Le persone che hanno partecipato

Mario Dal Co

Mario Dal Co

Mario Dal Co nasce nel 1950. Dopo la laurea in economia, ottenuta con il massimo dei voti presso l’Università di Roma La Sapienza, dal 1987 fino al 1997 è dirigente in Olivetti con responsabilità riguardanti lo sviluppo del personale impiegati e poi del marketing per la pubblica amministrazione.
Esperto della commissione tecnica del Governo per il project financing dal 1993 al 1995 diventa, nel 1994 e fino al 1996 Direttore generale di Profintech spa, società di Olivetti e Compagnia di S. Paolo.

Nel 1997 passa a ENEL Spa come direttore identity e comunicazione dove cura gli aspetti comunicativi per la quotazione dell’azienda nelle borse di Milano e New York, avviando il portale internet del gruppo.
Dal 2001 è consulente aziendale per l’area comunicazione, marketing e per progetti di efficienza organizzativa. Consigliere di amministrazione di Edizioni Vita, nel 2005 in qualità di esperto è alla Commissione sul Federalismo fiscale al Ministero dell’Economia.

Giunge all’Agenzia dell’innovazione come direttore generale, dal Ministero della PA e dell’Innovazione dove dal 2008, in qualità di consigliere del Ministro segue Rete Amiche e i progetti di web services. È inoltre Presidente del Comitato di Controllo dei Fondi High Tech del Dipartimento Innovazione della Presidenza del Consiglio.
Ha effettuato docenze per corsi di importanti università e istituzioni, come la Venice International University e le amministrazioni locali di Shanghai, su tematiche quali: l’efficienza energetica, la regolazione energetica europea e il project financing.
Collaboratore di numerose testate nazionali è autore di libri sulla politica dell’innovazione e le relazioni industriali oltre a saggi sulla politica industriale, fiscale e comunicazione on line.

 

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Ha partecipato a:

Public Procurement innovativo per l'ICT: nuovi strumenti e nuove modalità di Partnership Pubblico-Privato

Palazzo dei Congressi EUR | Roma, 30 Maggio, 2013 | 12:00

Il convegno mette il dito in una delle piaghe più note, ma meno sanate dell’amministrazione pubblica: i processi di acquisto di servizi, specie se innovativi.

La programmazione economica, ovvero il tema della scelta degli investimenti pubblici verso cui finalizzare le risorse a disposizione delle pubbliche amministrazioni costituisce, da sempre, una questione critica che, sebbene risolta sotto il profilo teorico, nei fatti continua a rappresentare un elemento su cui converge una parte consistente del dibattito di politica economica. Spesso le pubbliche amministrazioni, che sono ben consapevoli dei problemi a cui vorrebbero porre rimedio, sono troppo poco preparate sotto il profilo tecnico per sapere quale sia la soluzione tecnologica da adottare e sono costrette a rivolgersi a degli esperti esterni.

Questa difficoltà non è risolta dai processi di procurement pubblico. Anzi: il presupposto delle procedure di gara è la piena consapevolezza del prodotto da acquistare da parte dell’amministrazione che compra. E’ infatti solo attraverso la messa a confronto di offerte tra loro comparabili che l’amministrazione può determinare quella più vantaggiosa, o quella migliore in termini di rapporto qualità-prezzo. E per fare questo serve che l’amministrazione sia in grado di mettere a punto un capitolato tecnico che indichi a tutti coloro che concorrono alla gara quali sono le specifiche del prodotto-servizio richiesto. Ma se mancano le competenza tecniche necessarie per la specificazione del capitolato tecnico, la configurazione astratta viene meno e non c’è da stupirsi se spesso le gare pubbliche producono risultati indesiderati o, quantomeno, poco innovativi.

Non sapendo cosa fare, le amministrazioni opteranno infatti per atteggiamenti di minimizzazione del rischio i quali, inevitabilmente, porteranno a preferire soluzioni conservative associate a prodotti-soluzioni già affermatesi sul mercato, per le quali esiste un’informazione consolidata circa l’efficacia e il percorso di realizzazione. Una soluzione, sia pure parziale, a queste difficoltà viene dallo sviluppo di nuove modalità di interrelazione tra Pubbliche amministrazioni e operatori privati che diano la possibilità di dare vita, in un contesto di trasparenza e parità di trattamento,  a forme nuove di condivisione dell’investimento pubblico, e dei rischi a esso connessi.

Condividendo il rischio dell’investimento con i fornitori, le Pubbliche amministrazioni possono ottenere informazioni preziose circa i costi e i ritorni (finanziari e non) degli investimenti pubblici, migliorando il processo di scelta delle priorità dell’intervento pubblico. Inoltre, coinvolgendo gli operatori nel finanziamento, è possibile dare una soluzione al problema della disponibilità anticipata del capitale da investire, agendo positivamente sul livello di innovazione incorporato nell’investimento pubblico.

Il processo di gestione delle politiche regionali per la ricerca e l’innovazione

Palazzo dei Congressi EUR | Roma, 29 Maggio, 2013 | 16:00

Presentazione di attività e risultati del progetto “Sostegno alle politiche di ricerca e innovazione delle Regioni” attuato dall’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione in collaborazione con il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica nell’ambito del PON Governance e Assistenza Tecnica 2007-2013. Il progetto ha accompagnato le Amministrazioni regionali nell’attuazione dei Programmi Operativi QSN 2007-2013 sui temi della Ricerca e Innovazione e – puntando a risolvere le criticità metodologiche connesse alla loro gestione – ha inteso contribuire a qualificare e accelerare la spesa delle Regioni, in particolare di quelle della Convergenza.

Politiche e tecnologie per la cybersecurity e la sicurezza delle reti

Palazzo dei Congressi | Roma, 27 Maggio, 2014 | 09:30

"Mettere in sicurezza" l'infrastruttura tecnologica della PA, le sue reti e i suoi dati è divenuta un'esigenza primaria a mano a mano che la PA si è avviata sulla strada di una sempre maggiore digitalizzazione. Si tratta di un impegno strategico che deve coinvolgere il livello di Governo, le nostre forze dell'ordine impegnate nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo nazionale ed internazionale, ma anche ogni amministrazione. Le tecnologie disponibili ci sono, spesso manca invece la conoscenza del rischio e la consapevolezza delle responsabilità.