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Guglielmo Muntoni

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Le politiche di coesione e legalità per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie

Palazzo dei Congressi | Roma, 27 Maggio, 2014 | 09:30

Sono trascorsi diciotto anni dall'introduzione del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, grazie alla legge n.109 del 1996. Oggi in Italia sono numerosi i beni immobili e aziendali sequestrati e confiscati dalla magistratura  e che rappresentano una quota notevole dell'economia del nostro Paese. I beni immobili confiscati in via definitiva, secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2012, sono in totale 11.238 (3.808 appartamenti, 2.245 terreni agricoli, 1.209 locali generici, 963 box e garage, 415 ville, 202 capannoni….). Le aziende confiscate in via definitiva sono in totale 1708. Di queste, 623 in Sicilia, 347 in Campania, 161 in Calabria e 131 in Puglia. Circa la metà operano nel commercio (471) e nelle costruzioni (477). Seguite da quelle alberghiere e della ristorazione (173).

Le buone pratiche e le esperienze positive di riutilizzo per finalità istituzionali e sociali dei beni confiscati hanno contribuito al rafforzamento delle politiche di coesione territoriale e di promozione attiva del lavoro e dell'imprenditorialità giovanile, attraverso lo sviluppo di reti relazionali tra Pubblica amministrazione centrale, Regioni ed enti locali e le organizzazioni economiche e sociali.L'obiettivo del seminario è quello di proporre interventi per la  valorizzazione dei beni confiscati tramite gli strumenti della programmazione europea 2014-2020 e le nuove campagne Impresa Bene Comune – Il made in Italy della legalità e Libera il welfare – I beni confiscati per l'inclusione sociale.