Le persone che hanno partecipato

Sante Dotto

Sante Dotto

Entrato in Consip nel marzo 1998 al momento della nascita della società, ha fatto parte del team di Dirigenti che ha gestito lo start up dell’azienda. Con il consolidamento della struttura organizzativa ha assunto gli incarichi di Direttore operazioni e Direttore organizzazione e risorse umane e poi di Direttore pianificazione. Successivamente ha ricoperto l’incarico di Direttore sistemi informativi, con la responsabilità di sviluppare e gestire i sistemi informativi di funzionamento del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di curare lo sviluppo di iniziative progettuali per le pubbliche amministrazioni. A seguito della ridefinizione del ruolo della società, da luglio 2013 ha assunto l’incarico di Direttore progetti per la PA, con la responsabilità di dare supporto alle pubbliche amministrazioni che, attraverso specifici disciplinari o in virtù di provvedimenti di legge o atti amministrativi, si avvalgono di Consip per la gestione dei loro processi di approvvigionamento e più in generale per la realizzazione di progetti di innovazione. Precedentemente ha lavorato nella Direzione commerciale banche della IBM Italia con livelli crescenti di responsabilità e di relazione con il management dei clienti, coordinando i team commerciali ed i progetti su primari istituti bancari tra cui Banca d’Italia, gruppo Banca di Roma, Banca Nazionale del Lavoro, Istituto Mobiliare Italiano. Nato a Pavia il 4 luglio 1956, sposato e con un figlio, ha conseguito nel 1980 la laurea con lode in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Roma.

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Ha partecipato a:

Un nuovo smart public procurement : opportunità, ostacoli, esperienze innovative

Palazzo dei Congressi | Roma, 29 Maggio, 2014 | 09:30

E’ opinione diffusa che l’innovazione della Pubblica Amministrazione non può compiersi senza grandi e complessi interventi che prevedano non nuove leggi, ma il re-engineering dei processi, il ripensamento dei modelli organizzativi, la gestione del cambiamento.

Grandi progetti  sono di fronte al Paese e sono ormai improcrastinabili sia per la qualità della vita dei cittadini, sia per l’impulso che potrebbero dare allo sviluppo economico. Sono dossier quali, a titolo d’esempio, il fascicolo sanitario elettronico, la gestione integrata dei database e il consolidamento dei datacenter, la gestione della business continuity, la dematerializzazione dei flussi documentali, lo scambio di dati tra le amministrazioni in ottica cloud computing, la giustizia digitale, la digitalizzazione delle scuole e della didattica, ecc.

Di fronte a queste sfide le strutture di procurement delle amministrazioni appaiono drammaticamente inadeguate e non riescono né dal lato della domanda, né tantomeno da quello dell’offerta a cogliere le potenzialità dell’innovazione. Le gare di appalto diventano bizantini tatticismi per ridurre le possibilità di ricorsi e per tutelare le responsabilità di operatori pubblici, in genere tecnicamente deboli, di fronte alla Corte dei Conti, con un’attenzione molto minore alla qualità. Alle aziende più preparate e con maggiori esperienze, anche internazionali, non viene data poi la possibilità, con l’uso diffuso e intelligente del dialogo precompetititvo, di dire la loro in quella delicata fase che trasforma il bisogno in una domanda esplicita e la struttura in un capitolato.

Il convegno parte da questo stato di cose per chiedersi come la PA possa comprare innovazione, divenendo così un potente driver in grado di orientare la politica industriale del Paese.

Come acquistare progetti di innovazione nelle Amministrazioni pubbliche – soluzioni a confronto

Palazzo dei Congressi | Roma, 28 Maggio, 2015 | 10:00

Nella Direttiva 2014/24/EU si introduce il criterio di aggiudicazione della gara pubblica dell’Offerta economicamente più vantaggiosa (art.67) con il miglior rapporto qualità/prezzo. Si introducono inoltre ex novo due procedure

  • procedura competitiva con negoziazione
  • partenariato per l’innovazione

 

Attraverso il partenariato per l’innovazione e la consultazione preliminare di mercato il legislatore dà un deciso impulso alle partnership pubblico privato. Con il partenariato per l’innovazione l’amministrazione che rileva l’esigenza di prodotti, servizi o lavori innovativi che non può essere soddisfatta acquistando prodotti, servizi o lavori disponibili sul mercato, indica i requisiti minimi che tutti gli offerenti devono soddisfare. 

Su queste procedure FORUM PA e Vodafone, intendono lavorare con i responsabili IT e i referenti preposti al procuremente pubblico per analizzare gli scenari e le opportunità derivanti dalle nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato come: la finanza di progetto, il revenue shering e l’acquisto di servizi.

 

Come innovare la Pubblica Amministrazione grazie al Cloud Computing

Palazzo dei Congressi | Roma, 26 Maggio, 2015 | 09:30

L’evento ha l’obiettivo di affrontare le opportunità offerte dal Cloud Computing per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione evidenziandone le opportunità concrete ed i percorsi di adozione.

Più nel dettaglio, verranno affrontati i seguenti temi:

  • lo stato di adozione nella PA Italiana rispetto lo scenario europeo;
  • le best practice in essere di utilizzo del Cloud nella PA centrale a livello europeo;
  • i percorsi di razionalizzazione del patrimonio infrastrutturale e applicativo di Enti Centrali e Locali della PA Italiana con particolare riferimento a quanto previsto dall’agenda digitale;
  • le azioni prioritarie per promuovere il cambiamento

Le nuove regole, le competenze e le piattaforme tecnologiche per un efficiente e trasparente procurement pubblico

Palazzo dei Congressi | Roma, 26 Maggio, 2016 | 11:45

Non c’è dubbio che perché la PA possa disporre di un efficiente mercato digitale, sono necessarie infrastrutture fisiche (connettività, data center, tecnologia cloud); infrastrutture immateriali (sistema dei pagamenti PagoPa, sistema di fatturazione elettronica); interoperabilità e integrazione. Ma forse la vera difficoltà delle amministrazioni verso una vera e propria trasformazione digitale in tale ambito è il basso livello di competenze digitali nei cittadini e nel mondo del lavoro, sia pubblico che privato, ai diversi livelli professionali e di responsabilità. Cosa fare? Bisogna avviare un quadro di interventi coordinato, capillare e significativo sulle competenze digitali, con supporto formativo e metodologico concreto e tangibile, magari attivando nodi di supporto delle amministrazioni più grandi verso quei territori che faticano per dimensioni, risorse e cultura.