Le persone che hanno partecipato
Pier Paolo Maggiora
Pier Paolo Maggiora nato nel 1943 a Saluzzo, si laurea in architettura con Carlo Mollino presso il Politecnico di Torino. Completa la sua formazione con viaggi studio presso gli atelier e le fondazioni di alcuni grandi maestri del Movimento Moderno quali Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Alvar Aalto, Carlo Scarpa, Oscar Niemeyer e Kenzo Tange.
Nel 1967 apre il proprio studio a Torino e, poco dopo, fonda l'ArchA.
Negli anni '80 fonda la teoria del "Dialogo di Architettura", che promuove la progettualità creativa fra architetti nello stesso tempo, per restituire quel fascino della diversità unitaria, che nella città storica si é stratificato lungo i secoli.
Nel decennio successivo, nello scenario del postindustriale e della crisi ambiente/infrastrutture, sviluppa proposte progettuali di ampio respiro e coinvolge, nel progetto, come architettura, le dimensioni ambientale, territoriale, urbanistica e interdisciplinare. fonda così la Teoria del "Territorio Architettonico", pensato nella sua organica e più vasta accezione - culturale, sociale, economica, funzionale ed estetica - come polo irradiante ed attrattivo di tensioni dinamiche e creative.
Dalla prima metà degli anni ottanta, in presenza dei nuovi grandi vuoti urbani e con la epocale accelerazione degli strumenti di comunicazione, riconosce la possibilità storica di restituire nel progetto il fascino della complessità e della diversità della città sostituendo, nel metodo, alla storia lungo il tempo, il dialogo fra architetti dello stesso tempo. Fonda così la teoria del "Dialogo di Architettura", come condizione della trasformazione territoriale e di parti complesse di città.
Tale metodo viene completato negli anni novanta con la teoria del "Dialogo sulla Città", un processo aperto, polifonico e corale, un metodo di relazioni dinamiche che, nel loro sviluppo, definiscono via via livelli di convergenza e forme di diversità. Un metodo che esalta nel suo divenire la varietà delle discipline (ambientale, ecologica, antropologica, urbanistica, architettonica, ingegneristica, sociologica, economica, finanziaria, giuridico-amministrativa, gestionale, ecc.) in una sintesi che risponde alla necessità di governare la complessità e le contraddizioni della realtà.
Insieme, Dialogo sulle Città e Dialogo di Architettura, costituiscono un presupposto tecnico e pratico generale - il "Dialogo Progettuale" - sperimentato con successo e concretezza in complessi progetti territoriali e architettonici, anche molto diversi tra loro.
Pier Paolo Maggiora was born in 1943 in Saluzzo. In Turin he got the Master of Arts degree with Carlo Mollino. Apprenticeship in the ateliers of Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Alvar Aalto, Carlo Scarpa, Oscar Niemeyer and Kenzo Tange. In 1967 Pier Paolo Maggiora opens his own practice in Turin and few later he founds The Studio ArchA. In the following years, during the post-industrial and environmental/infrastructure crisis, he develops some project proposals which involve, starting from architecture, environmental, land and urban aspects, which lead to his theory of "architectural territory". That is an idea of territory that is thought of in his organic and wider efficiency - cultural, social, economic, functional and aesthetic as an attractive pole that spread of dynamic and creative energy.
In the 1980s he laid down the foundations of his theory for a "Dialogue in Architecture", for the promotion of creative projects between architects and, at the same time, to restore the charm of the unitarian diversity, which has created layers over the centuries in the historic city.
His professional activity is based on this general concept of Architecture and its role in civil society, and is expressed in a big number of projects and works, where the theory is embodied in structures, masses, surfaces, facilities.
In the convergence of stimulus and information from different disciplines (ecology, anthropology, urban planning, engineering, sociology, economics, management and finance) is defined, through his whole work, the architectural synthesis where philosophical principles are called to interwine in forms and functions offered to the social fruition.