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L'economia circolare nelle politiche urbane: ciclo dei rifiuti, spreco alimentare, energie rinnovabili nei Comuni

Palazzo dei Congressi | Roma, 26 Maggio, 2016 | 15:00

A dicembre 2015 l’Unione Europea lancia la sfida dell’economia circolare un ambizioso“Pacchetto” di indicazioni, che comprende una serie di proposte di revisione delle norme in materia di rifiuti e di stimolo alla transizione dell'Europa verso un'economia basata su una minore intensità di consumo dell’individuo e della collettività, capace di incrementare al tempo stesso la competitività globale e la crescita economica sostenibile, creando nuovi posti di lavoro.
 
Come un sistema economico “lineare”, basato sul consumo di risorse, può essere compatibile con la sostenibilità e la circolarità? La chiave sembra essere nel rinnovamento di prospettiva del modello industriale prevalente oggi e nel contestuale cambiamento del comportamento dell’utenza. Sul primo punto, è necessario intervenire con una serie di innovazioni innanzitutto normative e che riguardino la pianificazione industriale e il ciclo di vita dei prodotti, che consentano di trasformare questi ultimi da volatili e provvisori a solidi nel tempo, di trasformare un settore del sottoprodotto in materia prima di un altro settore, che compensino quindi la mancata entrata dalla vendita con un maggiore impegno nella progettazione, nel design, nel ciclo della manutenzione. Sul secondo punto, occorre invece aumentare la sensibilità lato domanda, il consumatore/utente/cittadino ha un molteplice ruolo attivo: è riusatore, è creatore di oggetti e utilizzi nuovi, è donatore secondo logiche solidaristiche. Dal basso infatti vengono alcune delle principali esperienze in Italia di lotta allo spreco e di riuso di risorse, anche alimentari.
 
Sono tante le famiglie e i comuni, gli esercizi commeciali e le organizzazioni coinvolte in tal senso. Last Minute Market e la rete Sprecozero.net sono due esempi virtuosi, che hanno successo nella logica della sharing economy e dell’innovazione sociale.