Le persone che hanno partecipato

Antonio Catricalà

Antonio Catricalà

Sposato, due figlie, è Viceministro al Ministero dello Sviluppo Economico.

Nato a Catanzaro il 7 febbraio 1952, a ventidue anni si è laureato con lode in legge a Roma ed è stato nominato, a seguito di concorso, assistente del prof. Pietro Rescigno (La Sapienza - Facoltà di Giurisprudenza).
Per due anni ha studiato economia, sociologia, storia e scienza dell'amministrazione presso l'Istituto Luigi Sturzo di Roma, ove è stato allievo del prof. Federico Caffà.
A ventiquattro anni ha vinto il concorso in magistratura ordinaria e ha superato l'esame di abilitazione all'esercizio della professione forense. Ha vinto i concorsi per procuratore dello Stato e, a ventisette anni, per avvocato dello Stato.
Ha vinto il concorso per consigliere di Stato con decorrenza dal 1982. Dal 2006 è Presidente di sezione del Consiglio di Stato in posizione di fuori ruolo.

Presidente e componente di collegi amministrativi, ha collaborato con l'Ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è stato Capo di Gabinetto e consigliere giuridico nei Ministeri.
È stato segretario generale dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
È stato segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
È stato Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
È stato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo Monti.
 

Autore di pubblicazioni anche monografiche è stato professore a contratto presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma Tor Vergata, insegnamento di diritto privato, e presso la facoltà giuridica della LUISS Guido Carli di Roma, diritto dei consumatori.

 

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Ha partecipato a:

The future of government: quale amministrazione per l’Italia del 2020?

Palazzo dei Congressi EUR | Roma, 30 Maggio, 2013 | 15:00

Il convegno di chiusura di FORUM PA 2013 parte dalle parole d’ordine che saranno emerse nei tre densi giorni della manifestazione e rilancia verso un futuro di medio periodo nei cui confronti è necessario avere una visione prospettica, prima ancora di declinare riforme e di immaginare nuove norme. I tre ambiti di riflessione sono quelli dell’innovazione organizzativa, declinata dal punto di vista del management pubblico, con tutto quello che vuol dire in termini di fattori abilitanti del “fare”; dell’innovazione tecnologica per una visione della PA digitale che non sia informatizzare l’esistente, ma considerare l’ecosistema della rete e le sue potenzialità come un fattore rivoluzionario di cambiamento; dell’innovazione istituzionale, approcciando l’annoso problema del perimetro dell’azione pubblica dal lato del coinvolgimento e della responsabilità dei diversi attori, pubblici e privati, che costituiscono il tessuto e  determinano quella qualità del  capitale sociale senza cui ogni azione è vana.

Alla fine del convegno saranno premiate dieci "storie di qualità" nella PA selezionate insieme all'Associazione Italiana Cultura della Qualità -AICQ-

Le Smart City nell'Agenda Digitale

Bologna, 17 Ottobre, 2013 | 10:00

La recente decisione del Governo di rafforzare la governance dell'Agenda digitale italiana con la nomina di un Commissario di governo dimostra che si vuole dare la massima priorità al tema, destinando anche parte delle nuove potenzialità di investimento recentemente accordate all'Italia in sede europea a partire dal 2014.

Il rapporto doing business 2012 della Banca Mondiale osserva che in Italia si registra un minore contributo di lungo termine del capitale ICT alla crescita, con un investimento di solo il 2 per cento del proprio PIL (ovvero il 10% degli investimenti totali) contro il 3,5% degli USA (che rappresenta il 25% degli investimenti totali).â¨Questo è dunque il settore strategico per la crescita, poiché la rivoluzione digitale si riverbera su tutti i settori dell'economia e anche sul grado di civiltà complessiva di un Paese. I campi riguardano i pilastri dall'Agenda digitale europea i cui obiettivi al 2020 devono essere raggiunti dagli Stati membri con il contributo attivo delle città smart: mercato digitale unico; Internet veloce e superveloce; interoperabilità e standard; fiducia e sicurezza informatica; ricerca e innovazione; alfabetizzazione informatica; ICT per la società.