Le persone che hanno partecipato

Erika Marconato

Erika Marconato

Erika Marconato (erikamarconato.it) è appassionata di cultura libera e contenuti aperti. È l’umana dietro @spaghetti_folks, voce su Twitter della comunità di Spaghetti Open Data (di cui è attivista da svariati anni). Con Matteo Brunati sta scrivendo un libro (e curando una newsletter settimanale) sul civic hacking in Italia (civichacking.it). A volte, traduce blogpost su civic hacking, tecnologia e openness. Cibo per la mente è il gruppo di lettura di cui è l’orgogliosa fondatrice. Nel 2014 è stato pubblicato da Graphe.it il suo romanzo breve "È questa la fine?".

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Ha partecipato a:

Hacking civico e smart citizen: chi abita la smart city?

Firenze Fiera - Palazzo degli Affari, 17 Ottobre, 2018 | 11:45

Più o meno spontaneamente, i residenti delle città, attraverso i loro mobile device, diventano miniera di informazioni utili agli operatori e alle amministrazioni. Ogni dato condiviso, ogni segnalazione e ogni movimento all’interno del tessuto urbano restituisce costantemente mappature dei fabbisogni e delle scelte effettuate attraverso l’interazione del cittadino-utente con le tecnologie. Questo elemento non può essere considerato parallelo al fenomeno di smart city, ma ne è parte integrante. I dati forniti dai cittadini come produttori di informazione è necessario che diventino beni comuni digitali (digital commons) non solo a livello locale, ma nella concezione generale di cittadino del futuro. Quali sono, quindi, le caratteristiche per diventare uno smart citizen? A quali esigenze risponde? Di chi sono i dati, una volta condivisi?

Per ascoltare la registrazione integrale dell'evento cliccate QUI

Open Data, comunità informali, zone grigie e prototipi: ecco gli ingredienti del civic hacking per trovare soluzioni creative a sfide sociali concrete

Firenze Fiera - Palazzo degli Affari, 17 Ottobre, 2018 | 16:00

IL VIDEO DELL'ACADEMY

Anche in Italia, come nel resto del mondo, il civic hacking si sta diffondendo come forma di cittadinanza attiva. Cittadini comuni decidono di prendersi cura dell'interesse collettivo risolvendo un problema importante per loro, spesso coadiuvati dalla propria competenza tecnologica. Quasi mai chiedono il permesso di farlo e, spesso, fanno parte di comunità informali vicine ai principi dell'openness. Degli hacker, insomma, che lavorano per la loro città o per il loro territorio.

Qual è il modello per hackerare la società? Cosa significa essere cittadini del Ventunesimo secolo? Come ripensare la relazione tra gli attori che lavorano all'interesse collettivo? Cosa rende "intelligente" una smart city?