Le persone che hanno partecipato

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Le nuove frontiere del lavoro pubblico

Roma, 22 Maggio, 2018 | 15:00

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L’attività “core” dell’amministrazione pubblica, quella non delegabile al mercato, è costituita per la maggior parte dal trattare dati ed informazioni per restituire ai cittadini servizi, opportunità e “ambienti” favorevoli al libero, equo, sostenibile sviluppo di ciascuno e della comunità.

Non è improprio vedere quindi la PA, nelle sue molteplici forme, come una grande “fabbrica della conoscenza”, proprio come lo sono le grandi e blasonate aziende della nostra era digitale.
Peccato che una parte importante della vita delle amministrazioni vive ancora nel paradigma fordista e la gestione delle risorse umane (o “delle persone” come io preferisco indicarla) è ancora legata a strumenti preistorici quali le organizzazioni gerarchiche, i tornelli, i mansionari, gli avanzamenti automatici di carriera, ecc.

Al di là della retorica investire nelle persone vuol dire avere fiducia che tutte, siano esse cittadini o impiegati pubblici, sono portatori non solo di bisogni, ma anche e soprattutto di idee e di soluzioni.  Dentro la PA questo vuol dire avere come obiettivo lo sviluppo di ciascuno nella sua specifica diversità. Sviluppare le persone, far sì che pensino e partecipino attivamente al miglioramento di quello che fanno, vuol dire poter contare su leader lungimiranti, che sanno che la loro forza è la forza della loro squadra, che si sforzano sempre di far sì che cresca nei propri collaboratori l’orgoglio e insieme la capacità di autovalutarsi.

Questi principi, astrattamente condivisi, ma non sufficientemente praticati, devono poi trovare attuazione in tutte le fasi dello sviluppo delle persone e della loro vita lavorativa: dal reclutamento dei migliori alla modalità di un lavoro che deve diventare “agile”, dagli strumenti della partecipazione di ciascuno al raggiungimento di obiettivi espliciti, misurabili e condivisi allo sviluppo delle competenze, dalla onesta e continua valutazione on the job per crescere insieme alla riforma coraggiosa della dirigenza.

Il convegno si propone di fare il punto, all’inizio di una nuova legislatura, di quanto di buono è stato già realizzato e che quindi costituisce un punto di partenza utile, di quanto rimane da fare (pensiamo alla mancata riforma della dirigenza), delle lezioni apprese che possono indirizzarci, anche con l’onesto esame dei fallimenti, verso strade in tutto o in parte nuove.

Il dirigente della PA del futuro

Roma, 15 Maggio, 2019 | 11:45

La dirigenza pubblica è stato il pilastro mancante nella, per altro ampia, riforma della PA approvata nella scorsa legislatura. La legge delega di riforma, approvata recentemente dal Consiglio dei Ministri e in procinto di intraprendere il suo percorso parlamentare, riprende il tema, ma con un approccio completamente differente rispetto alla mancata riforma allora proposta. I temi sul tappeto sono gli stessi: l’accesso alla dirigenza, la valutazione, i ruoli e le responsabilità, le competenze anche specialistiche necessarie; differenti però le soluzioni prospettate che vanno, per quanto ad oggi pare di vedere, maggiormente incontro all’esigenza, sentita fortemente dalla maggioranza dei dirigenti stessi, ma molto meno dalla frangia più innovatrice, di stabilità e di riduzione del rischio di dipendenza dalla politica.
Il convegno partirà proprio da questa dialettica e, tenuto conto dello stato dell’arte al momento del suo svolgimento, riproporrà, aggiornandolo all’oggi, ma soprattutto alle esigenze future, il fondamentale confronto tra responsabilità, autonomia e quella corretta e virtuosa dipendenza dai risultati che comporta comunque un rischio, che è connaturato nella stessa funzione dirigenziale.

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Una PA semplice, vicina e veloce per far ripartire il Paese

Roma, 6 Luglio, 2020 | 09:30

In questo frangente abbiamo bisogno più che mai di un’amministrazione pubblica più semplice, più vicina ai cittadini e soprattutto più veloce. Ogni giorno che passa dall’emanazione di un provvedimento sino all’effettiva erogazione dei sostegni ad imprese e cittadini sembra un accanimento burocratico, ogni regola sembra in questo momento un’inutile zavorra. Nasce così la tentazione di bypassare le norme con provvedimenti straordinari, con commissariamenti che mettano da parte l’amministrazione.

 

In questo convegno ci proponiamo di confrontarci su come garantire la necessaria funzionalità delle amministrazioni, come semplificare e velocizzare i procedimenti, in un quadro però che sostenga ed accompagni gli sforzi delle persone che in esse lavorano. Solo usando la grande forza che è presente nell’amministrazione, giocando la partita assieme alle donne e agli uomini che lì vogliono impegnarsi, dando loro fiducia, ma anche strumenti e sostegno, sarà possibile vincere il combattimento non contro l’amministrazione pubblica, che è un nostro asset democratico e non un avversario, ma contro la stupidità della burocrazia degli adempimenti.

Ne parleremo con il Governo, con le parti sociali, con studiosi che immaginano un nuovo ruolo per il settore pubblico, con chi nella PA lavora e con le imprese che alla PA chiedono di essere all’altezza dei bisogni di un Paese che vuole ripartire.

PA Competente: formare le persone. Cambiare il sistema per guidare il cambiamento

Roma, 22 Giugno, 2021 | 09:30

Formare i dipendenti pubblici è l’imperativo per i prossimi anni non solo per gestire bene le risorse del PNRR, ma per mettere le Pubbliche Amministrazioni in grado di progettare, pianificare e gestire qualsiasi tipo di politica e di intervento pubblico che guardi al benessere e allo sviluppo della collettività.

Riqualificazione delle persone, formazione e aggiornamento professionale sono azioni fondamentali per consentire ai dipendenti pubblici di acquisire quelle competenze e capacità che le trasformazioni degli ultimi anni stanno richiedendo. Competenze tecnico-specialistiche, competenze digitali ma anche competenze trasversali, gestionali e organizzative: il ventaglio delle skills di cui il dipendente pubblico deve disporre si amplia e si differenzia.

Come possiamo garantire la giusta formazione nel settore pubblico? Come dobbiamo lavorare a livello di sistema per una nuova “riforma della formazione della PA”? Su cosa puntare affinché si indaghino bene i fabbisogni formativi degli enti, si individuino in modo corretto le competenze da rafforzare o da acquisire e si strutturino adeguati piani formativi che sappiano adottare anche innovative tecniche e metodologie di formazione?