Le persone che hanno partecipato

Agostino Megale

Agostino Megale

Agostino Megale è nato a Cittanova ( RC ) nel 1953. Ha sempre svolto attività sindacale ricoprendo diversi incarichi della Federazione italiana lavoratori tessile e abbigliamento ( FILTEA ). Nel 1975 diventa responsabile della zona di Legnano ( MI ) e componente della Segreteria di Milano. Nel 1983 entra nella Segreteria Nazionale della FILTEA fino a diventarne Segretario Generale nel 1991.
Tra il 1991 ed il 1995 ha diretto la commissione di settore dei Comitati Aziendali Europei ( CAE ) e sulla politica degli orari in Europa. Nei cinque anni successivi ha assunto la presidenza della Commissione contrattuale tessile europea.
L’azione di maggiore innovazione e sperimentazione contrattuale è stata rivolta al rapporto tra orari di lavoro, flessibilità contrattuale e maggiore occupazione.
E’ stato, inoltre, vice Presidente del Sindacato tessili internazionale ( ITLWG ) dal 1995 al 2000, con particolare attenzione alle azioni di contrasto al lavoro minorile.
Nel luglio del 2000 diventa Presidente dell IRES, istituto di ricerche economiche e sociale della CGIL. Ha contribuito a realizzare, tra l’atro, 5 volumi sui salari in Italia, che rappresentano un punto di riferimento importante per le politiche sindacali e per gli studiosi della materia.
Nel giugno del 2008 entra nella Segreteria Confederale con delega a :
• Politiche macroecomomiche di bilancio dello Stato, dei bilanci locali, dei prezzi e delle tariffe;
• Responsabilità Sociale d’Impresa
Nel giugno del 2010 lascia l’incarico confederale per assumere quello di Segretario Generale della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni e Credito (FISAC ).
Nel gennaio del 2011 promuove la costituzione LAB – IFRS, Istituto di formazione, ricerche e studi su Lavoro Assicurazioni e Banche, di cui è l’attuale Presidente.
Con l’VIII Congresso Nazionale della Fisac Cgil – aprile 2014 – viene confermato Segretario Generale

Torna all'elenco completo

Ha partecipato a:

Nuovi modelli e nuovi servizi di welfare aziendale: come creare benessere e salute per i lavoratori e per le comunità

Roma, 21 Settembre, 2017 | 15:00

Le giornate della nostra vita quotidiana sono occupate in maniera importante dal lavoro, inteso come orario in cui svolgiamo la nostra professione e come coda provocata dai pensieri che ci portiamo a casa e dagli strumenti che il progresso ci ha regalato e che hanno dilatato il tempo lavoro (telefono cellulare, posta elettronica, social).

Per fortuna, negli ultimi anni, da parte delle imprese, è cresciuta la sensibilità nei confronti della qualità del lavoro e della vita dei lavoratori. Ciò ha prodotto una maggiore flessibilità e un’offerta di benefici e servizi di vario genere.

Con la legge di stabilità 2016, tale sensibilità è stata recepita dalle Istituzioni e trasformata in sostegni allo sviluppo del welfare aziendale, i cui servizi possono variare da azienda e azienda in base all’analisi delle effettive necessità dei dipendenti: scuola, salute, flessibilità e sostegno alla genitorialità sembrano essere gli interventi più graditi.

Forse si sta colmando il ritardo che l’Italia aveva rispetto ad altri paesi europei, nel riconoscere l’importanza del welfare aziendale e la necessità di fornire questi servizi ai lavoratori.

Si diffondono servizi family-friendly che partono dal conciliare genitorialità e lavoro (soprattutto maternità, visto che per ISTAT il 30% delle donne lascia il lavoro dopo una gravidanza) e arrivano fino a quando i figli crescono: baby sitter e asili nido; flessibilità dell’orario di lavoro, concessione del part time, telelavoro; vacanze studio; testi scolastici.

Ma la prima preoccupazione dei dipendenti è la salute: in particolare l’ambito dei servizi per la prevenzione, la sanità integrativa e il sostegno previdenziale.

Nell’ambito di S@lute2017, approfondiremo le varie misure che si sono diffuse con le politiche di welfare aziendale e ci chiederemo: “per fare ulteriori passi in avanti, quali misure possono entrare nella prossima Legge di stabilità, che inizierà a breve il suo percorso, in termini di agevolazioni fiscali per le componenti delle retribuzioni legate ad incrementi di produttività, le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa e l’erogazione di benefits in senso ampio da parte delle aziende?”

E’ necessario aprirsi a nuovi scenari e prepararsi a attuare modelli innovativi di welfare, evidenziando i molteplici benefici che saranno l’effetto diretto e indiretto all’interno delle nostre comunità di queste forme sussidiarie, spinte dalla crisi dei sistemi di welfare pubblico, divenuti insostenibili per fattori demografici e geopolitici.