Le persone che hanno partecipato

Roberto Malaman

Roberto Malaman

Direttore Generale dell'Autorità per l’energia elettrica e il gas.

In precedenza Direttore dell’Area Consumatori e qualità del servizio della stessa Autorità, con responsabilità delle attività relative alla tutela dei consumatori, alla regolazione della qualità del servizio elettrico e gas, alla promozione dell’efficienza energetica negli usi finali.

Laureato in Economia e commercio presso l’Università Cattolica di Milano nel 1984, con una tesi in Economia monetaria e creditizia; è stato Visiting Fellow alla University of Sussex (UK).

E’ stato direttore di ricerca presso l’Istituto per la Ricerca Sociale di Milano, programme officer per la ricerca applicata presso la Fondazione Enrico Mattei, membro del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Municipale Servizi Ambientali di Milano. Ha svolto attività di ricerca o consulenza, tra gli altri, per l’OCSE, la Commissione Europea, il Ministero dell’Ambiente.

Dal 2000 al 2003 Chairman del Gruppo di lavoro sulla qualità del servizio del Council of European Energy Regulators (CEER); nel 2005 membro dell’European Regulators Group for Electricity and Gas (ERGEG) Customer Focus Group; nal 2006 Chairman della Customer Switching Task Force di ERGEG. Membro del Council dell’International Association for Energy Economics (IAEE).

E’ curatore e coautore di 10 volumi su temi di economia industriale, dell’ambiente, dell’innovazione tecnologica. Ha pubblicato oltre 40 saggi su riviste scientifiche o in volumi collettivi.

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Ha partecipato a:

Azione collettiva e standard di servizio

Fiera di Roma | Roma, 18 Maggio, 2010 | 15:00

  La disciplina dell’azione collettiva nei confronti della Pubblica amministrazione (d. lgs 198/2009) rappresenta il coronamento di uno sforzo riformatore che va sotto il nome di Riforma Brunetta.

Il motivo ispiratore di questa disciplina è quello di consentire ai cittadini di stimolare l’azione della PA sollecitandone l’efficienza e la coerenza con gli standards economico-qualitativi che essa stesa si è data, in coerenza con il ciclo della performance che, ai sensi del d lgs 150, dovrà guidarne il programma di azione e gli standards di qualità cui sono vincolate le PP AA. e i concessionari dei servizi pubblici.

Per questo l’azione collettiva non è stata concepita come un ulteriore strumento giudiziario per soddisfare (solo) un interesse particolare. Ciò per cui esistono già gli istituti del processo amministrativo (ivi compresa l’azione di risarcimento). Nell’azione collettiva l’idea è quella di affidare ai cittadini che l’attivano un ruolo sollecitatorio e ausiliario rispetto ad un’azione efficiente della PA, nell’interesse generale. La normativa prevede, infatti, che l’interesse individuale sia collegato ad un interesse a carattere esponenziale, “giuridicamente rilevante e omogeneo per una pluralita' di  utenti  e  consumatori” (per parafrasare l’art. 1 del d. lgs 198/2010).

Il modello è più quello di un’azione popolare nell’interesse della collettività, che quello dell’azione giudiziaria per la soddisfazione di un interesse particolare.

L’effetto vuole essere, dunque, prima di tutto di responsività più che di responsabilità giuridica dell’amministrazione. E’ questo il motivo per il quale la fase pre-contenziosa promossa con la diffida di cui all’art. 3 del d. lgs. 198/2009 ha una rilevanza strategica e mira a scongiurare l’esito giudiziario.

Solo in caso di manifesta inadeguatezza del rispetto degli standard, comprovata dall’incapacità dell’amministrazione di reagire alle sollecitazioni, anche a seguito della diffida, si apre la strada al ricorso, che, come è previsto è innanzitutto finalizzato, sempre in prospettiva sollecitatoria e ausiliaria, ad una pronunzia che ordini  “alla pubblica amministrazione o al concessionario di  porvi rimedio  entro  un  congruo  termine”  (art. 4 d. lgs 198/2009).

L’Italia, come tutte le grandi democrazie ha avviato da ormai un ventennio uno sforzo di trasformazione dell’azione dei pubblici poteri, orientato a realizzare un’amministrazione di servizio in collaborazione con i cittadini utenti.

La pubblica amministrazione, per funzionare, ha bisogno di essere trasparente e consentire così ai cittadini i svolgere quel ruolo di sollecitazione costruttiva e di ausilio informativo, che spinga gli operatori a migliorare le proprie prestazioni, vedendo contemporaneamente e pubblicamente riconosciuta anche la propria capacità e il proprio merito.

L’azione collettiva - che costituisce un istituto unico nel panorama comparato - rappresenta una sfida per realizzare questi obiettivi.

Il panel intende offrire un’occasione di dibattito e approfondimento per individuare le potenzialità e le criticità di tale innovativa riforma amministrativa.