Le persone che hanno partecipato

Pier Paolo Baretta

Pier Paolo Baretta

Pier Paolo Baretta nasce a Venezia nel 1949. La sua formazione all'impegno sociale e politico comincia negli anni sessanta ed è fortemente segnata dalla militanza nell'associazionismo cattolico e nei movimenti studenteschi giovanili. Fondamentale è però l'incontro con il sindacato, che avviene quando - giovanissimo - comincia a lavorare in uno stabilimento metalmeccanico di Porto Marghera, interrompendo così gli studi di sociologia.

Eletto nel consiglio di fabbrica per la Fim Cisl, segue l'introduzione dell'inquadramento unico tra operai e impiegati e ne diventa il coordinatore per le tre Venezie; nel 1973, a soli 24 anni, diventa responsabile nazionale della formazione del sindacato unitario dei metalmeccanici.

Alla fine degli anni settanta rientra a Venezia come segretario provinciale e viene successivamente eletto segretario regionale del Veneto. Con queste responsabilità segue i grandi processi di ristrutturazione che coinvolgono in quel periodo il Polo industriale di Porto Marghera, i settori dell'alluminio e del rame e alcuni grandi gruppi e aziende dell'industria metalmeccanica e navalmeccanica che hanno sede in Veneto (Zanussi, Finmeccanica).

Entra quindi nella segreteria nazionale della Fim Cisl (1984) e segue le grandi aree siderurgiche di Genova, Taranto, Terni, Marghera, divenendo anche componente del comitato consultivo della Ceca (Comunità economica del carbone e dell'acciaio). Successivamente assume la responsabilità del settore auto e segue la lunga fase di ristrutturazione della Fiat e la costruzione dell'accordo sindacale che accompagna l'avvio della produzione nel nuovo stabilimento di Melfi.

Nel 1997 viene eletto segretario generale dei metalmeccanici Cisl e fa parte del comitato esecutivo del sindacato mondiale dei metalmeccanici.

Nel 1998 entra nella segreteria confederale della Cisl e con questo incarico segue i settori dei servizi bancari e finanziari, delle comunicazioni e dei trasporti. Si occupa in particolare del primo contratto di settore per le telecomunicazioni e segue i processi di privatizzazione di Telecom e di riorganizzazione di Poste italiane. Assume poi la responsabilità delle politiche previdenziali rappresentando la Cisl nei confronti del Governo durante il negoziato che porta al Patto per l'Italia, in particolare contribuendo all'accordo che introduce e rilancia la previdenza complementare.

Nell'aprile 2006 viene eletto segretario generale aggiunto della Cisl e partecipa al negoziato con il governo Prodi per la riforma previdenziale del 2007, contribuendo in modo fondamentale alla definizione dei criteri che la orientano, in particolare con l'ideazione del sistema delle "quote". In quel periodo segue inoltre le politiche fiscali ed è responsabile del dipartimento democrazia economica e responsabilità sociale delle imprese della Cisl.

Nel 2008 accetta la candidatura alla Camera nelle liste del PD per la Circoscrizione elettorale Veneto 2 (Belluno, Treviso e Venezia), si dimette da tutti gli incarichi sindacali e viene eletto deputato. Durante la XVI Legislatura è Capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione Economica e svolge un'intensa attività parlamentare: è relatore della Legge Finanziaria per il 2009 ed il 2010, della Legge di Stabilità 2011, della riforma del Bilancio dello Stato; partecipa ai lavori di riscrittura dell'articolo 81 della Costituzione che definiscono il principio dell'equilibrio di bilancio.

Nel corso del governo Monti è relatore del decreto Salva Italia e della Legge di Stabilità 2012, e si batte in particolare per l'aumento delle detrazioni per i figli a carico e per il finanziamento del Fondo per le politiche sociali e la non autosufficienza. Durante l'intera legislatura risulta costantemente fra il secondo e il quarto posto nelle graduatorie che rilevano i livelli di presenza e produttività dei parlamentari.

Nelle elezioni politiche del 2013 è capolista per il PD nella circoscrizione Veneto 2 e viene rieletto. Nella prima fase della XVII Legislatura è Vicepresidente della Commissione Speciale per l'esame di Atti del Governo, che vara il decreto per il pagamento dei debiti dello Stato verso le imprese ed il Documento di Economia e Finanza (DEF) per il 2013. 

Nel governo Letta è Sottosegretario presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze e segue in particolare: il patto di stabilità interno e l’attuazione del federalismo fiscale; le questioni concernenti la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, la Conferenza Stato – città ed autonomie locali e la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1977, n. 281 e la partecipazione alle relative sedute; le politiche di valorizzazione del patrimonio pubblico e le questioni rientranti nelle competenze dell’Agenzia del Demanio; le questioni concernenti il personale del Ministero dell’economia e delle finanze e la programmazione delle assunzioni del medesimo personale; le questioni concernenti la partecipazione dell’Amministrazione alle sedi di concertazione con le parti sociali.

Il 28 febbraio 2014 è nominato Sottosegretario dell'Economia e delle Finanze nel Governo Renzi, incarico confermato il 29 dicembre 2016 nel Governo di Paolo Gentiloni

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Conosci, confronta e valuta la spesa degli Enti locali. "L’evoluzione della PA locale: Trasparenza e Benchmark per creare valore"

Palazzo dei Congressi | Roma, 27 Maggio, 2015 | 09:30

Il convegno è finalizzato a promuovere un confronto tra i diversi livelli di governo, gli amministratori, i cittadini e la nuova Cittadinanza digitale con l’obiettivo di sensibilizzare e favorire il percorso di “apertura” e condivisione del patrimonio informativo pubblico nell’ottica di una maggiore trasparenza della Pubblica amministrazione, con particolare attenzione a quella locale. Ciò è percorribile attraverso: conoscenza dei dati, confronto e valutazione delle performance delle amministrazioni.

L’accessibilità dei dati relativi agli enti locali, e il successivo utilizzo, costituisce il principale strumento nelle mani dei cittadini per esercitare un controllo pubblico sull’operato degli amministratori. La disponibilità del patrimonio informativo, inoltre, è funzionale a una più organica ed efficace organizzazione della PA locale.

Il patrimonio informativo pubblico deve diventare, in definitiva,un vero e proprio strumento di supporto decisionale per gli amministratori:la possibilità di confrontare le proprie performance con altri enti, permetterà di individuare le migliori strategie di gestione. La valutazione servirà a perseguire obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità e consentirà di attivare percorsi virtuosi nella gestione dei servizi al cittadino.

Quale ruolo del Sud nel Restart Italia? Dalle scelte sui finanziamenti il modello di sviluppo per il Mezzogiorno.

Roma, 2 Novembre, 2020 | 12:00

Quale ruolo può avere il Sud nella ripresa del Paese?  Nell’attuale dibattito viene dichiarata da più parti la necessità di agganciare la ripresa economica del Paese ad un processo strutturale e duraturo di rilancio del Mezzogiorno, a più riprese evocato ma mai veramente avviato.

Le risorse sempre molto rilevanti del prossimo ciclo dei fondi europei e quelle ingenti del Recovery Fund non soltanto rendono ineludibile la crescita degli indicatori economici al Sud ma impongono la definizione del modello di sviluppo che si intende perseguire e scelte coerenti con gli obiettivi. Così come elaborato dalla Commissione e dai Governi europei il sistema dei finanziamenti sembra offrire l’opportunità di costruire un modello di sviluppo basato su Green New Deal, sulla transizione al digitale, sulla specializzazione intelligente dei territori, su una Pubblica Amministrazione come infrastruttura strategica all’interno della quale promuovere nuova mentalità e nuove competenze.