Le persone che hanno partecipato

Simone Piunno

Simone Piunno

Chief Technology Officer nel Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio. Dopo una laurea in Ingegneria Elettronica Simone e un periodo di impegno nella nascente scena open source nazionale, nel 2000 ha iniziato la sua carriera come sviluppatore software in una piccola startup di applicazioni mobili e rapidamente ha assunto ruoli dirigenziali in alcune multinazionali dei servizi web e mobile dove ha guidato team di ingegneri dislocati in vari paesi esteri e realizzato piattaforme tecnologhe di messaggistica, sistemi di pagamento e pubblicità online integrate con una cinquantina di operatori telefonici mondiali. A fine 2016 ha lasciato il settore privato per lavorare alla Presidenza del Consiglio nel Team per la Trasformazione Digitale dove si occupa di program management e architettura tecnologica trasversalmente ai vari progetti.

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Ha partecipato a:

Impatti organizzativi della Digital Transformation

Roma, 23 Maggio, 2018 | 09:30

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Una delle principali caratteristiche della digital transformation è la sua pervasività. Non esiste aspetto o attività, all’interno di qualsiasi organizzazione complessa, che non sia interessato dal cambiamento paradigmatico imposto dall’avvento delle tecnologie del digitale. Non si tratta, infatti, di un processo esclusivamente tecnologico, ma di un complesso e articolato percorso di cambiamento, in cui l’ammodernamento delle tecnologie informatiche va di pari passo con il ripensamento complessivo del proprio modello organizzativo.

Un processo che richiede quindi il coinvolgimento delle diverse funzioni dell’organizzazione, al fine di garantire lo sviluppo e la successiva implementazione di percorsi di change management coerenti e di largo respiro. Eppure, molte delle strategie di trasformazione digitale adottate dalle amministrazioni italiane rimangono ancora oggi appannaggio esclusivo della funzione IT. Il risultato è rappresentato da piani concepiti nelle segrete stanze dei tecnologi, di cui le altre funzioni rimangono meri destinatari.

Un vero processo di trasformazione digitale deve invece basarsi sull’engagement delle varie componenti dell’organizzazione e su un nuovo rapporto tra i sistemi informativi e le altre direzioni dell’ente, con i diversi responsabili di funzione chiamati a diventare i veri leader del percorso di cambiamento, mentre alla direzione IT spetterebbe il ruolo di soggetto catalizzatore della domanda di innovazione e di facilitatore del complessivo processo di trasformazione organizzativa e tecnologica.

Esperienze e modelli di Interoperabilità

Roma, 22 Maggio, 2018 | 15:00

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Una delle principali barriere allo sviluppo di servizi di qualità al cittadino, siano essi erogati online o tramite sportello fisico, è ancora oggi la mancanza di integrazione tra le basi dati delle diverse amministrazioni (e in alcuni casi, anche tra quelle detenute da uffici appartenenti al medesimo ente).

Il Piano d’azione dell’UE per l’eGovernment 2016-2020 annovera tra i suoi sette principi fondamentali quello del “una tantum” (once only principle), secondo cui "le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere ai cittadini e alle imprese informazioni già fornite”. È evidente come la piena attuazione del “once only principle” richieda il superamento il modello attuale di gestione dei dati pubblici organizzato per “silos verticali”, e la transizione verso un nuovo modello di interoperabilità dei servizi e dei dati della PA.

Il Piano triennale per l’informatica nella PA, rifacendosi apertamente ai principi una tantum e interoperabilità by default, sancisce la transizione a un nuovo modello di interoperabilità basato sull’approccio API first (cap. 5 del Piano), al fine di garantire la corretta interazione tra cittadini, imprese e PA e favorire la condivisione trasparente di dati, informazioni, piattaforme e servizi, nel quadro dei principi definiti dal nuovo European Interoperabiliy Framewrok.

L’attuazione del nuovo modello passerà dall’individuazione delle soluzioni tecnologiche e organizzative necessarie a garantire la sua piena sostenibilità e la sua massima diffusione presso tutte le amministrazioni, un compito che il Piano affida alle Linee guida del nuovo Modello di interoperabilità, in consultazione pubblica dal 8 maggio 2018.

Sarà inoltre necessario prestare massima attenzione alla dimensione semantica dell’interoperabilità, valorizzando la creazione di vocabolari controllati e modelli di dati (ontologie) previsti dal capitolo 4 del Piano, nonché prevedere i meccanismi necessari a garantire la composizione di due esigenze solo in apparenza inconciliabili: la condivisione e la circolazione dei dati tra amministrazioni da un lato, la tutela della privacy degli utenti dall’altro.

Dati pubblici come motore dell'economia digitale

Roma, 16 Maggio, 2019 | 14:30

I dati degli enti pubblici costituiscono uno dei principali patrimoni digitali non solo della PA, ma dell’intero Paese. Per sfruttarne appieno le potenzialità, il Piano triennale ha individuato una serie di azioni finalizzate a superare la “logica a silos” in favore di una visione sistemica, volta a facilitare l’apertura e il riuso dei dati pubblici, assicurare l’interazione e lo scambio di informazioni tra le PA, garantire la piena collaborazione tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati.

Il convegno rappresenterà un momento di approfondimento sull’avanzamento delle grandi componenti del Piano triennale relative alla valorizzazione del patrimonio informativo pubblico: basi dati di interesse nazionale, open data e vocabolari controllati, Data Analytics Framework (ora PDND) e nuovo modello di interoperabilità. L’evento sarà inoltre un utile occasione per il confronto tra il percorso avviato dall’Italia e alcune esperienze straniere particolarmente virtuose. Il tutto nel quadro delle recenti novità a livello europeo in tema di dati pubblici (revisione della direttiva PSI - Public Sector Information, linee guida sul private sector data sharing).

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Innovazione e trasformazione digitale nella PA: il project management quale strumento indispensabile per creare valore

Roma, 15 Maggio, 2019 | 15:00

Nella PA cresce la consapevolezza che i progetti di innovazione e trasformazione digitale devono essere finalizzati alla creazione di valore e il project management è l’approccio più efficace per il raggiungimento di tali obiettivi in coerenza con la misurazione delle performance organizzative. L’applicazione nella PA degli standard riconosciuti di project management può innescare un processo virtuoso di efficace progettazione e realizzazione dei percorsi di modernizzazione, migliorare la gestione dei rischi connessi e assicurare la crescita complessiva di valore pubblico a favore degli utenti e della collettività.

 

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