Le persone che hanno partecipato

Arianna Viscogliosi

Arianna Viscogliosi

46 anni, laureata in Giurisprudenza, con Master al Collegio Europeo di Parma in studi europei. Ha lavorato presso la Commissione europea a Bruxelles e per alcune società di consulenza in materia di formazione a funzionari pubblici e privati sulle politiche europee. Dal 2008, in qualità di avvocato, svolge la propria attività presso l’Ufficio legale dell’E.O. Ospedali Galliera nell’ambito del Dipartimento Gestione Risorse Umane dell’Ente, entrando poi a far parte del Comitato Unico di Garanzia (CUG).

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Ha partecipato a:

Smart working per la smart sustainable city

Firenze Fiera - Palazzo degli Affari, 18 Ottobre, 2018 | 13:45

Il concetto di smart working e quello di città smart sono strettamente correlati, nella misura in cui il primo rappresenta un fattore abilitante della città intelligente. Pensare una città smart e sostenibile vuol dire ripensarla in termini di flussi che l’attraversano, di tecnologie che la sostengono, di organizzazione territoriale che la definisce. In questo processo di trasformazione della città un ruolo fondamentale è svolto dall’introduzione e dall’affermarsi di un nuovo modello di organizzazione del lavoro che si focalizza sulla flessibilità e sull’affrancamento dalla dimensione spazio-temporale dell’ufficio e dell’orario di lavoro.

I vantaggi dello smart working sono consistenti dal punto di vista della sostenibilità ambientale e dell’inclusione sociale: dalla riduzione del traffico urbano al miglioramento del trasporto pubblico, da un’effettiva conciliazione vita-lavoro alla concretizzazione della parità di genere.

Come lo smart working può aiutare a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile permettendo di combattere la tendenza al sovraffollamento delle città a cui il mondo va incontro? Come può contribuire allo sviluppo economico e sociale al ripopolamento di aree periferiche? Come lo smart working agisce nella ridefinizione dei confini territoriali delle città tradizionali? Come lo smart working abilita i processi di smartness delle città e ne orienta le politiche di sviluppo e come ne può a sua volta trarme vantaggio?

Per ascoltare la registrazione integrale dell'evento cliccate QUI

Smart Working nella PA. Diffusione, buone pratiche e modelli di accompagnamento

On web, 25 Febbraio, 2019 | 12:00

Qui di seguito la REGISTRAZIONE VIDEO del webinar

Cambiano i modelli organizzativi del lavoro pubblico. Cambiano gli approcci al lavoro del dipendente pubblico, dall’adempimento al raggiungimento dei risultati. In questo un ruolo fondamentale è svolto dallo smart working, “uno dei processi di innovazione organizzativa che, pur procedendo con eccessiva lentezza, possono rappresentare le condizioni per la diffusione di una nuova cultura nella e della PA”.

Come ribadito nell’Annual Report di FPA presentato lo scorso 29 gennaio a Roma, lo smart working si colloca a pieno titolo nelle riflessioni sul rinnovamento della struttura istituzionale, un rinnovamento che mira a rendere la PA e le sue persone adeguate a gestire i cambiamenti in corso.

Seppure gli ultimi dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano dimostrino che nel 2018 non ci sia stato un aumento di amministrazioni che hanno avviato progetti (ancora pari a circa il 9% del totale), è stato sicuramente possibile registrare una crescita in termini di sensibilizzazione e di condivisione di esperienze e pratiche.

L’avvio di sperimentazioni di enti a livello nazionale e territoriale inoltre ha permesso di registrare una percezione dello smart working come una grande opportunità, l’occasione e lo strumento per cambiare prospettiva culturale nella PA, una prospettiva che pone le persone al centro.

Partendo da una panoramica sullo stato di diffusione in Italia dello smart working nelle imprese private e nelle pubbliche amministrazioni, il webinar mira ad approfondire la tematica anche attraverso alcuni casi di successo e a presentare un modello di accompagnamento utile alle PA per implementare e consolidare progetti di smart working.

Smart working e PA: cosa manca al cambiamento culturale, organizzativo e tecnologico?

Roma, 16 Maggio, 2019 | 11:45

Di smart working si parla ormai molto anche nella PA. Seppure gli ultimi dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano dimostrino che nel 2018 non ci sia stato un aumento di amministrazioni che hanno avviato progetti (ancora pari a circa il 9% del totale), è stato sicuramente possibile registrare una crescita in termini di sensibilizzazione e di condivisione di esperienze e pratiche da parte di Pubbliche Amministrazioni e di reti di Pubbliche Amministrazioni, veri casi di eccellenza che hanno lavorato negli ultimi mesi sull’introduzione di modalità di lavoro agile per garantire servizi pubblici più efficaci, più efficienti e più veloci.
Nonostante ciò la strada da percorrere sembra ancora molta, specie alla luce delle recenti disposizioni normative (Decreto Concretezza, Legge di Bilancio 2019, Disegno di legge Miglioramento PA), che sottolineando continuamente gli aspetti legati esclusivamente alla presenza fisica sul posto di lavoro, rischiano di snaturare lo smart working, depotenziando quegli aspetti legati all’orientamento al risultato che ne garantiscono la portata innovativa, rischiando di renderlo un’occasione mancata.
Il convegno intende favorire il confronto su alcuni punti aperti in materia di smart working per capire cosa manchi al vero cambio culturale, organizzativo e tecnologico che lo smart working può introdurre nel sistema del lavoro pubblico, cosa serva per passare dal mero adempimento alla legge all’opportunità di cambiare il modo di percepire il sistema pubblico, la qualità dei servizi pubblici, la figura del dipendente pubblico.

Per ascoltare l'audio integrale dell'evento cliccare QUI