Non c’è dubbio che in questo preciso momento temporale il tema della sicurezza rappresenta la prima priorità della società e dell’economia italiana. Occorre, però, spendere qualche parola in più per chiarire i termini della parola “sicurezza”, ricordando come il concetto di “sicurezza” abbia sfaccettature molto diverse tra loro. Così come altrettanto numerosi sono gli attori impegnati sul tema: Ministeri, Forze dell’Ordine, Forze armate, Protezione Civile, Autonomie Locali, Imprese.
In ognuno dei diversi aspetti, la sicurezza è un tema che suscita grande preoccupazione perché attiene alla vita personale di tutti. Le tecnologie, in questo senso, rappresentano un valido supporto , soprattutto quando si parla di prevenzione: ci hanno consegnato la possibilità di prevedere, di prevenire, di monitorare, di proteggere persone, cose e informazioni.
Ma le tecnologie devono essere governate dall'uomo: vanno scelte e utilizzate sulla base di obiettivi, regole e processi ben definiti. L’appuntamento mette al centro la riflessione su quanto di quello che la tecnologia consente è anche giuridicamente nel rispetto della normativa sulla privacy?
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Il mercato dei Big Data sta crescendo impetuosamente e impatta fortemente anche il settore pubblico. Questo incremento inarrestabile va oltre le normali dinamiche dell’IT, ponendo le organizzazioni della pubblica amministrazione centrale e locale di fronte a scenari completamente nuovi ed è quanto mai importante capire come e con chi affrontarli. Inoltre, i Big Data trasformano anche il concetto di sicurezza.
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Il triennio 2016-2018 sarà probabilmente ricordato come quello della presa di coscienza del rischio cyber. Non è infatti un caso che la legislatura appena conclusa sia stata caratterizzata da una produzione normativa e regolamentare senza precedenti che, anche per effetto dell’accelerazione impressa dall’adozione di importanti provvedimenti in ambito UE (Direttiva NIS su tutti), ha portato non solo alla ridefinizione dell’architettura nazionale e della strategia italiana per la sicurezza, ma anche a una nuova centralità del tema nel percorso evolutivo dell’informatica pubblica.
Dall’adozione delle misure minime di sicurezza ICT per la PA al rilascio delle linee guida di sviluppo sicuro del software da parte di AGID, passando per l’obbligo di adozione dei piani di continuità operativa, prima eliminati e poi reintrodotti (con modifiche) nelle ultime due revisioni del CAD: sono tutte testimonianze di una rinnovata attenzione del settore pubblico per il tema. Una centralità sancita dallo stesso Piano Triennale di AgID, che non si limita ad annoverare il tema tra le sue componenti, ma identifica la digital security della PA come un elemento di garanzia dell’intero modello evolutivo dell’informatica pubblica.
Tuttavia, il delicato momento di transizione (elezioni politiche, scadenza del mandato del DG di AgID, futuro accorpamento del CERT-PA al nuovo CSIRT Italiano) ha forse contribuito a rallentare il processo di attuazione del Piano. Ad oggi mancano infatti all’appello sia le Linee guida del modello architetturale di gestione dei servizi critici che le Regole tecniche per la sicurezza ICT delle PA, due importanti provvedimenti, originariamente previsti per l’autunno 2017. Le regole tecniche, in particolare, forniranno indicazioni sulle misure da adottare in ciascuna componente della Mappa del Modello strategico, obbligando tutte le amministrazioni a dotarsi di un Sistema di gestione della sicurezza delle informazioni (SGSI) e della relativa struttura organizzativa, come anticipato dallo stesso Piano.
In attesa della ripresa del percorso attuativo, il convegno rappresenterà un’importante occasione per discutere delle possibili soluzioni per approntare capacità di prevenzione e risposta adeguate alle nuove sfide, mettendo a fattor comune competenze, condividendo risorse e abilitando forme di collaborazione pubblico-privato.