Le persone che hanno partecipato

Paolo De Rosa

Paolo De Rosa

Fin da ragazzo ho avuto la possibilità di giocare con alcuni strumenti elettronici di mio padre e dei miei zii: il mio preferito era l’oscilloscopio ma venne immediatamente superato dall’arrivo dei primi computer, un Macintosh (Classic II) e un PC (8086 assemblato). Nulla potettero l’estetica e l’eleganza dell’interfaccia del Classic II contro le lezioni di Pascal di mia madre sulla console DOS dell’8086. Quello schermo nero illuminato da pochi fosfori verdi esercitava su di me la stessa attrazione che un buco nero è in grado di esercitare sulla materia, fu vera e propria istigazione all’informatica per un ragazzo di 8 anni. Dopo poco tempo, sono entrato in contatto con Unix (AIX), un vecchio Bull che consentiva di muovere un braccio meccanico tramite interfaccia seriale. Il braccio era bellissimo ma AIX era noioso e inutilmente complicato. Non contento comprai negli Stati Uniti una MicroVax 3100. Speravo di poter costruire il mio sistema di posta con X.400, avevo studiato l’ISO/OSI ma non avevo fatto i conti con VMS. Fortunatamente arrivò presto slackware e il suo kernel 0.99 da compilare, la mia prima distribuzione linux. Fu l’inizio di un’interminabile serie di notti passate in bianco, che prosegue tuttora. Da adolescente, le BBS e Itapac sono state la porta sul nuovo mondo, tutto ciò che era al di fuori del profondo Sud in cui sono cresciuto, la scoperta dell’underground telematico italiano, la comunicazione con i modem, un sogno permanente per me, ma un incubo per i miei genitori quando a fine mese arrivava la bolletta della SIP. E’ stato, poi, l’arrivo di internet, dei newsgroup ed IRC a permettermi di superare i confini nazionali ed entrare in contatto con le comunità internazionali dell’Open Source e di Debian. Sono stati per me anni straordinari di fermento, passione e condivisione delle conoscenze, hanno gettato le basi per un’incessante ricerca del “come funziona” e un’ intramontabile passione per la tecnologia. Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica, mi sono trasferito a Pisa e ho frequentato la facoltà di Ingegneria delle Telecomunicazioni all’Università di Pisa. Durante il mio secondo anno di studi, ho iniziato a lavorare per la stessa Università e altre piccole aziende IT locali, come consulente IT e sviluppatore di software, anche se il mio principale ambito di interesse era ed è sempre rimasto le reti di telecomunicazioni. Ero convinto di poter trasformare l’IT dell’Ateneo nello stesso modo in cui Ford trasformò l’industria automobilistica all’inizio del ‘900, ma tra ambizione e ingenuità non avevo fatto i conti con i problemi organizzativi della pubblica amministrazione e il mio sogno naufragò ma non del tutto. Ho continuato per diversi anni a lavorare presso l’Università di Pisa occupandomi di molti aspetti dell’IT nell’Ateneo. In particolare, come system administrator e network architect, ho progettato la riorganizzazione dell’infrastruttura di networking e il consolidamento delle risorse di calcolo (fibra di proprieta’, data centers, etc). L’ambiente di ricerca e sperimentazione all’interno dell’università e della comunità GARR mi ha permesso di diversificare e approfondire le mie competenze in molti ambiti, ma in modo particolare sul networking e i sistemi di calcolo distribuiti. Purtroppo, l’assenza di prospettive e di crescita professionale all’interno del mondo universitario mi hanno portato a ricercare nuove esperienze che si sono concretizzate all’estero. Ho iniziato a lavorare per Canonical (Ubuntu) come Dedicated Field Engineer nell’ambito del Cloud per le telecomunicazioni, ho lavorato per alcune delle principali aziende di telecomunicazioni europee come Deutsche Telekom. Da embedded engineer nei team di sviluppo dell’industria delle telecomunicazioni, ho avuto modo di partecipare alla progettazione e realizzazione di infrastrutture cloud su scala geografica (europea), basate su tecnologie Open Source come: Ceph, OpenStack, Contrail, Linux, etc., infrastrutture dedicate alla virtualizzazione delle funzioni di rete (IMS, vCPE, etc). Durante il mio lavoro con Canonical, ho avuto modo di affrontare e approfondire molte delle problematiche che il settore delle telecomunicazioni sta vivendo nel cercare di adottare i paradigmi di cloud computing e nel consolidamento delle infrastrutture esistenti, anche aspetti legati a nuove forme di organizzazione del lavoro in ambito IT come: devops, SRE, agile, etc. L’esperienza nel progettare e gestire infrastrutture su larga scala è stata fondamentale e mi ha consentito di acquisire una visione molto ampia sulle problematiche dell’industrializzazione del mondo IT e il suo rapporto con il mondo delle telecomunicazioni. Semplicità, automazione e scalabilità sono i paradigmi fondamentali alla base del mio lavoro, orientato a supportare il processo di industrializzazione dell’IT. Le diverse esperienze degli ultimi anni mi hanno dato l’opportunità di crescere tecnicamente e umanamente grazie soprattutto a molti colleghi estremamente capaci e preparati, dai quali ho appreso molto anche sull’organizzazione del lavoro in squadra. Pochi mesi fa sono venuto a conoscenza delle attività di Diego nell’ambito della trasformazione digitale del Paese e della sfida che ha voluto raccogliere insieme al Team Digitale, sfida che ha subito suscitato in me la stessa curiosità e lo stesso desiderio di disassemblare il software e i computer che avevo da ragazzo. È stato proprio il desiderio di interagire a basso livello con la trasformazione digitale del paese a portarmi ad applicare per la posizione di Cloud e Data Center. Sono stato convocato per un primo colloquio in cui ho conosciuto il Team e successivamente Diego. Il Team e Diego mi sono subito piaciuti, mi hanno fatto sperare fin dall’inizio che si potesse lavorare nella PA in modo diverso. Non nascondo che la possibilità di partecipare alla missione del Team per la Trasformazione Digitale del Paese rappresenta per me un’occasione importante, che mi permette di contribuire, nel mio piccolo, al cambiamento dell’Italia. Con un po’ di orgoglio, posso finalmente condividere a beneficio di molti quelle conoscenze apprese a spese e al di fuori del paese.

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Ha partecipato a:

Infrastrutture e cloud: lo stato del percorso evolutivo dell'ICT pubblico

Roma, 14 Maggio, 2019 | 15:00

Con la conclusione del censimento del patrimonio informativo della PA e l’avvio del processo di qualificazione dei Poli Strategici Nazionali (PSN) e dei Cloud Service Provider (CSP), il piano di razionalizzazione delle risorse ICT della PA entra nella sua fase cruciale. Questi passaggi rappresentano non solo un passo fondamentale verso la razionalizzazione delle infrastrutture fisiche pubbliche dal punto di vista strutturale ed economico, ma anche un’opportunità per sviluppare nuovi approcci sui modelli di organizzazione e di erogazione dei servizi, quali driver di sviluppo dell’economia.

Cloud & Data center

Roma, 14 Maggio, 2019 | 13:00

Con la pubblicazione del nuovo Piano Triennale 2019-2021 è stata ufficialmente avviata la strategia Cloud First della PA che permetterà di sviluppare servizi digitali più affidabili e sicuri ad un costo ridotto e che, soprattutto, consentirà il rinnovamento complessivo dei servizi digitali nel Paese. Questo nuovo scenario apre questioni degne di interesse.

Quali sono le sfide che tecnici e manager della PA dovranno affrontare? Come gli altri Paesi hanno affrontato tali sfide? Quale ruolo potrà assumere la comunità tecnica DevOps nella PA? Quali opportunità si apriranno per i fornitori ICT delle pubbliche amministrazioni?

Nei primi mesi del 2019 alcune amministrazioni coraggiose insieme al Team Digitale hanno iniziato ad analizzare le principali sfide tecnologiche che la PA deve affrontare per migrare i propri servizi in cloud dando il via allo sviluppo del Piano di abilitazione nazionale al Cloud per la PA basato sull’uso di un modello collaborativo orientato all’apertura verso le community tecnologiche. Durante la sessione proviamo a gettare uno sguardo sul piano di abilitazione all’utilizzo delle tecnologie cloud nell’ambito dei servizi pubblici.

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L’infrastruttura tecnologica per la resilienza del Paese

Roma, 8 Luglio, 2020 | 09:30

Le infrastrutture tecnologiche - come reti, data center e cloud - hanno giocato un ruolo essenziale nella risposta all’emergenza sanitaria, contribuendo al contempo a ridurre le distanze tra la popolazione. In questi mesi, operatori pubblici e privati hanno lavorato con ritmi serrati perché servizi di telecomunicazione e piattaforme digitali rimanessero disponibili a cittadini, imprese e amministrazioni, al fine di garantire la continuità operativa dei servizi essenziali e di gestire al meglio il sovraccarico generato dall’esplosione dello smart working.

Tuttavia, la crisi ha anche rimesso a nudo la fragilità e l’inadeguatezza delle infrastrutture tecnologiche in molte aree del Paese, ancora segnate da un profondo digital divide che ha accentuato ulteriormente le disuguaglianze sociali in questo periodo di difficoltà.

La diffusione dei servizi di connettività e la piena attuazione del paradigma cloud rappresentano oggi priorità non più differibili, condizioni necessarie a garantire a imprese e famiglie di accedere a servizi e risorse digitali offerti da PA e provider privati.

Ne discutiamo con i principali attori delle politiche per le infrastrutture tecnologiche del Paese e operatori pubblici e privati protagonisti dell’innovazione del Paese

Il nuovo Piano Triennale per l’informatica della PA

Roma, 6 Luglio, 2020 | 15:15

Il Piano Triennale per l’informatica della Pubblica Amministrazione 2020-2022, alla sua terza edizione, è lo strumento che indica le linee strategiche per promuovere la trasformazione digitale dell’amministrazione italiana e del Paese.

Il nuovo Piano contiene obiettivi pianificati in modo che le azioni finalizzate al loro raggiungimento siano sempre più gestite a livello locale, per garantire una maggiore penetrazione della cultura della trasformazione digitale nei territori che abbia vantaggi per cittadini e imprese e che, allo stesso tempo, produca ricadute positive anche rispetto alle valutazioni effettuate sulla base di indicatori internazionali.

Il Piano 2020-2022, nella sua fase di consolidamento, è il risultato della partecipazione attiva delle pubbliche amministrazioni: è stato condiviso con le amministrazioni centrali, con le Regioni e le Province autonome e i suggerimenti proposti sono stati inseriti nel Piano stesso.

Infine, il nuovo Piano Triennale, seppure in continuità col precedente, opera una importante modifica nel punto di vista di chi lo attuerà: parte infatti dagli obiettivi che ciascuna delle tematiche si pone. Tali obiettivi, spesso ambiziosi ma tutti sostenibili, sono costruiti sull’esperienza, sul confronto e sulle esigenze condivise con le amministrazioni. Si tratta di obiettivi ampi, declinati però in risultati attesi molto concreti. Il forte accento posto sulla misurazione dei risultati introduce spunti di riflessione e operativi per tutte le amministrazioni.