato rischio di crisi sociali, economiche ed ambientali, sempre più preoccupanti e integrate fra loro. Sulla base di ciò si ritengono necessari ancoraggi alla biodiversità, allo sviluppo ecosostenibile, al pluralismo, all’intercultura, alla solidarietà, alla cooperazione.

Poiché è sempre più necessario dare enfasi alle differenze presenti nei tessuti sociali, quale via maestra per la crescita dell’individuo e della collettività, l’università è chiamata a declinare le sue funzioni di istituzione di alta formazione dei professionisti del futuro tenendo in considerazione le l’inclusione di tutte le diversità come suo obiettivo strategico. Rifugiati, disabili, studenti con DSA, ma anche provenienti da famiglie a basso reddito, di diverso orientamento sessuale o con identità alias sono i destinatari di manifesti e documenti sottoscritti dagli atenei italiani per confermare l’importanza del ruolo inclusivo delle università. La Sapienza è in prima linea in questi partenariati apportando la ricchezza della sua tradizione e l’innovazione delle buone pratiche inclusive adottate.

Il talk presenterà quale sia il ruolo specifico delle università in tema di inclusione a partire dall’esperienza di Sapienza, in cui opera da qualche mese un Comitato tecnico-scientifico ad hoc (Mariella Nocenzi) e propone un progetto di eccellenza come lo Sportello per la Disabilità e la DSA (Fabio Mollicone), oltre a partecipare ad alcuni partenariati di eccellenza. Il primo è costituito dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS9, in cui operano 7 tavoli, fra i quali quello dedicato a “Giustizia sociale e inclusione” (Laura Nota). Il secondo è il network delle università italiane e le reti europee già esistenti, in collaborazione con il Consiglio di Europa, per le attività educative, scientifiche, sociali e culturali previste dalla Convenzione di Istanbul (Marina Calloni).