Classe 1981, laureato in Ingegneria Informatica e Telecomunicazione presso l’Università degli Studi di Perugia, ha conseguito il dottorato in Ingegneria dell’Informazione con specializzazione in Modellazione dei sistemi biologici.È stato junior specialist alla University of California San Francisco (UCSF) per 2 anni, ricercatore presso l’Ateneo perugino per 5 anni, abilitato al ruolo di professore associato nel settore delle bioingegnerie. Ad oggi collabora con numerose Università internazionali tra cui la Columbia University nella città di New York, con il gruppo di Andrea Califano nel settore della Cancer Systems Biology.
Numerosi i progetti di trasferimento tecnologico, sia a livello nazionale che internazionale, a cui ha partecipato.
È inoltre componente del Nucleo Epidemiologico della Regione Umbria per il Covid-19.
Dal 16/07/2020 ricopre la carica di Amministratore Unico di Umbria Digitale, società consortile a totale capitale pubblico, senza scopo di lucro, al servizio della Regione Umbria, dei Comuni, delle Agenzie e organismi pubblici in essa consorziati, che svolge attività di interesse generale per la gestione e lo sviluppo del settore ICT regionale e attività strumentale nei confronti dei soggetti pubblici soci secondo il modello in house providing.
L'emergenza Covid-19 ha sicuramente accresciuto la consapevolezza tra cittadini, professionisti sanitari e manager delle strutture sanitarie sul contributo cruciale del digitale nel processo di prevenzione, cura e assistenza. Secondo i dati dell'Osservatorio Innovazione in sanità del Politecnico di Milano nel 2020, il 45% dei responsabili Innovazione delle aziende sanitarie stima un aumento delle spese correnti in sanità e il 47% una crescita degli investimenti per la sanità digitale. Il boom di interesse per la Telemedicina durante il lockdown ha portato ad un aumento delle sperimentazioni: il 37% delle strutture sanitarie sta sperimentando il Tele-monitoraggio (27% nel 2019) e il 35% la Tele-visita (15% nel 2019).L’aumento dell’interesse per l’e-health riguarda anche i medici: per il 57% dei medici specialisti e il 50% dei medici di medicina generale (Mmg) ci sarà un impatto rilevante sul sistema sanitario nei prossimi cinque anni delle Terapie Digitali, le soluzioni tecnologiche per ottimizzare la cura del paziente.
L'obiettivo a medio lungo termine deve essere quello di superare il concetto di ospedale come luogo fisico, per sostituirlo come un insieme di servizi e attivita’ che grazie alla tecnologia raggiungono il paziente nella propria vita quotidiana, nelle proprie case, limitando la necessita’ di spostamenti magari logisticamente difficili, aumentando efficienza, riducendo costi, liberando maggiori risorse sui casi rilevanti.
Inoltre le nuove frontiere del 5G amplificheranno le potenzialita’ dei nuovi servizi, consentendo ad esempio con un' ambulanza connessa di analizzare i casi urgenti prima dell’arrivo in pronto soccorso allegerendone notevolmente il peso, o consentendo di erogare molti esami direttamente a casa dei pazienti riducendo il numero di appuntamenti dei medici, fino alla collaborazione tra strutture sanitarie centrali e periferiche in ottica di teleconsulto su diagnosi specifiche rimarcando il principio della sanità universale per tutti.
Con il PNRR si punta ad allargare concretamente l’area della trasformazione digitale del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), con soluzioni applicabili alle diverse funzioni del SSN e alle nuove forme di interazione medico-paziente. Con le risorse stanziate con la Missione 6 Salute sarà possibile assicurare a Regioni e Aziende sanitarie il cambiamento digitale necessario per fare fronte alla modificata domanda di salute che viene dai cittadini, attraverso l’adozione di servizi digitali end to end dalla fase di impostazione strategica fino alla messa in esercizio degli stessi.
La strada tracciata dal Piano sembra portare fuori dalla consuetudine dei progetti pilota e delle best practice, spesso rimasti cattedrali nel deserto; per puntare a pratiche diffuse orientate a una medicina che assicuri l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), in primo luogo quelli legati alla cronicità, con il rilancio delle cure sul territorio. Per rendere appropriate la cura e l’assistenza il SSN opera Human-centered design e per centrare l’obiettivo della deospedalizzazione punta a forme diversificate di assistenza e cura da remoto, che prendono le mosse da servizi di Telemedicina fino ad articolati e completi servizi di Connected Care.
Ciò significa ripensare la cura e l’assistenza cambiando organizzazione e adottando le tecnologie attualmente mature perché tutti gli attori del sistema sanitario siano interconnessi tra loro per dare una risposta di qualità in termini di outcome clinico e di soddisfazione del cittadino paziente. Dall’informazione e prevenzione, all’accesso corretto alle strutture sanitarie, fino al successivo follow up. Insomma, l’obiettivo è una medicina di precisione, orientata alla persona, con modelli di cura e presa in carico personalizzati, con un’integrazione sempre più forte tra ospedale e territorio, con la condivisione dei dati clinici.
Il Servizio Sanitario Nazionale nei prossimi anni si troverà sempre più a dover affrontare le sfide della longevità, della cronicità, della necessità di continuità di cura, della fragilità e della non autosufficienza. Una corretta implementazione delle innovazioni digitali e dei princìpi alla base del paradigma della Connected Care può dare una risposta a queste sfide, in quanto unici strumenti in grado di aumentare la produttività delle risorse disponibili nel mondo della sanità.
Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, telemedicina e connected care; accoglienza e presa in carico digitale, app medicali, digital terapeutics e wearable device possono migliorare la qualità delle cure per i cittadini, aumentare l’appropriatezza, ridurre le diseconomie. La possibilità di gestire e analizzare i dati sanitari dalla diagnostica per immagini alle informazioni di biologia molecolare, di genetica, di epidemiologia e più in generale sulla storia clinica del paziente può permettere diagnosi sempre più precise, personalizzate e complete.
Perché l’occasione dell’accelerazione dovuta alla crisi sanitaria non vada persa sarà necessario lavorare sul change management con il coinvolgimento dei professionisti e dei cittadini. Il cambiamento deve poggiare su un livello di cultura digitale dei professionisti e dei cittadini: la formazione è determinante. Infine, perché la trasformazione digitale non sia solo trascodifica di processi datati, deve prevedere la revisione di tali processi e, condizione vincolante per il successo, l’adozione di un’infrastruttura tecnologica affidabile, sicura, flessibile e scalabile.
Ne dibatteremo in questo appuntamento chiamando a confronto esperti, decision maker delle strutture sanitarie e manager delle imprese del settore.