Le persone che hanno partecipato

Antonio Meola

Antonio Meola

Nato a Bedford (GB), laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, abilitato all’esercizio della professione forense, è Docente del Master di II° livello «MAGO» in Amministrazione e governo del territorio – Corso di programmazione e gestione manageriale - presso l’Università Luiss Guido Carli, Roma 2017/2018 Attualmente ricopre l’incarico di Segretario Generale della Città Metropolitana di Napoli.

Nel corso della carriera ha svolto le funzioni di Segretario Generale presso il comune di Firenze, in comuni appartenenti alle Regioni Piemonte, Lazio, Puglia e Umbria, nonchè di Direttore Generale in diversi Comuni del Lazio e presso la Provincia di Terni. Ha ricoperto gli incarichi di Docente Master in management pubblico e finanza pubblica, presso le Università La Sapienza, Tor Vergata, “Federico Caffè” (Roma), Ipma, Italian Project Management Academy, Anipm, Form System, Università europea di Roma, Università della Calabria, Campus universitario di Arcavàcata (CS) e Università di Siena.

E’ stato, inoltre, Docente di Economia e gestione delle imprese e dei servizi pubblici, presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi San Pio V° di Roma e Docente di Programmazione e controllo nelle amministrazioni pubbliche, presso la Facoltà di Economia dell'Università di Firenze, Dipartimento di Scienze aziendali e presso l’Università di Foggia.

Ha collaborato, come docente e relatore, con SNA - Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero Economia e finanze, Ministero Interno – SSAI, ANCI, UPI, Accademia per l’Autonomia, Università di Firenze, Luiss Guido Carli, Sda Bocconi, Forum PA, in convegni e seminari in materia di organizzazione e management, gestione delle risorse umane, finanza e contabilità pubblica, programmazione e controllo nelle amministrazioni pubbliche, economia e gestione delle imprese e dei servizi pubblici, compliance, trasparenza e prevenzione della corruzione

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Ha partecipato a:

L'innovazione comincia dalle persone. La gestione delle risorse umane nella PA

Fiera di Roma | Roma, 20 Maggio, 2010 | 10:00

Il fattore di successo dell’amministrazione – come di ogni organizzazione – sta nelle persone che ne sono parte. Le regole sono necessarie, ovviamente, ma non bastano mai ad offrire motivazione, valori, capacità. La valutazione serve – ci mancherebbe – ma non ci dice come trovare, far crescere, promuovere ed affinare le energie necessarie all’amministrazione pubblica (e alla “Nazione”). Un buon sistema di programmazione-misurazione-valutazione (il “ciclo della performance”!) può dare giusti stimoli alle persone, e può selezionare, alla fine, i “migliori”, ma non ci dice come convincere un ragazzo o una ragazza a scommettere la propria vita lavorativa in un amministrazione pubblica, non ci aiuta a trasformare il vincitore di concorso nel “professionista dell’amministrazione” di cui abbiamo bisogno, non ci aiuta  a farlo crescere, adattandolo al mutamento delle esigenze operative e di contesto.  

Per altri versi, la sacrosanta insistenza sulla responsabilità individuale – di ogni dirigente, di ogni dipendente – non è risolutiva di ogni male:  le cronache sportive ci consegnano molti esempi di squadre con grandi individualità, e tuttavia votate al (relativo) insuccesso perché prive dello spirito giusto, dell’orgoglio condiviso, della “strategia” (organizzazione, formazione, motivazione) che trasforma le persone in un collettivo, in un gruppo vincente.

Nel momento in cui si rinnovano le regole del lavoro nella PA occorre insomma tornare alla radice dei problemi, alla sfida più affascinante e più difficile. Organizzare le persone, motivarle, formarle, accompagnarle in percorsi di crescita, promuoverne il “benessere organizzativo”. Scommettere sulle persone in carne ed ossa, sui loro valori e sui loro problemi, sulle loro potenzialità e sulle loro difficoltà, perché lì c’è la chiave del successo, e nessuna scorciatoia formale può condurci alla meta.

Il punto sulla dirigenza

Fiera di Roma | Roma, 17 Maggio, 2012 | 15:00

 

L’autonoma responsabilità dirigenziale è un punto centrale nella riforma continua dell’amministrazione. Con la recente intesa tra Ministro della PA, sindacati ed esponenti delle regioni e degli EL entra anche nei futuri provvedimenti.

In questo campo è necessario un intervento normativo finalizzato a conseguire una migliore organizzazione del lavoro e di assicurare alla dirigenza un’effettiva autonomia, rafforzando i meccanismi di selezione, formazione e valutazione e qualificando le modalità di conferimento dell’incarico. A tal fine si devono rafforzare il ruolo e le funzioni e le responsabilità dei dirigenti, garantendone una effettiva autonomia rispetto all’organo di indirizzo politico. Occorre, altresì, il pieno riconoscimento del ruolo negoziale e delle prerogative delle specifiche rappresentanze della dirigenza nelle amministrazioni e nei luoghi di lavoro. È necessario, poi, favorire la mobilità professionale e intercompartimentale dei dirigenti. Il sistema di incentivazione dei dirigenti, infine, dovrà essere legato alla verifica della relazione fra le risorse disponibili utilizzate (strumentali e umane) e realizzazioni ed effetti in termini di servizi, rispetto a obiettivi prefissati, ferme restando eventuali peculiarità nei singoli settori.

La valutazione delle performance in tempo di crisi: come rispondere alla tentazione dei controlli centralistici

Palazzo dei Congressi EUR | Roma, 28 Maggio, 2013 | 12:00

Il ciclo delle performance e la connessa valutazione funzionano se concepiti come una politica, e cioè come una serie di interventi intenzionali (processi, strumenti) per trattare problemi.

Dagli anni ’90 in poi “il sistema dei controlli” ha fermato il Paese, che aveva bisogno di capire e agire con la valutazione.

A seguire la Riforma Brunetta e la spending review, con un inizio dello studio del rapporto tra regolazione dei flussi finanziari e performance pubbliche; purtroppo nonostante i processi avviati dal 2009, dallo scorso anno si sta assistendo parallelamente ad un ritorno dei controlli sulla spinta di episodi di corruzione politica (proprio come tangentopoli nel 1992). Tali nuove previsioni violano l’autonomia normativa e organizzativa riconosciuta agli enti in materia di organizzazione e disciplina del sistema dei controlli interni e, cosa ancora più grave, esse stridono con la natura tipica del controllo strategico.

Le politiche degli ultimi anni però in generale sembrano mettere in discussione positivamente gli strumenti utilizzati per valutare il funzionamento della cosa pubblica. Si tratta di riposizionare questi ultimi alla luce dei problemi reali, posti dall’attuale crisi politica e sociale. Infatti, la crisi che stiamo vivendo non riguarda solo l’economia e la finanza, ma anche la società (scarsa fiducia) e le istituzioni centraliste, incapaci di intercettare le esigenze e le potenzialità dei cittadini. “La riforma del settore pubblico” – scrive Geert Bouckaert nella prefazione del volume Valutare la pubblica amministrazione: tra organizzazione e individuo. Visioni dei valutatori italiani per performance e competitività (FrancoAngeli 2010) – “dovrebbe essere condivisa e partecipata dalla società”.

I nuovi strumenti per essere efficaci dovrebbero essere inquadrati in una duplice direttiva: della crescita e della democrazia. Non torniamo alla stagione dei controlli, sarebbe regredire, bisogna favorire la valutazione della p.a. come progetto aperto.

Il miglioramento della produttività della p.a., che si auspica di ottenere per il Paese, sarà veramente strumento per la crescita solo se condotto in modo democratico, mobilitando le risorse degli amministratori, dei cittadini e delle imprese (sussidiarietà orizzontale).

Il seminario vuole permettere riflessioni e approfondimenti su quale valutazione abbiamo oggi e in che modo essa si lega alle spending review attualmente in corso per orientare e sostenere i processi di riforma e miglioramento, contenendo l’attuale clima di controllo “ipertrofico e formale” dello Stato.

La Semplificazione Amministrativa a favore delle Imprese per la ripresa economica del Paese

Palazzo dei Congressi EUR | Roma, 28 Maggio, 2013 | 15:00

In un paese in recessione, caratterizzato da piccole e piccolissime imprese che costituiscono il 94% del tessuto produttivo nazionale, l’amministrazione pubblica deve essere un soggetto abilitante, inclusivo, garante del concetto di “fare impresa” partecipando attivamente al raggiungimento del benessere sociale.

La semplificazione amministrativa attraverso l’operatività all’interno dei processi degli sportelli unici, diventa l’oggetto di un incontro organizzato da FORUM PA in partnership con Poste Italiane, il 28 Maggio dalle 15.00 alle 18.00, presso il Palazzo dei Congressi di Roma, per facilitare il rilascio dei documenti necessari alle attività produttive necessarie alle imprese ed ai cittadini.

La bellezza salverà pure il mondo, ma riuscirà la "valutazione delle performance" a salvare l'Italia?

Palazzo dei Congressi | Roma, 27 Maggio, 2014 | 15:00

Condurre correttamente la valutazione delle politiche pubbliche e delle prestazioni amministrative, non garantisce l’accettazione politica e culturale dell’informazione valutativa né la sua integrazione nei processi decisionali e di gestione, come esercizio di responsabilità pubblica e incentivo all’apprendimento. Non è neanche realistico attendersi a breve in Italia un cambiamento immediato delle politiche, del merito e delle pratiche amministrative come effetto dei suggerimenti valutativi. La complessità dei processi decisionali non permette di isolare il contributo della valutazione, soprattutto, quando questa è un insieme di approcci, metodi e tecniche attraverso cui si generano informazioni eterogenee (es. monitoraggio, controllo finanziario, misurazione di performance, impatto dei programmi, ecc). Il vero problema è di natura culturale: il politico deve essere aperto a capire come, dove e perché i programmi funzionano o meno e il valutatore (e/o il dirigente), è chiamato a dire la verità al potere - speak truth to power (Wildawsky) - senza ipocrisie retoriche autointeressate a favore dello status quo.

Il ciclo delle performance e la connessa valutazione funzionano se concepiti come una politica, e cioè come una serie di interventi intenzionali (processi, strumenti) per trattare problemi. Il miglioramento della produttività, della qualità e dell’utilità della p.a., che si auspica di ottenere per il Paese con la valutazione, sarà veramente strumento per la crescita e l’innovazione solo se condotto in modo democratico, mobilitando le risorse degli amministratori, dei cittadini e delle imprese.

Trasparenza e Standard di Servizio: il cittadino al centro dell’azione pubblica

Palazzo dei Congressi | Roma, 29 Maggio, 2014 | 11:45

La Riforma della Pubblica Amministrazione sta per prendere forma. Le  premesse sono incoraggianti, ma certamente la sua ricaduta concreta dipenderà soprattutto da un fattore: la svolta dalla PA dell’adempimento a quella della realizzazione, basata sulla rilevazione dei bisogni del cittadino e sottoposta al suo giudizio. E’ questa la effettiva “rivoluzione” che deve compiere uno Stato storicamente sovraordinato rispetto all’utente e governato secondo una presunzione, variamente graduata nei decenni, di irresponsabilità e insindacabilità.

L’attuale legislazione, incentrata sulla performance, la trasparenza e la comunicazione, già sulla carta pone le basi per un cambiamento irreversibile della mission pubblica: dall’atto al risultato; dalla risposta al servizio.

Formez PA, in occasione del FORUMPA 2014, riunisce in un incontro il Tavolo sulla Trasparenza Comunicativa e il Network di Linea Amica, due iniziative che hanno collocato il gradimento del cittadino al vertice dell’interesse pubblico.

La nozione di Trasparenza su cui lavora il Tavolo sulla Trasparenza Comunicativa, istituito nel luglio 2013 presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, mira a passare da un semplice insieme di adempimenti formali ad uno strumento attivo, che parte dalla rilevazione del bisogno dell’utenza per calibrare le attività su esigenze realmente sentite: è la trasparenza-accountability, o la “trasparenza utile” e non solo “strumentale” di cui parla il ministro Marianna Madia. Per questo cambio di passo è centrale la figura del comunicatore, chiamato a rendere fruibili, da parte dei cittadini, i dati che la PA deve rendere aperti e pubblici.

Nel corso dell’incontro saranno resi noti i lusinghieri risultati di Linea Amica, il contact center gratuito della PA italiana - 803.001 da fisso, 06.828881 da cellulare, www.lineaamica.gov.it - che dal 2009 ad oggi ha gestito direttamente oltre 1 milione e 200mila contatti, fornendo assistenza nei rapporti con la Pubblica Amministrazione a centinaia di migliaia di cittadini, e oltre 200 milioni di contatti della rete di 1.320 uffici pubblici organizzati nel Network. Linea Amica ha perfezionato negli anni uno Standard di Servizio incentrato non solo sulla capacità di ascolto ma sui requisiti di “presa in carico” e “personalizzazione”, che rendono il suo gradimento superiore al 90 per cento.

All’evento parteciperanno oltre al Presidente di FormezPA Carlo Flamment ed al Direttore della Comunicazione e dei Servizi al Cittadino Sergio Talamo (responsabile di Linea Amica e promotore del Tavolo sulla Trasparenza Comunicativa), i responsabili dei più importanti centri di risposta della PA italiana che sin dall’inizio hanno contribuito al successo dell’iniziativa Linea Amica. Tra questi Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, Roma Capitale, Comune di Milano, Comune di Firenze, Cup 2000 (Emilia Romagna), ReCup (Lazio) e molti Ministeri, Regioni ed enti locali che offrono efficienti servizi ai cittadini.

L’evento sarà concluso da Mauro Bonaretti, Segretario Generale della Presidenza del Consiglio.

L’incontro verrà trasmesso integralmente in diretta streaming (su www.formez.it)

Comunità intelligenti e città metropolitane come driver di innovazione

Palazzo dei Congressi | Roma, 26 Maggio, 2015 | 15:00

Il convegno parte dalla consatazione che è nei territori e nelle aree metropolitane che l'innovazione diventa occasione di sviluppo. Il riordino istituzionale previsto dalla legge Delrio può essere una straordinaria opportunità se interpretata non con spirito burocratico, ma in vista di uno sviluppo equo e sostenibile delle comunità, basato sulla conoscenza, sulle reti e sui servizi digitali.

Valutazione delle performance della PA: prospettive future ed etica

Palazzo dei Congressi | Roma, 24 Maggio, 2016 | 11:45

E' disponibile la registrazione integrale del convegno su FPAtv

La valutazione delle performance della p.a. accende dibattiti ed anche critiche ad ogni presunta novità del legislatore, tesa a favorire il processo di riforma, ad oltre sei anni dal D.lg. n. 150/2009. In attesa dell’attuazione reale della riforma Madia (Legge 7 agosto 2015 n.124) ed in particolare quello di riordino del ruolo e delle funzioni degli OIV, quale destino aspettarsi per una p.a. che ha assoluto bisogno di valutazione? “Etica” ed efficienza devono andare di pari passo per il rinnovamento del sistema pubblico italiano. Sono due facce della stessa medaglia, il nostro paese muore per la mancanza di meritocrazia a tutti i livelli e per il dilagare di una mala amministrazione che spesso sfocia in “corruzione”. Inoltre, l’articolo 11 della Legge 124/15, incentrato sulla dirigenza pubblica, su revoca incarichi e retribuzione, si gira a vite sulla valutazione, senza portare a compimento un’idea precisa, ma solo generiche dichiarazioni d’intenti.

Con l’abbandono del ruolo unico risiede l’ambiguo collegamento tra gestione degli incarichi dirigenziali e la valutazione della performance dei dirigenti, con riferimento alla valutazione dei risultati. Il dirigente pubblico diventa un punto interrogativo dietro la valutazione delle performance pubbliche.

Valutare le performance, organizzativa ed individuale, nella prospettiva futura di medio termine, non significa certo semplice osservanza di “procedure”, ma capacità etica di produrre cambiamento in avanti per tutti i cittadini, interni ed esterni alla pubblica amministrazione.

Prevenzione della corruzione tra semplificazione e nuovi modelli organizzativi

Roma, 23 Maggio, 2017 | 11:45

La lotta alla corruzione è legata a doppio filo alla corretta organizzazione dell’ente pubblico. Per prevenire comportamenti opportunistici e di malamministrazione non è sufficiente affidarsi a meri obblighi ed adempimenti amministrativi ma è necessario ripensare l’assetto organizzativo dell’Amministrazione in termini di semplificazione e linearità dei processi a vantaggio non solo della legalità ma anche di una maggiore efficienza e qualità dei servizi per i cittadini.

Il “Piano Nazionale Anticorruzione 2016” approvato dall’ANAC va in questa direzione e segna il primo passo verso la semplificazione degli obblighi e delle attività unificando in un solo strumento il PTPC e il “Programma triennale della trasparenza e dell’integrità” e rafforzando il ruolo ed il Responsabile della prevenzione della corruzione (RPC).

Obiettivo del convegno è approfondire modelli organizzativi e strumenti volti a rafforzare la trasparenza dei processi, la chiarezza dei passaggi amministrativi ed i livelli di responsabilità. Nel corso del dibattito verrà presentata l’esperienza dell’Unione dei Comuni Valle del Savio e verrà studiato il modello gestionale di coordinamento unitario e sinergico tra tutti gli Enti associati adottato per le attività di prevenzione della corruzione ed in materia di trasparenza.

Tra i 17 Sustainable Development Goals - strettamente correlati l'uno con l'altro - il focus, in questo evento, sarà sull'obiettivo 16 "Pace, giustizia e istituzioni solide".

La valutazione delle performance della PA: un primo bilancio dopo le riforme

Roma, 22 Maggio, 2018 | 11:45

Nei paesi più evoluti la valutazione, sia nel privato che nel pubblico, assume un ruolo chiave per il conseguimento del benessere economico e sociale. La necessità di assicurare la qualità degli investimenti e il controllo della spesa pubblica ha portato molti stati a varare riforme ispirate in vario modo al cd. New Public Management, che hanno interessato da oltre un decennio anche l’Italia. Alcune riforme si sono alternate e la p.a. deve necessariamente riflettere e capire quali soluzioni applicare ai limiti sin ora riscontrati.

Valutare le performance, organizzativa ed individuale, non significa semplice osservanza di procedure, ma capacità di produrre cambiamento in avanti per tutti, superando anche la cooptazione, tutta italica, che ha da tempo dimostrato nei fatti come in generale siamo più “amici e parenti” che cittadini responsabili.

Le riforme degli ultimi anni hanno permesso di fare passi in avanti, anche se per permettere di elevare la pubblica amministrazione italiana occorre liberarla da pesi che, più che normativi, sono organizzativi e comportamentali.

Non è oggi procrastinabile un tagliando a quanto introdotto dal legislatore in materia di valutazione delle performance della p.a. in Italia, cercando di capire cosa ha funzionato bene e cosa meno, per fare le opportune correzioni per una ripartenza efficace ed equa del Paese.

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Ciclo delle Performance: la fase cruciale della definizione degli obiettivi, target ed indicatori

Roma, 14 Maggio, 2019 | 14:30

Il concetto di performance è cruciale, nella Pubblica Amministrazione, per fissare gli obiettivi, valutare successi e insuccessi, correggere gli errori e premiare i risultati. L'attuazione pratica del ciclo delle performance traccia quindi un percorso che parte dalla pianificazione di obiettivi, risorse e, attraverso un monitoraggio costante, giunge alla valutazione della performance organizzativa ed individuale anche per la valutazione della premialità. L'Organismo Indipendente di Valutazione rappresenta per le organizzazioni pubbliche la struttura terza che garantisce la correttezza dell'attuazione dell'intero percorso.

Come si traduce tutto questo nella pratica?

All'interno della tavola rotonda, OIV e esperti si confronteranno sulle esperienze già messe in campo, per individuare e condividere le buone pratiche per una migliore gestione delle Performance.

Per ascoltare l'audio integrale dell'evento cliccare QUI