L’elezione di un domicilio digitale per ogni impresa, professionista o cittadino è considerato un presupposto irrinunciabile per la trasformazione digitale del Paese. Proprio per questo, il domicilio digitale è stato uno dei principali protagonisti del recente intervento di aggiornamento del CAD. Il Decreto correttivo di gennaio 2018 ha infatti stabilito, tra le altre cose, il venir meno del collegamento tra domicilio e ANPR, da più parti considerato come il principale ostacolo all’avvio di questo importante strumento.
Senza attendere il completamento dell’ANPR, le nuove regole del CAD prevedono che ogni cittadino avrà il diritto di eleggere, a partire dalla primavera 2018, un domicilio digitale presso un qualsiasi indirizzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato, garantendosi così anche il diritto di ricevere - solo presso tale indirizzo - ogni notifica o comunicazione avente valore legale dalla Pubblica Amministrazione.
Sono sicuramente molte le cose ancora da fare, dalla costituzione del registro dei domicili digitali dei cittadini alla previsione delle modalità alternative per coloro che non sono in grado di accedere direttamente a un domicilio. Nel frattempo, è fondamentale che le amministrazioni comprendano appieno la portata di questo cambiamento che, oltre a favorire l’abbattimento dei costi delle comunicazioni verso gli utenti, con risparmi di milioni di euro l’anno, contribuirà notevolmente a semplificare l’interlocuzione tra PA e cittadini, che potranno ricevere le comunicazioni che lo riguardano sui propri PC, smartphone e tablet, con effetti positivi anche in termini di effettivo utilizzo dei servizi online della PA.