L’innovazione del sistema logistico può essere la chiave per migliorare le prestazioni, l'efficienza e l’efficacia delle nostre strutture sanitarie? Crediamo di sì e crediamo che questa consapevolezza sia diffusa. Eppure, non ha ancora prodotto il decollo di un sistema logistico nuovo.
Perché? Questo webinar inizia a dare alcune risposte presentando i risultati di una ricerca condotta dal Laboratorio RISE presso circa 35 aziende sanitarie ed ospedaliere Italiane, sia pubbliche sia private. 3 i fattori chiave che risaltano dalla ricerca:
l’investimento nella informatizzazione del processo
l’investimento nella automazione del processo
le competenze a disposizione.
In relazione a questi tre fattori si determinano condizioni molto differenziate di efficienza ed efficacia in relazione a materiali sanitari; lavoro e spazi impegnati. A seguire, le evidenze che emergono dalla ricerca verranno messe a confronto con le scelte progettuali sviluppate sul campo da aziende sanitarie: ASP Ragusa, Fondazione Poliambulanza di Brescia, AOU – Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna presenteranno l’approccio adottato nel ridisegno della logistica sanitaria, per rimuovere i vincoli e far evolvere le proprie organizzazioni verso livelli crescenti di efficienza ed efficacia. Le buone pratiche non mancano, ma il nostro SSN ha bisogno di pratiche diffuse: così sarà possibile tagliare il traguardo dell’innovazione della logistica sanitaria, intesa come leva per la sostenibilità del SSN, l’appropriatezza dei processi di cura e assistenza, il contrasto al rischio clinico e lo sviluppo del Paese.
Le metodologie e le procedure di logistica e gestione degli spazi produttivi, impiegate con successo nel mondo dell’impresa e della manifattura, non sono state riversate ed applicate in quello della sanità (sia pubblica sia privata). La tendenza è stata quella di dividere in modo radicale “quanto necessario” nel mondo industriale e “quanto utile” al sistema salute – ritenendo, in ottica rivelatasi errata, che le competenze richieste per la gestione di attività e processi fossero nel primo caso prettamente ingegneristiche e prettamente sanitarie nell’altro. Questa distinzione di metodologie, procedure e competenze ha avuto conseguenze dirette sull’organizzazione, sulla gestione e quindi sui risultati delle strutture sanitarie (ospedali, case di cura, enti territoriali).
L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha rimarcato i limiti di questa concezione, evidenziando criticità nella risposta e nell’adattamento delle nostre strutture sanitarie ad una situazione imprevista. Fortunatamente, molte organizzazioni del SSN hanno rilevato le analogie esistenti tra il settore sanitario e quello industriale e hanno compreso i vantaggi dell’adozione di buone pratiche e metodologie applicate da anni nell’ambito delle “operations” aziendali. Riteniamo che le strutture sanitarie possano giovarsi del patrimonio di conoscenze e competenze che chiamiamo operations management e che ha determinato un miglioramento di efficienza ed efficacia nella produzione di beni e servizi nel settore industriale negli ultimi decenni. L’adozione da parte delle strutture sanitarie di metodologie rodate e testate in contesti estremamente complessi e diversificati del mondo dell’industria, crediamo possa produrre un miglioramento misurabile nell’erogazione dei servizi sanitari. Siamo troppo ottimisti?
Ne dibatteremo in questo appuntamento chiamando a confronto decisori delle strutture sanitarie e manager delle imprese del settore.