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Durata dei processi. Rimedi giurisdizionali nazionali e sopranazionali

Fiera di Roma | Roma, 10 Maggio, 2011 | 10:00

Il problema della durata eccessiva delle procedure giudiziarie costituisce uno dei punti di debolezza più rilevanti del sistema giudiziario italiano.

            Il rimedio della “Legge Pinto”, apprestato dal legislatore nell’anno 2001, non si è rivelato idoneo a contrastare la durata esorbitante dei processi, ma ha finito per costituire un ulteriore elemento di criticità del sistema, appesantendo ulteriormente il carico di lavoro degli uffici e delle Corti di appello.

            Varie iniziative governative hanno favorito significative modifiche alla disciplina finalizzate, in primo luogo, a ridurre i tempi dei processi e, poi, a creare, con il meccanismo della “mediazione” una forma di filtro avanzato. Ma la persistenza del fenomeno, sviluppatosi nel corso degli anni con un’incidenza sempre più rilevante, ha contribuito ad aggravare anche a livello europeo l’esposizione del nostro Paese, sia per quanto riguarda il numero delle violazioni in materia di equo processo accertate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, sia per quanto attiene all’immagine nei confronti delle altre istituzioni sopranazionali.

            Il pressante monito che il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha rivolto in più occasioni all’Italia, affinché mantenga l’impegno - affermato in varie sedi - di risolvere il grave problema strutturale che assilla la giustizia italiana, impone l’obbligo di proseguire lungo il percorso della ricerca di interventi interdisciplinari in grado di determinare strategie immediate ed efficaci.

            La Mattinata di studio intende offrire l’opportunità a tutti i convenuti di presentare osservazioni e proposte per un confronto sinergico sulla problematica.