Le persone che hanno partecipato

Stefano Sepe

Stefano Sepe

E' nato a Napoli nel 1950 e si laureato In Filosofia presso l'università "Federico II" nel 1975.

Dopo essere stato nella carriera prefettizia, ha vinto un concorso da referendario al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. In seguito é stato per molti anni docente stabile della Scuola superiore della pubblica amministrazione, rientrando al CNEL nel 2009.

Nel contempo ha lungamente insegnato alla LUISS "Storia dell'amministrazione" e, successivamente, "Comunicazione pubblica".

Nella sua esperienza professionale l'attività di direzione di strutture amministrative si é costantemente intrecciata alla ricerca e allo studio sui temi della modernizzazione del sistema pubblico, delle politiche pubbliche, della comunicazione istituzionale. Al riguardo ha pubblicato numerosi volumi e una serie di saggi e di articoli.

E' giornalista pubblicista. Ha scritto e scrive per Il Sole 24 ore, il Messaggero, il Quotidiano nazionale, Italia oggi, l'Eco di Bergamo.

E' sposato e ha due figli adolescenti.

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Ha partecipato a:

Convergenze tra comunicazione di impresa e comunicazione pubblica

Fiera di Roma | Roma, 19 Maggio, 2010 | 15:00

Le pubbliche amministrazioni e la loro architettura comunicativa. Una realtà disuguale. Chi svolge funzioni preliminari, chi più avanzate, chi  strategiche per sé e per la società.

Guardando ad esperienze internazionali si tratta di una architettura a più piani:

  • il piano terra per svolgere servizi di comunicazione elementare e anagrafica (chi sono, dove sto, che competenze tratto);
  • il primo piano costituito dal front line (in Italia quello concepito dalle norme degli anni ’90 e dalla legge 150/2000); servizi puntuali, accesso e accompagnamento alla fruizione di atti e norme; in rete e in realtà fisiche;
  • il secondo piano costituito (poco in Italia) dal presidio pubblico ai processi di democrazia partecipativa, ovvero la gestione procedurale del “dibattito pubblico” in cui il cittadino, in forme associative, interagisce con le istituzioni prima delle decisioni, su temi di interesse generale e nei processi de jure condendo;
  • il terzo piano costituito – in un quadro culturale che permea più le imprese che le istituzioni – dalla gestione dinamica del patrimonio simbolico accumulato ed espresso da ogni singola istituzione in rapporto al suo territorio e alle sue competenze (branding).

Un programma per discutere con sguardo trasversale questo schema. L’asse verticale è logico, interattivo, influenza reciprocamente i piani. Non è difficile dire che lo “schema compiuto” è esperienza rara nelle amministrazioni italiane. Ma non assente. Dipende da come sistema economico e soggetti pubblici convergono sulla utilità di indagare le sinergie necessarie per fare comunicazione di pubblica utilità.

L'Unità d'Italia e la pubblica amministrazione: gli uomini, le idee

Fiera di Roma | Roma, 17 Maggio, 2010 | 10:00

Le celebrazioni per i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia sono l’occasione per una riflessione attenta, matura e consapevole sulla storia del nostro Paese e in particolare su quel periodo storico durante il quale molti italiani hanno voluto e ottenuto la libertà, per realizzare il sogno della Nazione. Questo è il Risorgimento italiano, fatto da uomini che, attraverso le opere e gli scritti, hanno anche rivendicando l’unità culturale, storica e ideale di un popolo fino ad allora diviso.

E’ nato così il concetto di identità nazionale, legato saldamente e necessariamente a quello di Stato/Pubblica amministrazione in cui il Risorgimento è il primo tentativo di modernizzazione del Paese.

La distanza temporale ci consente un’analisi storica il più possibile obiettiva e lucida. Le iniziative legate a questo terzo anniversario, ripercorrendo costruttivamente le tappe più significative della nostra storia e attualizzandone i luoghi della memoria, sono, quindi, uno strumento e un’occasione per un confronto e un dibattito sulla attuale situazione del Paese, sia dal punto di vista politico, che da quello squisitamente amministrativo-burocratico.

 

“A due anni dalla riforma, cosa è cambiato e cosa no?”

Fiera di Roma | Roma, 12 Maggio, 2011 | 10:00

La riforma “Brunetta” è la terza riforma in vent’anni della P.A, dopo quelle avviate da  Amato-Ciampi e  Bassanini. Vi è un filo conduttore tra le i tre cicli “riformisti” e soprattutto, è veramente cambiata in meglio la P.A dopo il dlgs 150/2009?

Il convegno cercherà di capire se da un lato la Riforma ha ottenuto  risultati concreti, con  il miglioramento dei servizi ai cittadini, dall’altro ottenendo risparmi sostanziali con l’eventuale ottimizzazione delle risorse umane e strumentali.

Il convegno ha l’obiettivo di rispondere a questi quesiti e di  individuare e proporre miglioramenti correttivi all’impianto delle norme di attuazione della riforma.

Sul sito è disponibile la registrazione video integrale dell'evento. Cliccare qui

150 anni di unità d'Italia, 150 anni di amministrazione pubblica

Fiera di Roma | Roma, 9 Maggio, 2011 | 15:00

 

Nel 2011 si festeggiano i centocinquanta anni da quella proclamazione dell’Unità nazionale che ha costituito l’inizio del cantiere per la costruzione di una vera comunità nazionale, cantiere evidentemente ancora aperto, ma dal quale inevitabilmente dipende la capacità di politica, istituzioni, imprese e cittadini di dare nuovo slancio al Paese.   Nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Unità Tecnica di Missione, FORUM PA si propone quale luogo e momento ufficiale per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, dedicando largo spazio al tema, sia nella sezione congressuale che in quella espositiva, e ponendo in risalto il ruolo di una Pubblica Amministrazione efficiente ed effettivamente rispondente ai bisogni dei cittadini quale garanzia di unità del Paese.

Crediamo che FORUM PA sia un momento importante in questo anno di celebrazioni perché siamo convinti che la prima unità nazionale non può che essere un’unità basata sulla garanzia dei diritti per tutti, dalle Alpi alle Madonie, e che l’amministrazione pubblica sia un grande “bene comune” della nazione, preposto in primo luogo proprio a garantire, attraverso servizi efficienti ed efficaci, i diritti di tutti i cittadini.

Il convegno parte da questi presupposti e presenta poi il volume "Servitori dello Stato - centocinquanta biografie" edito da Gangemi Editore per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, curato da Guido Melis, massima autorità nel campo della storia della pubblica amministrazione italiana. L'opera raccoglie le biografie di centocinquanta dirigenti, funzionari, docenti, ricercatori, magistrati, esponenti delle forze dell'ordine che dall'Unità ai nostri giorni hanno lavorato nelle istituzioni centrali e locali: uomini e donne che, come dice il Ministro Brunetta nella prefazione, "hanno dedicato la loro vita alla pubblica amministrazione giungendo, se necessario, anche al massimo sacrificio."

10 x10 Storie di qualità

Fiera di Roma | Roma, 19 Maggio, 2012 | 10:00

FORUM PA e Associazione Italiana Cultura Qualità - Centro Insulare danno il via alla II edizione del call per dar voce ai protagonisti delle quotidiane Storie d’impegno per una PA protesa verso la Qualità. L’obiettivo è quello di raccogliere 10 storie di Qualità associate a progetti, idee ed iniziative, svolte da funzionari e dirigenti del vasto mondo delle Amministrazioni Pubbliche Italiane.
I protagonisti saranno chiamati a raccontare, descrivere, rappresentare la propria storia di Qualità che ha contribuito a migliorare la complessa e strutturata macchina dei servizi pubblici, attraverso testi, foto, immagini, documenti e quant’altro si ritenga interessante per dare evidenza di come si è operato ma anche quali siano stati i risultati ottenuti attraverso l’iniziativa proposta.

Performance management in tempo di crisi

Fiera di Roma | Roma, 16 Maggio, 2012 | 10:00

La valutazione delle performance della pubblica amministrazione in Italia sta cercando di avere un nuovo ruolo, distante dalla nostra mentalità nasometrica e weberiana. In tempi di forti ristrettezze economiche che reclamano una maggiore attenzione alle scelte pubbliche, la necessità da parte dei decisori di avere a disposizione dati ed informazioni valutative sempre più accurate e solide si rende ancora più necessaria e stringente sia nei confronti della Pubblica Amministrazione (in una logica di efficienza ed equità) sia nei confronti della cittadinanza (in una logica di trasparenza e consapevolezza democratica).
E’ necessario pertanto gestire la PA attraverso un “processo” di performance management: un sistema di misurazione di performance con regole e incentivi coerenti tra loro e sinergici (management), che possono essere allineati con le più ampie strategie e politiche della p.a. Performance management che significa incorporare e utilizzare l’informazione sulle performance nei processi decisionali, di comunicazione con gli stakeholder, di controllo.
La valutazione in Italia e la sua comunità di valutatori sono pronti oggi a supportare tale esigenza impellente della PA?
Esigenza che è già tendenza diffusa a livello europeo, dove si va nella direzione di condizionare sempre più la programmazione e implementazione degli interventi alla disponibilità di dati ed informazioni valutative derivanti dalla applicazione di modelli e metodi solidi e difendibili. Eppure a fronte di tante invocazioni (riforma Brunetta in primis e successive correzioni) e, di frequenti esortazioni, non corrisponde una altrettanto diffusa - ma soprattutto consapevole - domanda di valutazioni che vadano in tale direzione. Proprio a partire da queste considerazioni, il Convegno di Forum Pa, in collaborazione con l'Associazione Italiana di Valutazione, intende essere un momento di riflessione dedicato alle modalità concrete con cui la valutazione e i suoi esperti possono rendere disponibili evidenze empiriche a supporto dei processi decisionali, nella consapevolezza che per permettere di elevare la p.a. italiana occorre liberarla da pesi che, più che normativi, sono organizzativi e comportamentali.
E, quindi, è importante la domanda: cosa hanno da offrire la valutazione delle performance e la comunita' dei valutatori alle pubbliche amministrazioni in circostanze economiche, politiche e sociali così critiche per l'Italia?

Innovazione sociale e smart city / Social innovation and smart city

Bologna, 31 Ottobre, 2012 | 09:30

Mettere al centro il tema dell'innovazione sociale è indispensabile per non ridurre il dibattito sulla smart city alla mera dimensione tecnologica dell'innovazione. Le smart city devono essere considerate, infatti, come un sistema sociotecnico dove le diverse dimensioni  e gli attori sociali ed economici si complementano per trovare soluzioni innovative (ma soprattutto efficaci e sostenibili) alle questioni avvertite come importanti e urgenti dai cittadini. La città rappresenta un laboratorio naturale per l'emersione e il consolidamento delle soluzioni innovative, in quanto luogo di incontro delle energie, delle competenze e delle opportunità. L'Italia è il Paese dei mille laboratori di innovazione sociale, per la sua storia e le sue caratteristiche, con le sue migliaia di piccole, medie e grandi città. In questo convegno alcune città italiane presentano i laboratori aperti sui loro territori e si confrontano tra loro, alla ricerca di un nuovo modello di governo e di strumenti concreti per renderlo operativo. Dalla gestione dello spazio pubblico ai servizi alla persona, dal sostegno alle imprese sociali e innovative alla gestione dei rifiuti, la differenza è nel "come" .

When analyzing a smart city, the debate needs to focus on the role of social innovation rather than the mere technological innovation. Smart cities may be described as a socio-technical system, where the different elements come together to identify innovative solutions to address unresolved issues related to quality life, economical growth, unemployment.

Progettare lo spazio pubblico intelligente / Planning intelligent urban space

Bologna, 31 Ottobre, 2012 | 11:30

Aziende fornitrici di prodotti e servizi ed esperti smart sono invitati ad un incontro su tre casi di studio relativi a spazi pubblici per i quali si pone la domanda: procedure e tecnologie "smart" sono in grado di rendere questi spazi più gestibili, sicuri, fruibili, in una parola più intelligenti?

Il Comune di Torino  presenterà l'area di Porta Palazzo nella quale si registrano elementi di criticità (degrado, pluralità di funzioni, multiculturalità) ma anche grandi opportunità quale spazio urbano dell'incontro di mondi, odori e sapori con elevatissima dinamicità.
( collaborazione dell'arch. Giacomo Leonardi)

Il Comune di Bolognapresenterà "Piazza Verdi", intervento di riqualificazione in corso di completamento, che registra aspetti problematici in relazione alla compatibilità di usi, alla fruizione da parte di soggetti molto diversi e al necessario ampliamento del processo di rigenerazione ad un'area più vasta.

Il dott. Simone Tani, Dirigente della Promozione Economica del Comune di Firenze, presenterà le problematiche relative alla mobilità del Centro Storico, in particolare della zona dell'Oltrarno nella quale é in corso una sperimentazione che cerca di conciliare la protezione di una zona delicata con le esigenze di mobilità dei cittadini.

La conduzione del laboratorio é a cura dell'arch. Chiara Pignaris e dell'arch. Giovanni Ginocchini

IN COLLABORATION WITH "BIENNALE PUBLIC SPACE"
Can smart technologies and procedures enable public spaces more efficient, secure, livable, in a word, more intelligent?
Products and services providers and smart experts will debate on urban innovation issues analyzing three case studies.

City of Turin will bring the attention on the Porta Palazzo case were urban conflicts, social exclusion  and integration dynamics with new immigrants present problems and opportunities.
(collaboration of arch. Giacomo Leonardi)

City  of  Bologna will show how the regeneration project of Piazza Verdi is going on, how the development strategies sensitive to social and functional diversity are being faced and why the process must be expanded.

Simone Tani, Head of Economic Promotion for Florence, will present the issues related to the mobility in the Old Town, particularly in the Oltr’arno area where has been carried out an experiment that tries to reconcile the “protected zone” with mobility needs of citizens.

The laboratory is run by the arch. Chiara Pignaris and arch. Giovanni Ginocchini

 

Dalla trasparenza statica alla total disclosure (riconoscimento Open PA)

Palazzo dei Congressi EUR | Roma, 29 Maggio, 2013 | 15:00

Quando parliamo di “Trasparenza statica” ci riferiamo al fatto che le amministrazioni, per legge o per iniziativa personale, rendono pubblici una serie di dati relativi alla propria organizzazione e alle proprie attività, per esempio i dati sui propri dipendenti e i propri bilanci.

Quando parliamo di “Trasparenza dinamica”, di accountability o di total disclosure, facciamo però un passo ulteriore: pensiamo a una trasparenza che non è concessa dall’alto, ma è la sostanza stessa del rapporto di fiducia instaurato tra cittadini, politica, pubblica amministrazione.

L’amministrazione non dà conto soltanto delle spese sostenute, ma soprattutto del rapporto tra spese e benefici: lo stesso euro può essere speso bene o male, può trasformarsi in uno sperpero come in un servizio pubblico migliore. La domanda non è “quanto costa?”, ma “quanto si spende rispetto agli altri e, a parità di spesa, qual è il livello dei servizi?”. La pubblicità di dati e informazioni serve non solo a garantire il controllo controllo sociale sull’operato dell’amministrazione, ma anche a favorire il miglioramento dei servizi offerti e a dare ai cittadini la possibilità di una scelta consapevole.

Se il tema della trasparenza costituisce il "filo rosso" che lega tutti gli approfondimenti di FORUM PA 2013, questo appuntamento sarà l'occasione per soffermarsi in particolare sul livello di accountability delle nostre amministrazioni, anche grazie alla segnalazione delle migliori esperienze emerse da "OpenPA", l'iniziativa promossa in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma.

Per una ripresa equa e sostenibile

Bologna, 16 Ottobre, 2013 | 11:45

La fine del lungo e drammatico periodo di recessione, che ha attraversato tutto il mondo occidentale e l’Europa in particolare, sembra essere alle porte, anche se per il nostro Paese con un andamento rallentato rispetto ai nostri vicini. Questa ripresa appare pero' spesso sbilanciata e rischia di non andare ad incidere su alcuni aspetti chiave del benessere delle comunita', in primis la disponibilita' di lavoro “buono” per i giovani, per le donne, per quanti sono precocemente usciti dal mondo produttivo.

Dalle misure del benessere, che in Italia hanno portato alla realizzazione del BES (Benessere Equo e Sostenibile) possono venire importanti indicazioni sull’equita' e sulla ripresa che possono essere utili per orientare le politiche economiche.

La bellezza salverà pure il mondo, ma riuscirà la "valutazione delle performance" a salvare l'Italia?

Palazzo dei Congressi | Roma, 27 Maggio, 2014 | 15:00

Condurre correttamente la valutazione delle politiche pubbliche e delle prestazioni amministrative, non garantisce l’accettazione politica e culturale dell’informazione valutativa né la sua integrazione nei processi decisionali e di gestione, come esercizio di responsabilità pubblica e incentivo all’apprendimento. Non è neanche realistico attendersi a breve in Italia un cambiamento immediato delle politiche, del merito e delle pratiche amministrative come effetto dei suggerimenti valutativi. La complessità dei processi decisionali non permette di isolare il contributo della valutazione, soprattutto, quando questa è un insieme di approcci, metodi e tecniche attraverso cui si generano informazioni eterogenee (es. monitoraggio, controllo finanziario, misurazione di performance, impatto dei programmi, ecc). Il vero problema è di natura culturale: il politico deve essere aperto a capire come, dove e perché i programmi funzionano o meno e il valutatore (e/o il dirigente), è chiamato a dire la verità al potere - speak truth to power (Wildawsky) - senza ipocrisie retoriche autointeressate a favore dello status quo.

Il ciclo delle performance e la connessa valutazione funzionano se concepiti come una politica, e cioè come una serie di interventi intenzionali (processi, strumenti) per trattare problemi. Il miglioramento della produttività, della qualità e dell’utilità della p.a., che si auspica di ottenere per il Paese con la valutazione, sarà veramente strumento per la crescita e l’innovazione solo se condotto in modo democratico, mobilitando le risorse degli amministratori, dei cittadini e delle imprese.