Le persone che hanno partecipato

Laura Cavallo

Laura Cavallo

Laureata in Economia e commercio all’università La Sapienza di Roma, con un dottorato di ricerca in Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari presso l’Università degli Studi Tor Vergata e un master in finanza conseguito presso il Birkbeck College di Londra. Ha prestato servizio presso la facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata (dal 1992 al 1999) con incarichi di docenza e ricerca ed è autrice di diverse pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali. E’ dirigente nei ruoli della Presidenza del Consiglio dal 2000, dove dal 2016 presta servizio come Direttore dell’Ufficio per la Programmazione Operativa del Dipartimento per le Politiche di Coesione. Ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità in diverse strutture della Presidenza del Consiglio, e ha prestato servizio in uffici di diretta collaborazione della Presidenza del Consiglio (nella Segreteria tecnica del Ministro per gli Affari Regionali, nell’Ufficio del Presidente e nel ruolo di capo della Segreteria tecnica del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio) e del Ministero per lo Sviluppo Economico. Ha prestato servizio presso l’Autorità dei trasporti (ART). E’membro del Consiglio di Amministrazione di ENAV.

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Ha partecipato a:

Le Politiche di Coesione e i Patti per lo Sviluppo

Roma, 23 Maggio, 2017 | 11:30

L’istituzione della figura del Ministro per la Coesione Territoriale e per il Mezzogiorno, accanto ai segnali di vitalità dell’economia del Mezzogiorno negli ultimi due anni, confermano la centralità delle politiche di coesione e della questione meridionale e l’obiettivo di una svolta nelle politiche e nella dinamica del divario tra Mezzogiorno e resto del paese. Per effetto di una riprogrammazione efficace, di un rinnovato impulso politico e di azioni innovative di supporto amministrativo alle Autorità di Gestione, la rendicontazione del periodo di programmazione 2007/2013 si è chiusa al 31 marzo 2017 con il pieno assorbimento delle risorse comunitarie. La nuova programmazione 2014-20 è stata avviata rafforzando la cooperazione istituzionale e la programmazione coordinata con le regioni attraverso la Cabina di Regia del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) e una nuova politica meridionalista attraverso il Masterplan e i Patti per il Sud, una politica fondata su un ruolo attivo del Governo e su una forte responsabilizzazione delle Amministrazioni Territoriali.

Il seminario dà conto delle principali attività di programmazione e di attuazione realizzate nel corso del 2016 nell’ambito degli interventi previsti dalle politiche di coesione territoriale, illustrando in particolare le procedure di governance e di finanziamento dei Piani Operativi e dei Patti per lo sviluppo e le innovative modalità di gestione e monitoraggio di questi strumenti complessi.

Le Politiche di coesione di fronte alla sfida delle diseguaglianze

Roma, 23 Maggio, 2018 | 11:45

REGISTRAZIONE VIDEO DELL'EVENTO

La politica di coesione è la principale politica d’investimenti dell’Unione europea e rappresenta la risposta strategica, del tutto originale a livello globale, alle diseguaglianze presenti nei diversi territori del continente.

I Fondi strutturali hanno assunto un peso rilevante sia per le risorse in gioco, che per molti Paesi rappresentano un pezzo insostituibile delle azioni per lo sviluppo, che per il valore aggiunto dato dalla governance multilivello dei diversi programmi operativi.

Per tali ragioni opinione pubblica, territori e istituzioni guardano con crescente attenzione al dibattito in vista della proposta della Commissione sul prossimo Quadro finanziario pluriennale 2020-2027, la cui presentazione è prevista a maggio e che inciderà sulle prospettive di sviluppo delle regioni italiane nel lungo periodo. L’auspicio è che l’Europa punti ancora con decisione nel futuro al rafforzamento della solidarietà intra-europea ed alla promozione della convergenza delle regioni dell’UE, quale bene comune europeo.

Per ascoltare la registrazione integrale dell'evento cliccare i seguenti link:

prima_parte e seconda_parte

La revisione ed il completamento della programmazione delle politiche di coesione 2014-2020: gli strumenti, le risorse, le aree e finalità di intervento

Roma, 22 Maggio, 2018 | 12:30

Le politiche di coesione impiegano risorse pubbliche, europee e nazionali, con la finalità di rimuovere le disuguaglianze territoriali di sviluppo, incrementare le opportunità di crescita e inclusione sociale dei cittadini e promuovere la coesione economica fra i diversi territori.

A tali finalità concorrono, in una visione integrata, i fondi europei finalizzati all’interno di Programmi Operativi Nazionali e Regionali (PON/POR), le risorse nazionali del Fondo di rotazione, le risorse del Fondo sviluppo e coesione finalizzate attraverso Piani Operativi tematici ovvero nei Patti per lo sviluppo, in particolare i Patti per il SUD.

Nel corso dell’ anno 2017, i fondi europei sono stati interessati dall’aggiustamento tecnico del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) europeo, portando all’Italia ulteriori risorse che sono state destinate al potenziamento di misure per l’occupazione giovanile, al sostegno degli investimenti produttivi nell’ambito della Strategia nazionale di specializzazione intelligente e per le PMI, ad interventi volti a fronteggiare eventi straordinari come gli ingenti flussi migratori in entrata e gli eventi sismici che hanno colpito i territori dell’Italia centrale. Sono stati, altresì, messi a punto alcuni indicatori di performance al 31 dicembre 2018 per l’attribuzione della quota di riserva ai Programmi Operativi meritevoli (cd performance framework). Si è inoltre chiuso nell’anno il processo di programmazione del Fondo di rotazione, ed è stato infine pressoché completato il processo di programmazione delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020.

Il seminario dà quindi conto delle principali attività di programmazione e riprogrammazione realizzate nel contesto delle politiche di coesione, illustrando in particolare le finalità perseguite e i relativi strumenti di governance.

La proposta della Commissione europea per il Quadro Finanziario Pluriennale 2021 – 2027 e le linee generali di riforma per la politica di coesione

Roma, 23 Maggio, 2018 | 15:00

Lo scorso 2 maggio la Commissione europea ha presentato la proposta per il Quadro Finanziario Pluriennale, che fa seguito al pacchetto di comunicazioni del dicembre 2017 con il quale è stata designata la tabella di marcia per il rafforzamento dell'Unione economica e monetaria.

Il futuro bilancio dell’Unione è presentato quale strumento moderno, concepito per rendere più efficace l’intervento dell’Unione e per affrontare in maniera adeguata le nuove sfide (sicurezza, migrazioni, cambiamenti climatici).

In questo quadro, la Commissione ha riconosciuto il valore aggiunto della politica di coesione, quale principale politica di investimento dell’Unione e strumento di convergenza economica e sociale tra le regioni, ipotizzandone un percorso di rafforzamento e di ammodernamento orientato alla semplificandone e un legame più stretto con il Semestre europeo.

Allo stesso tempo, la politica di coesione, così come la politica agricola comune, subiscono un importante ridimensionamento in termini di risorse finanziarie ad esse destinate, anche in considerazione della riduzione delle entrate dovute alla Brexit.

L’incontro avrà lo scopo di illustrare le riflessioni preliminari sulla proposta della Commissione europea, tenuto conto della posizione già espressa dal Governo italiano sulla politica di coesione post-2020, e di raccogliere le prime sollecitazioni, anche in vista della presentazione del pacchetto legislativo sulla coesione attesa entro la fine di maggio.

Le Zone Economiche Speciali come laboratori di innovazione e cambiamento per la PA

Roma, 14 Maggio, 2019 | 16:00

Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono state introdotte nell’ordinamento italiano con la legge n. 123/2017 di conversione del decreto-legge n. 91/2017, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno (c.d. “Decreto Sud”).

Per ZES la norma intende una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata nell’ambito delle regioni del Sud Italia, costituita anche da aree non  territorialmente  adiacenti  purché presentino un nesso economico  funzionale,  e che comprende almeno un'area portuale collegata alla rete trans-europea dei trasporti (TEN-T).

Analogamente a quanto accade in altri paesi europei ed extra-europei, le aziende già operative e quelle che si insedieranno nella ZES possono usufruire di speciali benefici fiscali e semplificazioni amministrative per stimolare e facilitare l'esercizio di attività economiche e imprenditoriali.

Nonostante alcune difficoltà iniziali nel processo di istituzione e avviamento delle ZES - imputabili prevalentemente al fatto che la riforma ha introdotto uno strumento di politica economica innovativo, specie per il contesto normativo italiano - Governo, Autorità di Sistema Portuale e Amministrazioni regionali rimangono fermamente convinti ed impegnati nell'attuazione della riforma, riconoscendone l’elevato potenziale come strumento per attrarre investimenti e per favorire competitività, crescita e occupazione nel Sud Italia nel suo insieme.

Una delle sfide quindi è definire dei modelli di governance ad hoc che sappiano rispondere ad una duplice esigenza: da un lato, includere le diverse PA coinvolte nella programmazione e gestione della ZES (Ministro per il Sud, Ministero dei Trasporti, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regioni, Autorità di Sistema Portuale, Comuni, Consorzi ASI) per le questioni di propria competenza politica o amministrativa; dall’altro, assumere il concreto funzionamento della ZES come driver e principio guida.

Le esperienze internazionali, difatti, mostrano come la gestione efficace della ZES è uno dei fattori critici per il suo successo e deve intendersi a tutti gli effetti uno dei componenti del pacchetto offerto ai potenziali investitori, al pari di infrastrutture, aree di insediamento, incentivi fiscali e semplificazioni amministrative.

Le ZES quindi non solo possono, ma probabilmente devono essere un “laboratorio” per sperimentare approcci e modelli di gestione pubblica basati sulla collaborazione tra PA, evitando di ridurre la riforma al semplice sfruttamento del "brand" ZES per replicare assetti organizzativi già esistenti e poco adatti alla complessità e alla portata innovativa dello strumento.

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Spazio MEF. Il rafforzamento delle competenze strategiche del management nella prospettiva di transizione digitale della PA – il progetto europeo “SHAPE”

Roma, 22 Giugno, 2021 | 14:30

L’Italia ha partecipato attivamente al programma di supporto alle riforme promosso dalla Commissione europea fin dal lancio del programma (ex SRSP) nel 2017, con un importante numero di progetti selezionati di cui alcuni già conclusi con successo e che hanno interessato tutte le aree delle politiche pubbliche. Nella edizione del 2021, tra le proposte approvate c’è il progetto Shape, presentato da MEF. Il nuovo strumento di supporto alle riforme, a norma del regolamento approvato di recente, è rafforzato ed ampliato rispetto al precedente: in particolare si pone come obiettivo specifico anche quello di fornire sostegno all'autorità nazionale nel miglioramento della capacità di preparare, modificare, attuare e rivedere i piani per la ripresa e la resilienza. Il coordinamento nazionale, in raccordo con la DG Regio, si sta preparando ad assicurare una efficace partecipazione alle prossime edizioni del programma, focalizzando i progetti sulle priorità individuate e condivise tra Commissione europea e Paesi membri, per massimizzare i benefici dello strumento anche nel supporto alla ripresa.