Le persone che hanno partecipato

Monica Piovi

Monica Piovi

Monica Piovi ha alle spalle una significativa carriera tutta spesa nell’ambito della Pubblica Amministrazione.

Nata a Incisa Val d’Arno (dove vive) nel 1963, Monica Piovi è laureata in Scienze Politiche, con tesi in diritto regionale, all’Università degli Studi di Firenze. Ha lavorato al Comune di Pontassieve come responsabile dell’Ufficio Economato e provveditorato, in diversi uffici della Regione Toscana, alla sezione decentrata di controllo della Provincia di Firenze, alla segreteria dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale, occupandosi delle problematiche relative ai regolamenti interni. Nel maggio 2003, dopo l’esperienza triennale a Empoli di dirigente del Provveditorato, ha ottenuto l’incarico di Responsabile del servizio assistenza all’ufficio del difensore civico del Consiglio Regionale della Toscana e dal 2004 la dirigenza a scavalco del settore assistenza alla Commissione pari opportunità. A fine 2006 ha ricoperto il ruolo di Direttore Amministrativo dell’Estav Centro di Firenze, dove nel 2010 è stata nominata Direttore Generale. Nel 2012 ha ricoperto lo stesso incarico di Direttore Generale all’Estav Sud-Est. Dal 2013 è Direttore Generale della Asl di Empoli, fino a Maggio 2015 quando ricopre il ruolo Commissario Della Programmazione di Area Vasta Sud Est per circa due mesi e successivamente diventa Direttore della Direzione Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale della Regione Toscana. Dal Febbraio 2018 è Direttore Generale di Estar.

E’ un esperta di appalti, gare pubbliche e contrattualistica nella Pubblica Amministrazione, materia su cui ha pubblicato numerosi articoli. Ha partecipato a numerosi master e convegni

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Ha partecipato a:

Quale sanità post-Covid? Da cosa ripartire per l’innovazione del Servizio Sanitario Nazionale

Eventi sul territorio, 13 Maggio, 2021 | 10:00

 

L’emergenza sanitaria che stiamo attraversando sta sottoponendo ad una pressione straordinaria le strutture e l’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. Sul fronte della lotta al COVID-19, l’assistenza sul territorio non è riuscita ad arginare tempestivamente il diffondersi dei contagi e la pressione si è rivolta rapidamente agli ospedali, mettendo in crisi soprattutto i reparti di terapia intensiva. D’altro canto, la pandemia ha inciso sull’offerta del sistema sanitario: i SSR hanno dovuto circoscrivere l’offerta ordinaria, rinviare gli interventi programmati differibili e scoraggiare la domanda non urgente.

Certamente la pandemia ha ampliato il dibattito in essere sull’efficienza organizzativa di un SSN così com’è oggi, incentrato sull’assistenza ospedaliera, debole su prevenzione, medicina di prossimità e continuità assistenziale. L’allocazione delle risorse conferma tale modello. L’Italia impegna per la sanità pubblica il 6,5% del Pil1 ed è al 12° posto nella graduatoria dei Paesi UE. All’assistenza ospedaliera va il 3,8% (siamo al  posto in Europa, dietro Danimarca, Francia, Svezia e Norvegia). All’assistenza sul territorio va l’1,2% del Pil (siamo al 15° posto nell’UE, allocando circa metà delle risorse impegnate da Germania, Belgio e Danimarca).  
 
Quali lessons learned per la ripartenza? Quale futuro per la sanità? 

 

Il convegno, in collaborazione con Samsung, si propone di tracciare le seguenti suggestioni, che mostrano cambiamenti che, senza essere dirompenti rispetto all’organizzazione attuale perché il sistema potrebbe non sopportarli, innovino velocemente (in tempi ridotti) e radicalmente (con un grande impatto) processi ed organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale.