Le persone che hanno partecipato

Gianfranco D'Alessio

Gianfranco D'Alessio

Gianfranco D’Alessio è professore ordinario di Diritto amministrativo presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi Roma Tre, dove è stato direttore del Dipartimento di Istituzioni pubbliche, economia e società e presidente del Corso di laurea in "Pubblica amministrazione". E’, inoltre, Direttore del Laboratorio di Documentazione e Ricerca sull’Innovazione nelle Istituzioni Politiche, Economiche e Amministrative (DRIPEA). Sempre presso l’Università degli Studi Roma Tre ha coordinato la sezione di "Diritto amministrativo" della Scuola dottorale internazionale “Tullio Ascarelli”. Ha, inoltre, diretto il Master in “Legalità, anticorruzione e trasparenza”, organizzato dall’Università degli Studi Roma Tre in collaborazione con la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno e l’Albo Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali.

Già docente di Istituzioni di diritto pubblico nelle Università di Urbino e di Ancona, dove è stato direttore dell’Istituto di Scienze giuridiche, e di Diritto pubblico dell'economia nella Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, dove è stato membro supplente del Comitato direttivo. Già membro del Collegio dei docenti di Dottorati di ricerca presso le Università di Perugia e di Roma “La Sapienza”.

Componente dell’OIV della Regione Lazio, del Comitato di Indirizzo Scientifico dell’ANCI, del Comitato scientifico della Fondazione ASTRID e del Comitato scientifico della Fondazione “Luoghi comuni”.

Già presidente del Comitato dei garanti del Comune di Roma e dell’OIV del Comune di Napoli, e membro del Comitato direttivo della Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno, del Collegio di direzione dell'Ufficio valutazione e controllo strategico dell'INPS, del Consiglio nazionale di amministrazione dell'Agenzia autonoma per la gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali e del Comitato scientifico del Seminario sui controlli della Corte dei Conti.

Componente del comitato di direzione della rivista "Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni" e del comitato scientifico delle riviste “Amministrativ@mente” e “Rivista delle politiche sociali”.

Ha partecipato a diverse commissioni di studio istituite presso istituzioni e amministrazioni pubbliche, tra le quali: Commissione per la riforma delle amministrazioni del settore dei trasporti (1986), Comitato per la revisione della legislazione sugli enti pubblici (1988-1989), Commissione sulla privatizzazione del pubblico impiego (1991), Commissione per la riorganizzazione del Ministero e dell’Amministrazione delle Poste e delle Telecomunicazioni (1992), Gruppo di lavoro per l'innovazione della normativa su pubblico impiego e dirigenza amministrativa (coordinatore) (1996), Gruppo di lavoro su riorganizzazione e ridefinizione delle funzioni della SSPA e delle altre scuole delle amministrazioni statali (1997), Commissione per l'innovazione amministrativa (1997-98), Commissione per l'attuazione della legge 59/1997 in materia di dirigenza e personale pubblico (1997-98), Gruppo tecnico-scientifico per la redazione del testo unico sulle autonomie locali (2000), Gruppo di lavoro per la costituzione della dirigenza scolastica (presidente) (2000), Commissione per l'attuazione delle riforme amministrative (2000), Commissione per la riforma del sistema e delle strutture di formazione del personale delle pubbliche amministrazioni (2006); Commissione per la elaborazione di interventi normativi in materia di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche (presidente) (2006-2007), Gruppo di lavoro per l’elaborazione di ipotesi di revisione della normativa in materia di dirigenza e lavoro pubblico (2012), Gruppo di lavoro per la definizione e l’attuazione delle norme della legge 124/2015 in materia di dirigenza pubblica (2015).

Ha coordinato ricerche su: convenzioni fra soggetti pubblici e privati, statuti degli enti locali, atti organizzativi delle pubbliche amministrazioni, mobilità del personale pubblico, lavoro e riforma costituzionale. Ha collaborato a ricerche in tema di storia della del diritto amministrativo, fonti

conoscitive delle pubbliche amministrazioni, organizzazione degli uffici pubblici, autonomie locali, ordinamento della statistica, lavori pubblici, beni culturali, diritto urbanistico e dell'ambiente, sistemi costituzionali e amministrativi europei.

E’ autore, tra l’altro, di due volumi e di più di sessanta saggi e articoli in materia di dirigenza e di personale pubblico.

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Ha partecipato a:

L'impatto della riforma sulla contrattazione

Fiera di Roma | Roma, 19 Maggio, 2010 | 15:00

 Riguardo alla contrattazione collettiva, nazionale ed integrativa, il decreto legislativo 150/2009 dà vita a un processo di convergenza non solo normativo, ma anche sostanziale, con il settore privato.

Le norme rispondono alla necessità di costituire il dirigente come rappresentante del datore di lavoro pubblico (identificato in modo ampio nei cittadini-utenti e nei contribuenti), e quindi alla necessità di ribadire i poteri del dirigente in quanto responsabile della gestione delle risorse umane e della qualità e quantità del prodotto delle pubbliche amministrazioni, indicando chiaramente, in risposta allo specifico principio di delega contenuto nella legge n.15 del 4 marzo 2009, quali materie rientrano nell’ambito della contrattazione e quali no.
 A tale finalità, del resto, risponde il principio della inderogabilità della legge da parte della contrattazione, a meno di specifica indicazione della legge stessa, posto dal legislatore in apertura della legge n. 15/2009 a tutela della normativa e dell’autonomia e responsabilità dirigenziale nei confronti dell’invadenza di una contrattazione eccedente i limiti della legge nella pratica degli anni recenti.
Le nuove disposizioni creano un legame forte tra contrattazione decentrata, valutazione e premialità: in particolare, viene rafforzato, in coerenza con il settore privato, il condizionamento della contrattazione decentrata, e quindi della retribuzione accessoria, all’effettivo conseguimento di risultati programmati e di risparmi di gestione.

Il convegno, cui parteciperanno anche le Organizzazioni sindacali, propone un confronto aperto sul tema.

L’evento si svolge in memoria di Ubaldo Poti, primo Capo Dipartimento della Funzione Pubblica, grande e rimpianto esperto delle politiche del lavoro pubblico.

Da "B" a "B": quattordici anni di riforme da Bassanini a Brunetta. L’amministrazione è realmente cambiata?

Fiera di Roma | Roma, 19 Maggio, 2010 | 15:00

Sospesa tra periodiche manutenzioni straordinarie (le riforme) e faticosi processi di messa a regime (l’implementazione), la PA si trova in uno stato di cambiamento permanente.
Il processo di riforme della PA iniziato quattordici anni fa, potrà dirsi concluso? Oggi siamo in grado di operare un raffronto tra la qualità, l'efficienza e il grado di soddisfazione dell'utenza forniti dall'amministrazione del XXI secolo e l'amministrazione di venti anni fa? In definitiva la vecchia PA era migliore o peggiore dell'attuale apparato burocratico?

Si tratta di interrogativi retorici. E’ evidente che c’è uno scarto tangibile tra la PA ante-riforma e la PA attuale. Tuttavia non si può certo dire che il processo sia stato lineare e che non abbia avuto al suo interno una certa dose di entropia.

Il convegno, con l'intervento di  esperti del settore che hanno collaborato alla stesura delle leggi che dagli anni ’90 in poi hanno disegnato il volto nuovo della PA (dalle “Bassanini” alla “Brunetta”), cercherà di fare un bilancio delle luci e delle ombre che hanno accompagnato il processo di riforma, con l’obiettivo di trarne indicazioni per il futuro.
 

“A due anni dalla riforma, cosa è cambiato e cosa no?”

Fiera di Roma | Roma, 12 Maggio, 2011 | 10:00

La riforma “Brunetta” è la terza riforma in vent’anni della P.A, dopo quelle avviate da  Amato-Ciampi e  Bassanini. Vi è un filo conduttore tra le i tre cicli “riformisti” e soprattutto, è veramente cambiata in meglio la P.A dopo il dlgs 150/2009?

Il convegno cercherà di capire se da un lato la Riforma ha ottenuto  risultati concreti, con  il miglioramento dei servizi ai cittadini, dall’altro ottenendo risparmi sostanziali con l’eventuale ottimizzazione delle risorse umane e strumentali.

Il convegno ha l’obiettivo di rispondere a questi quesiti e di  individuare e proporre miglioramenti correttivi all’impianto delle norme di attuazione della riforma.

Sul sito è disponibile la registrazione video integrale dell'evento. Cliccare qui

Dirigenti pubblici protagonisti delle riforme

Palazzo dei Congressi | Roma, 28 Maggio, 2014 | 09:30

La guida della più complessa e importante organizzazione produttiva del paese deve 
essere affidata ai migliori dirigenti disponibili. Il rilancio della pubblica amministrazione deve  iniziare dalla testa, riformando il sistema di reclutamento, di carriera e misurazione dei  risultati, valorizzando il prestigio di chi è chiamato a ruoli di direzione nell’amministrazione  della cosa pubblica.
Tre le linee d'azione:
  1. L'introduzione del ruolo unico per mettere ordine nelle retribuzioni (oggi spesso eccessive, sperequate e caotiche) e per consentire una reale mobilità tra le amministrazioni, con la rotazione degli incarichi.
  2. Un meccanismo trasparente di attribuzione degli incarichi dirigenziali. Dobbiamo strutturare un sistema trasparente, in cui gli incarichi siano assegnati sulla base di interpelli accessibili all’intero bacino del ruolo, diversamente retribuiti e di natura necessariamente temporanea.
  3. Un mercato della dirigenza pubblica, aperto al contributo di professionalità provenienti dal privato. 
    Il meccanismo in vigore, nato dalla felice intuizione di introdurre temporaneamente professionalità di rilievo nel settore pubblico, si è tramutato in molti casi in uno strumento utilizzato in maniera distorta. Va riportato a un uso virtuoso, dando modo all’amministrazione di ricorrere temporaneamente a soggetti che possano apportare significativi benefici all’amministrazione, attraverso una continua e positiva osmosi tra settore pubblico e settore privato.

Dirigere, nonostante tutto

Roma, 25 Maggio, 2017 | 09:30

Dopo il travagliato percorso di riforma della dirigenza pubblica e il suo temporaneo (?) blocco restano aperti tutti i punti irrisolti dell’attuale situazione. Con il duplice rischio di far ritenere effettivamente irriformabile questo ruolo (vedi libri di Giustiniani del 2015 e di Giavazzi nel 2017) e di dare un segnale di incoraggiamento alla conservazione e di scoraggiare l’innovazione.

Una analisi dei punti critici che restano da risolvere e una (ri) affermazione di uno spazio che c’è e resta, laddove il dirigente pubblico voglia davvero assumere responsabilità e dignità professionale è l’obiettivo di questo convegno che mette attorno al tavolo alcune figure chiave del processo. Non con l’obiettivo immediato di una nuova ipotesi normativa (che certamente dovrà esserci e dovrà essere più solida e coerente) ma per provare a definire quali principi e criteri debbano accompagnare il processo di riforma con o senza interventi normativi ulteriori.