Le persone che hanno partecipato

Federico Pizzarotti

Federico Pizzarotti

Sposato da 9 anni con Cinzia Piastri, si è diplomato all’Istituto professionale per l’industria e l’artigiano Primo Levi di Parma dove ha conseguito la maturità tecnica con indirizzo elettronico. Una passione, quella dell’informatica, che lo ha accompagnato fin dalla giovinezza e che ha approfondito prima nel corso del proprio percorso di studi e poi nell’ambito professionale.

Per dieci anni ha lavorato come responsabile di progetto e analista per banche ed istituti finanziari. Da ultimo, prima dell’elezione a sindaco, ha ricoperto il ruolo di project manager (responsabile di progetto) nell’area dell’information and communication technology – Itc in una banca a Reggio Emilia.

Sport, teatro e ambiente sono alcuni degli interessi che ha coltivato e coltiva tuttora. Per dieci anni il neo eletto sindaco ha praticato judo, ama il free climbing; ha inoltre recitato in alcune compagnie teatrali locali come la “Famija pramzana”, oltre a hobby quali il bricolage.

E’ stato uno dei fondatori del “Movimento per la decrescita felice” con la realizzazione di un “orto sinergico” basato sulla coltivazione naturale delle piante senza uso di additivi e fertilizzanti.

Pizzarotti ha iniziato a fare politica nel 2009 con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

Nel 2010 è stato candidato al consiglio regionale in Emilia Romagna, senza essere eletto.

Nel 2012 si è candidato a sindaco di Parma con il Movimento 5 Stelle ed è stato eletto al ballottaggio del 20 e 21 maggio 2012 con il 60.23 % dei consensi.

Torna all'elenco completo

Ha partecipato a:

Parma Smart Benchmarking: equilibrio, inclusione, sostenibilità e attrattività.

Eventi sul territorio, 4 Dicembre, 2017 | 11:00

Lunedi 4 Dicembre ore 11.00-13.00
Palazzo del Governatore
Piazza Giuseppe Garibaldi, 19/L Parma


Tra le prime 10 città intelligenti d’Italia (al 9° posto secondo la classifica ICity Rate 2017), Parma ha fatto dell’inclusione la sua bandiera risultando la più efficace tra i municipi italiani nel contrasto alle povertà e, nonostante la pesante crisi economica che ha affrontato negli ultimi anni, è tra le prime per occupazione (11° posto). Ma è sulla sostenibilità che Parma si dimostra veramente smart, risultando la migliore tra le città del nord per ciò che concerne il consumo del suolo con una riduzione di 8mq pro-capite negli ultimi tre anni.

Partendo da questi risultati il Comune di Parma, nell’ambito dell’iniziativa Smart Benchmarking realizzata con FPA, invita il territorio a condividere una riflessione in funzione di una sfida ambiziosa: Parma 2030 Smart and Sustainable City.

Cosa c’è e cosa deve esserci nell'Agenda urbana della città per i prossimi anni?

 

 

 

Città e territori: dall’emergenza alla ripresa

Roma, 4 Novembre, 2020 | 14:00

La crisi pandemica e il lockdown hanno prodotto sui nostri contesti urbani e territoriali stress improvvisi e senza precedenti, non solo di natura strettamente sanitaria, con effetti drammatici per i territori più colpiti, ma anche dal punto di vista sociale, economico e funzionale.

Per le amministrazioni locali, “le più esposte dello Stato”, l’emergenza sanitaria si è tradotta sin da subito in un’emergenza organizzativa (mettere in sicurezza il proprio personale consentendo lo svolgimento delle prestazioni da remoto) e amministrativa (garantire l’erogazione dei servizi indifferibili e l’attivazione dei nuovi servizi emergenziali di supporto alla popolazione).

L’attenzione immediata è stata rivolta, in primis, alle fragilità urbane, alle categorie più vulnerabili, colpite dall’aggravamento di pregresse difficoltà di accesso ai beni primari.

Una condizione che, come ha rilevato Aldo Bonomi in occasione del primo convegno sulle città resilienti al FORUM PA di luglio, ha portato tutti gli amministratori “ad abbassare lo sguardo” verso i propri cittadini, incontrando, con sorpresa e conforto, la solidarietà e la mobilitazione straordinaria della “comunità ampia” dei volontari, delle organizzazioni del terzo settore e delle forze di protezione civile.

Durante l’emergenza pandemica il digitale è stato un elemento fondamentale di supporto trasversale a tutti gli ambiti di intervento. I comuni sono intervenuti attivando nuovi servizi digitali, riconvertendone alcuni prima erogati in presenza, accelerando processi di digitalizzazione basati sull’utilizzo dei dati e mettendoli in esercizio. L’“operosità digitale” dei comuni in emergenza, tra l’altro, è documentata dalla capacità di aver erogato in pochi giorni più di 400 milioni di buoni spesa alle famiglie in difficoltà, una delle azioni istituzionali più efficienti dei 3 mesi di emergenza sanitaria.

Il ricorso massivo al lavoro da remoto sia da parte del settore pubblico che di quello privato ha modificato sensibilmente i tempi, gli spazi, le condizioni d’uso e i flussi di mobilità nelle città. Se, secondo le stime, lo smart working sarà attivato per percentuali sempre più ampie di personale pubblico e privato, modelli urbani consolidati, come quelli basati sulla concentrazione delle funzioni terziarie e sulle polarità territoriali, saranno profondamente alterati, con conseguenze dirompenti in termini di mobilità, flussi di traffico, distribuzione di nuove funzioni, riconversione di attività, economie del mercato immobiliare.

Parti intere di città potrebbero essere “svuotate” di funzioni “storiche”, mentre alla diffusione del lavoro agile nel territorio potrà corrispondere l’emersione di nuovi servizi di prossimità per il soddisfacimento di bisogni non solo essenziali.

L’obiettivo del convegno è quello di “alzare lo sguardo” verso la “ripresa” delle città, provando ad esaminare le conseguenze di lunga durata degli impatti dell’emergenza nel modo di vivere e di concepire la vita urbana: quali sono i mutamenti più profondi e qual è l’“eredità positiva” della crisi da affidare al new normal e consegnare alla governance del futuro?