Le persone che hanno partecipato

Roberto Reggi

Roberto Reggi

Roberto Reggi ha 53 anni, è sposato, padre di tre figli e vive a Piacenza.

Laureato in Ingegneria Elettrotecnica, è Responsabile dell'Ottimizzazione della Produzione Idroelettrica di Edipower, la seconda società italiana nel settore della produzione di energia elettrica.

Nel 1994, in una fase difficile per la vita amministrativa e politica della sua città, Giacomo Vaciago, primo sindaco di Piacenza eletto direttamente dai cittadini, gli chiede di impegnarsi nella sua Giunta. Roberto Reggi inizia così il suo percorso di amministratore pubblico come assessore alle Politiche Sociali e Abitative.

Nel giugno 2002 viene eletto sindaco della città di Piacenza e nel 2007 viene riconfermato alla medesima carica di primo cittadino che onora fino al termine del secondo mandato nel maggio 2012. È stato il primo ed unico sindaco eletto per 2 mandati nel capoluogo emiliano.

Il suo impegno si caratterizza, ancor prima del suo ingresso in politica, nel mondo dell'educazione. Fin da ragazzo, infatti, si occupa di minori in difficoltà prima come volontario, successivamente come obiettore di coscienza in Servizio Civile ed infine come educatore professionale fino all'età di 30 anni. È fondatore di un'associazione di volontariato nel settore educativo, che presto assume i contorni di una cooperativa sociale, di cui diventa il primo presidente.

Tuttora, nonostante i pressanti impegni lavorativi e politici, riserva una parte del suo tempo al volontariato come presidente dell'Hospice per malati terminali "Casa di Iris".

Come Sindaco conferma la sua sensibilità verso i temi relativi al sociale, che caratterizzano la sua azione politico-amministrativa, con particolare attenzione verso i bambini e le persone anziane. E attraverso il suo impegno sociale, il 20 novembre 2003, nella ricorrenza della Convenzione dei Diritti per l'infanzia, viene nominato "Difensore ideale dei bambini", dalla Sezione Provinciale dell'Unicef di Piacenza.

Nel maggio del 2005 assume la carica di presidente dell'Autorità d’Ambito di Piacenza per la gestione provinciale dei servizi idrico integrato e di raccolta e smaltimento dei rifiuti, incarico che gli viene riconfermato da tutti i sindaci del territorio piacentino nell’ottobre del 2009 fino al termine del secondo mandato.
Nel giugno del 2005 è nominato vicepresidente nazionale del Forum Italiano per la Sicurezza Urbana (Fisu).
Nel 2008 viene nominato presidente della Onlus "Nazionale Italiana Sindaci" di calcio, nella quale milita dal 2002 e ricopre tuttora la carica di presidente onorario.
E’ dell'ottobre 2009 la nomina a vicepresidente nazionale dell'Anci, con delega al Patrimonio, alle Infrastrutture e alla Protezione Civile.

Nell'aprile del 2012 contribuisce a costituire, insieme alle Casse Previdenziali di Geometri e Periti Industriali, la Fondazione Patrimonio Comune dell'Anci, con l'obiettivo di accompagnare i Comuni nel difficile processo di valorizzazione del patrimonio immobiliare. Attualmente ricopre la carica di presidente della Fondazione Patrimonio Comune.

È stato il coordinatore della campagna elettorale di Matteo Renzi, candidatosi alle primarie del centrosinistra del 2012.

Nel tempo libero pratica diverse attività sportive, ama la montagna, il cicloturismo e la vita all'aria aperta.

Dal 28 febbraio 2014 è Sottosegretario del Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca.

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Ha partecipato a:

Dall'edilizia residenziale pubblica al social housing

Fiera di Roma | Roma, 20 Maggio, 2010 | 10:00

La questione abitativa ha assunto una nuova centralità. L’emergenza abitativa è oggi sempre più determinata non tanto dalla domanda di alloggi di chi non ha una casa in cui vivere, ma da chi ha una casa e paga, con sempre maggiore difficoltà, un canone di affitto (o una rata di mutuo). Si tratta di un’ampia area di persone che si trovano a fronteggiare il problema abitativo: pur potendo contare su un reddito, su una pensione o su una condizione di relativa stabilità, non possono, allo stesso tempo, permettersi un canone di affitto a prezzi di mercato. In questa “area grigia”, si trovano famiglie monoreddito, lavoratori precari, famiglie monogenitoriali, giovani e anziani.

L’attuale fase recessiva dell’economia ha ulteriormente acuito la questione abitativa, amplificando la necessità di un intervento congiunto di istituzioni pubbliche da un lato, e di istituzioni private e soggetti non profit dall’altro.

Dare la priorità ad investimenti ed interventi per la trasformazione dei quartieri costituiti da edilizia popolare, fare il punto sulle possibilità di rilancio che l’edilizia sociale potrà ricevere dai fondi immobiliari previsti dal ‘Piano casa’; questo il senso del seminario.

Al centro del seminario ci saranno appunto i fondi immobiliari, da costituire in base all’art. 11 del ‘Piano Casa’, con un aggiornamento sull’attività appena conclusa dal gruppo di lavoro chiamato ad individuare i requisiti dei regolamenti degli stessi fondi immobiliari. L’incontro è rivolto agli amministratori e tecnici dei Comuni e sarà l’occasione per riflettere sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare dei Comuni e sulle applicazioni dello strumento del fondo immobiliare nel campo delle politiche abitative. I Fondi consentiranno agli amministratori non solo di elaborare progetti di sostegno del settore dell’edilizia ma anche d’implementare processi che possono comportare anche una ricaduta sociale ossia fornire una risposta al cosiddetto bisogno ‘grigio’ di quelle fasce di popolazione che superano i limiti reddituali per l’edilizia pubblica, ma non dispongono di risorse finanziarie tali da poter stare agevolmente sul mercato privato.

Progetti e tecnologie per città più intelligenti

Fiera di Roma | Roma, 19 Maggio, 2010 | 10:00

 

Smart city è una parola d’ordine sempre più diffusa, con cui ci viene presentata la possibilità di una migliore qualità della vita all’interno di spazi urbani che ci aiutino a realizzare i nostri progetti di vita e di lavoro, invece di ostacolarli con crescenti caotiche complessità.

Una città smart è uno spazio urbano, ben diretto da una politica lungimirante, che affronta la sfida che la globalizzazione e la crisi economica pongono in termini di competitività e di sviluppo sostenibile con un’attenzione particolare alla coesione sociale, alla diffusione e disponibilità della conoscenza, alla creatività, alla libertà e mobilità effettivamente fruibile, alla qualità dell’ambiente naturale e culturale.

Le città  intelligenti possono essere identificate (e misurate) lungo almeno cinque dimensioni principali:

1.      Mobilità
una città smart è una città in cui gli spostamenti sono agevoli, che garantisce una buona disponibilità di trasporto pubblico innovativo e sostenibile, che promuove l’uso dei mezzi a basso impatto ecologico come la bicicletta, che regolamenta l’accesso ai centri storici privilegiandone la vivibilità (aree pedonalizzate); una città smart adotta soluzioni avanzate di mobility management e di infomobilità per gestire gli spostamenti quotidiani dei cittadini e gli scambi con le aree limitrofe.

2.      Ambiente
una città smart promuove uno sviluppo sostenibile che ha come paradigmi: la riduzione della produzione di rifiuti, la loro valorizzazione economica e il potenziamento della raccolta differenziata; la riduzione drastica delle emissioni di gas serra tramite la limitazione del traffico privato, l’ottimizzazione delle emissioni industriali, la razionalizzazione dell’edilizia, così da abbattere l’impatto del riscaldamento e della climatizzazione; e ancora, la razionalizzazione dell’illuminazione pubblica, la promozione, protezione e gestione del verde urbano, lo sviluppo urbanistico basato sul “risparmio di suolo”, la bonifica delle aree dismesse.

3.      Turismo e cultura
una città smart promuove la propria immagine turistica con una presenza intelligente sul web; virtualizza il proprio patrimonio culturale e le proprie tradizioni e le restituisce in rete come “bene comune” per i propri cittadini e i propri visitatori; usa tecniche avanzate per creare percorsi e “mappature” tematiche della città e per renderla facilmente fruibile; promuove un’offerta coordinata ed intelligente della propria offerta turistica in Internet; offre ai turisti un facile accesso alla rete e servizi online in linea con le loro esigenze.

4.      Economia della conoscenza e della tolleranza
una città smart è un luogo di apprendimento continuo, che promuove percorsi formativi profilati sulle necessità di ciascuno; è una città che offre un ambiente adeguato alla creatività, promuove innovazioni e sperimentazioni nell’arte, nella cultura, nello spettacolo, e si percepisce e si rappresenta come un laboratorio di nuove idee; è una città che privilegia la costruzione di una rete di reti non gerarchica, ma inclusiva, in cui i vari portatori di interesse e le loro comunità possano avere cittadinanza e voce; sviluppa alleanze con le università, ma anche con le agenzie formative informali; dà spazio alla libera conoscenza e privilegia tutte le forme in cui il sapere è libero e diffuso.

5.      Trasformazioni urbane per la qualità della vita
una città smart ha una visione strategica del proprio sviluppo e sa definire, in base a questa, scelte e linee di azione; considera centrale la manutenzione del suo patrimonio immobiliare e la sua efficiente gestione e usa tecnologie avanzate per questo obiettivo; fonda la propria crescita sul rispetto della sua storia e della sua identità e privilegia, in questo senso, il riuso e la valorizzazione dell’esistente in un rinnovamento che si basa sulla conservazione; nel suo sviluppo fisico crea le condizioni per promuovere la coesione e l’inclusione sociale ed elimina le barriere che ne impediscono la sua completa accessibilità per tutti i cittadini.

La crisi sta comportando per tutte le città un ripensamento della pianificazione urbanistica ed una difficile riflessione strategica sullo sviluppo. Se questo è vero, siamo comunque convinti che senza uno sviluppo intelligente delle città la crisi non si supera, perché la costruzione di un Paese moderno, innovativo ed inclusivo non può che passare attraverso una dimensione urbana fatta a misura d’uomo. Perché è nelle città che si sperimentano nuove convivenze, è nelle città che si immagina il futuro.

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