Le persone che hanno partecipato

Francesco Lazzaro

Francesco Lazzaro

Laurea in Giurisprudenza e Scienze Politiche all’Università di Genova, dottorato di ricerca in Diritto Amministrativo all’Università di Milano, a seguire abilitazione all’esercizio della professione di avvocato e all’insegnamento di materie giuridiche ed economiche
Dopo essere stato capo della sezione personale civile presso il Comando servizi base, La Spezia, è stato allievo del IV corso-concorso di formazione dirigenziale della Scuola superiore della pubblica amministrazione. Tirocinio dirigenziale pre-posting per la rappresentanza permanente presso l´O.N.U. e le organizzazioni internazionali. Capo della sezione legale, ordinamento e contenzioso del Comando in capo del dipartimento militare marittimo dell´Alto Tirreno, La Spezia, è stato consigliere ministeriale assegnato alla Direzione generale per l´amministrazione, l´informatica e le comunicazioni del Ministero degli Affari Esteri ed infine ne è divenuto dirigente.

 

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Un nuovo smart public procurement : opportunità, ostacoli, esperienze innovative

Palazzo dei Congressi | Roma, 29 Maggio, 2014 | 09:30

E’ opinione diffusa che l’innovazione della Pubblica Amministrazione non può compiersi senza grandi e complessi interventi che prevedano non nuove leggi, ma il re-engineering dei processi, il ripensamento dei modelli organizzativi, la gestione del cambiamento.

Grandi progetti  sono di fronte al Paese e sono ormai improcrastinabili sia per la qualità della vita dei cittadini, sia per l’impulso che potrebbero dare allo sviluppo economico. Sono dossier quali, a titolo d’esempio, il fascicolo sanitario elettronico, la gestione integrata dei database e il consolidamento dei datacenter, la gestione della business continuity, la dematerializzazione dei flussi documentali, lo scambio di dati tra le amministrazioni in ottica cloud computing, la giustizia digitale, la digitalizzazione delle scuole e della didattica, ecc.

Di fronte a queste sfide le strutture di procurement delle amministrazioni appaiono drammaticamente inadeguate e non riescono né dal lato della domanda, né tantomeno da quello dell’offerta a cogliere le potenzialità dell’innovazione. Le gare di appalto diventano bizantini tatticismi per ridurre le possibilità di ricorsi e per tutelare le responsabilità di operatori pubblici, in genere tecnicamente deboli, di fronte alla Corte dei Conti, con un’attenzione molto minore alla qualità. Alle aziende più preparate e con maggiori esperienze, anche internazionali, non viene data poi la possibilità, con l’uso diffuso e intelligente del dialogo precompetititvo, di dire la loro in quella delicata fase che trasforma il bisogno in una domanda esplicita e la struttura in un capitolato.

Il convegno parte da questo stato di cose per chiedersi come la PA possa comprare innovazione, divenendo così un potente driver in grado di orientare la politica industriale del Paese.