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Le nuove regole per le "partecipate": tagliare gli sprechi, non i servizi

Palazzo dei Congressi | Roma, 25 Maggio, 2016 | 11:45

 
Con il testo unico sulle società partecipate, che si applica alle società di capitali, si riducono  le società e sono individuati criteri qualitativi e quantitativi attraverso i quali razionalizzare la platea delle partecipate.
E’ quanto previsto dal decreto sulle società partecipate attuativo dell’art. 18 della legge delega di riforma della pubblica amministrazione. Non sono consentite le società prive di dipendenti o quelle che hanno un numero di dipendenti inferiore a quello degli amministratori, quelle che nella media dell’ultimo triennio hanno registrato un fatturato sotto il milione di euro, quelle inattive che non hanno emesso fatture nell’ultimo anno, quelle che svolgono all’interno dello stesso comune o area vasta doppioni di attività, quelle che negli ultimi cinque anni hanno fatto registrare quattro esercizi in perdita e quelle che svolgono attività non strettamente necessarie ai bisogni della collettività. Come si applicheranno queste norme? Che effetti avranno sulla finanza pubblica, sull'occupazione, sulla quantità e qualità dei servizi erogati?