Le persone che hanno partecipato

Elena Mosa

Elena Mosa

Lavoro presso Indire dal 2005 e attualmente sono ricercatrice incaricata del progetto Avanguardie educative il cui obiettivo è quello di portare a sistema l’innovazione scolastica attraverso il contagio di idee e di esperienze.

Il mio interesse per lo studio dei media digitali e per i linguaggi multimediali inizia con la stesura della tesi di laurea, quando ho cominciato ad approfondire il tema dell’ipertesto in chiave narratologica e semiotica. Le nuove forme di comunicazione ed espressione abilitate dalle ICT rimangono il filo conduttore degli studi condotti in questi anni sui temi delle potenzialità metodologico-didattiche delle tecnologie a scuola, della formazione del personale docente e dei contenuti digitali. In questo ambito mi sono occupata dei progetti del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD 2007-12) nel corso del quale Indire ha formato i docenti del progetto Digiscuola, dei piani di formazione sulla Lavagna Interattiva Multimediale, Sardegna Digitale e ha fornito supporto metodologico alle scuole coinvolte nelle sperimentazioni Cl@ssi 2.0 e Scuol@ 2.0.

Relativamente al tema delle competenze digitali ho coordinato il progetto di formazione PON Didatec destinato ai docenti delle regioni Obiettivo Convergenza che ha coinvolto 18.000 insegnanti di ogni ordine e grado in un percorso di formazione blended.

Mi sono occupata della tematica relativa ai nuovi spazi dell’apprendimento, come naturale conseguenza delle riflessioni nate nell’ambito di Cl@ssi 2.0, dove si è osservato che le ICT possono scardinare le due componenti del Tempo (flipping the classroom, ambienti online) e dello Spazio (nuovi setting e configurazioni d’aula), aprendo virtualmente la classe a interazioni con soggetti ad essa esterni (gemellaggi virtuali, situazioni geograficamente svantaggiate, studenti ospedalizzati, esperti, ecc.).

Rispetto al più ampio tema dell’innovazione didattica, sono referente del progetto Avanguardie educative il cui obiettivo principale è quello di creare i presupposti per mettere in atto un’innovazione trasferibile e sostenibile, attraverso strumenti progettati insieme alle scuole già impegnate in sperimentazioni di rilievo a livello nazionale (le «scuole capofila») e azioni di supporto in presenza e in comunità di pratiche online.

Sono membro del gruppo di progetto Making Learning and Thinking Visible in Italian Secondary Schools (MLTV), nato dalla collaborazione tra Graduate School of Education di Harvard e Indire e che prende le mosse dalla necessità di rendere i processi cognitivi “visibili” per indurre studenti e insegnanti ad essere maggiormente consapevoli della propria attività didattica e cognitiva, farli riflettere in modo critico e rendere così l’apprendimento più accessibile ed autentico: l’intento è quello di sperimentare le teorie di MLTV all’interno del movimento Avanguardie educative

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Ha partecipato a:

Digital Event “Quali sono gli strumenti per accelerare la digitalizzazione e per creare un’esperienza di valore per l’offerta formativa?”

Eventi sul territorio, 14 Ottobre, 2020 | 10:30

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Nei primi mesi di quest’anno siamo stati obbligati a cambiare repentinamente l’approccio didattico formativo per accompagnare gli studenti, dalle materne alle università, nella loro crescita formativa, culturale, sociale, psicologica ed emotiva. In fase di lockdown è stata evidente a tutti la centralità della scuola in termini di “didattica” ma anche, e forse soprattutto, in termini di “relazioni”. Per entrambi gli aspetti andava garantita la continuità che è stata realizzata attraverso la transizione dal fisico al digitale. Grazie, infatti, a contenuti multimediali e servizi pensati proprio per insegnare a distanza, il digitale ha rappresentato una soluzione concreta per mantenere vivo il tessuto sociale e la formazione dei nostri giovani. Metodologie e attività innovative sono entrate nella scuola per far fronte a nuove necessità educative, sviluppando competenze che permettano agli studenti di affrontare con strumenti adeguati una realtà profondamente cambiata, ma anche la necessità di superare difficoltà con nuovi strumenti e strategie.

È evidente quindi come sia necessario sviluppare una didattica fondata sull’innovazione che consenta sia di dare continuità all’esperienza formativa a distanza in un sistema di classi e scuola diffuse, virtuali ma connesse, sia di gestire e programmare la condivisione degli spazi fisici per il rientro e la vita negli istituti, sia di fornire nuovi strumenti didattici che amplino le opportunità di apprendimento. L’innovazione scolastica e la didattica avanzata devono essere “edifici smart” delle città del futuro, per importanza, per urgenza e per loro natura.