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Niccolò Cusumano

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La “Public Value Governance” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Roma, 23 Giugno, 2021 | 11:00

Nei dibatti che accompagnano il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si è detto che il Paese viaggia alla velocità delle sue Pubbliche Amministrazioni e si è sottolineato che l'opportunità del PNRR sarà pienamente sfruttata laddove le PA sapranno essere volano e non freno nell'utilizzo dei fondi europei.

Dopo il 2026, quando ci guarderemo indietro e chiederemo ai cittadini una valutazione su come è andato il PNRR, quali risposte il Governo, le Regioni, gli Enti Locali si aspettano di ricevere dai cittadini?

Ci si aspetta che rispondano “E’ andato bene perché le PA hanno attuato esattamente i procedimenti amministrativi previsti e hanno speso il 100% dei fondi assegnati in tempi rapidi”, oppure “È andato bene perché la quantità, la qualità e i tempi dei servizi e, di conseguenza, i livelli di benessere sanitario, economico, sociale e ambientale sono migliorati”? E’ evidente che la sfida delle PA verterà sul “come passare dagli ATTI ai FATTI, verso gli EFFETTI”.

Il Decreto Legge 31/05/2021 n. 77, c.d. “Governance PNRR e Semplificazioni” disegna degli articolati meccanismi di governance centrale (indirizzo, monitoraggio e rendicontazione) del PNRR, demandando genericamente alle Regioni e agli Enti Locali la realizzazione operativa degli interventi. Ma quali forme di governance potrebbero aiutare le amministrazioni territoriali a far fruttare la spesa dei finanziamenti europei in termini di creazione di Valore Pubblico? Come governare le performance e gestire i rischi delle filiere composte da Amministrazioni centrali, Regioni ed Enti Locali, insieme ai privati, al fine ultimo di migliorare il benessere dei cittadini di oggi e di consentire uno sviluppo sostenibile dei territori a favore dei cittadini di domani?

Le traiettorie di riforma delle Pubbliche Amministrazioni, sintetizzate nel nuovo alfabeto proposto dal Ministro Brunetta, intercettano linee evolutive delle PA desiderate e attese da tanto tempo, ma occorre una loro messa a sistema all’interno di meccanismi di governance capaci di finalizzare queste nuove energie verso la generazione di Valore Pubblico. Si configura, pertanto, la necessità di innovativi Modelli di “Public Value Governance” del PNRR che partano dal miglioramento dei livelli di salute professionale (A di Accesso e C di Competenze) e digitale (D di Digitalizzazione) degli enti delle menzionate filiere e poggino la B della Buona Amministrazione su quattro solidi pilastri:

I) Public Value Policy: politici orientati e capaci di esprimere commitment verso la creazione di Valore Pubblico.

II) Public Value Management: manager trasversali capaci di gestire processi trasversali orientati alla creazione di Valore Pubblico.

III) Public Value Participation: partecipazione di stakeholders e di cittadini alla co-creazione di Valore Pubblico.

IV) Public Value Creation: integrazione tra sistemi di gestione delle performance (Performance Management) e di gestione dei rischi (Risk Management) in un “Piano Unico digitalizzato” che consenta di potenziare e proteggere la creazione di Valore Pubblico.