Le persone che hanno partecipato

Achille Di Falco

Achille Di Falco

Il mio percorso? Scalino dopo scalino, tutte le posizioni di lavoro incrementando respons-abilità e abilità a rispondere, all'interno di una Struttura d'eccellenza come l'Azienda Ospedaliera di Padova che vive a stretto contatto con una delle più storiche Università, quella degli Studi di Padova, un vero Sistema Adattivo Complesso, una "palestra" incredibile di difficoltà ma anche di idee, un oceano in movimento, con correnti di pensiero che ogni giorno si confrontano e che ti obbligano a non stare mai fermo con il pensiero e a confrontarti in ogni momento alla ricerca di nuove soluzioni e nuovi equilibri, insomma un'esperienza incredibile nella quale ogni giorno incontri persone speciali qualunque sia il loro ruolo, siano essi scienziati, illustri clinici o colleghi e operatori che ogni giorno si spendono per la speranza di cura dei cittadini. Un viaggio meraviglioso, che mi ha condotto prima in Azienda Zero della Regione del Veneto per poi approdare all'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. Onorato di essere qui e di provare a dare il mio contributo anche a livello nazionale.

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Ha partecipato a:

Competenze digitali: un investimento necessario per realizzare One Health

Campus Talent Garden Roma Ostiense | Roma, 27 Ottobre, 2021 | 12:33

L’introduzione delle tecnologie digitali può rendere i sistemi sanitari più efficienti, efficaci ed equi, ma la trasformazione digitale del Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno di investimenti per la formazione e il rafforzamento delle competenze digitali del personale sanitario. Tali investimenti, a detta dell’Organizzazione mondiale della Sanità e della Commissione Europea, sono stati insufficienti, mentre l’OCSE punta il dito su: (i) effetti di una limitata formazione digitale e del lento cambiamento di mentalità e cultura; (ii) l’impiego di un numero elevato di persone per lavori di routine e basso valore aggiunto; (iii) l’insufficiente domanda di tecnologie sanitarie, peraltro mature; (iv) la scarsa spinta alla ricerca precompetitiva. Infine, secondo uno studio AICA (Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) di qualche anno fa, il “non sapere” informatico (digitale) nella sanità comporterebbe costi di improduttività, allora stimati in circa 850 milioni di euro l’anno: più o meno la metà degli attuali investimenti destinati alla digitalizzazione.

Naturalmente, prima di COVID-19 e PNRR. Eppure, due fenomeni tra loro intrecciati suggeriscono maggiore sostegno alla formazione e al rafforzamento continuo delle competenze digitali dei professionisti sanitari. L’incremento dei trattamenti delle malattie croniche e per le patologie oncologiche, che sono costosi e richiedono un impegno di tempo sia ai pazienti che per la loro assistenza. L’aumento della complessità organizzativa delle strutture sanitarie indotta dai cambiamenti per durata, intensità e tipo delle patologie trattate, che incide sulla sostenibilità dei costi dei servizi sanitari. Tutti noi, cittadini, pazienti, operatori, ci rendiamo conto del cambiamento in corso. Da supporto nelle attività amministrative, le tecnologie digitali si affermano e si diffondono anche nella diagnosi, assistenza e terapia, potendo integrare informazioni e dati, facilitando la multidisciplinarietà.

Le tecnologie digitali semplificano la nostra vita e ci responsabilizzano; valorizzano le competenze cliniche di medici e personale sanitario; rendono veloce la diagnosi, sicura la cura, vicina la sanità. La rapida diffusione della Sanità Digitale e il miglior uso dell’innovazione tecnologica nei processi sanitari ha bisogno di formazione, che significa trasmissione di conoscenza e competenze, insieme a differenti modi di pensare. Sono poi necessari programmi di formazione specifica, a partire dai corsi di studi universitari nei programmi ECM per i professionisti in servizio. Ne dibatteremo in questo appuntamento chiamando a confronto decisori delle strutture sanitarie, esperti e manager delle imprese del settore.